‘Il rapporto tra i giovani e la fede’, questo è stato il tema del primo incontro che ha portato ad un’attenta analisi del modo di rapportarsi dei giovani con la religione, rivolgendo dapprima l’attenzione ai dubbi che possono insinuarsi nell’animo dei ragazzi, per passare poi in rassegna le necessità a cui la Chiesa deve saper far fronte in un’era in continua evoluzione come la nostra. L’analisi del mondo familiare si è rivelata a tal proposito terreno fertile per ricercare, anche attraverso gli apporti personali di noi alunni, le motivazioni che inducono un giovane a cercare rifugio in realtà non sempre edificanti. Dal dibattito è emersa la straordinaria importanza che la famiglia riveste nella formazione di un buon cristiano al punto da poter essere definita la ‘culla’ della fede. In particolare è necessario che la famiglia si faccia interprete capace di rendere comprensibili questi due linguaggi solo all’apparenza diversi e distanti tra loro.
La seconda giornata, incentrata sul tema dei ‘doni della fede’, è stata l’occasione perfetta per una meditata contemplazione della Provvidenza Divina la cui azione ha portato all’elezione del nuovo Pontefice, tema che grande parte ha avuto in questa giornata. Sulla scorta delle parole affidateci da Benedetto prima di abbandonare il ministero Petrino, si è tentato di comprendere le ragioni sottese di un gesto così forte.
Nel corso del terzo ed ultimo incontro, prendendo le mosse da uno dei temi da sempre più affascinante e controverso, ossia il rapporto tra fede e ragione, si è instaurata un’accesa discussione filosofica alla ricerca di una risposta conciliante questi due mondi. Infatti, partendo dal termine ‘mistero’ e dalle sue possibili interpretazioni in chiave cristiana, abbiamo esplorato queste due dimensioni dello spirito e siamo giunti, mediante un’attenta speculazione concettuale supportata dalla lettura di specifici testi, a comprendere la loro sostanziale unità. In particolare la straordinaria cultura di monsignor Milito nonché la sua grande chiarezza e semplicità espositiva sono state strumenti preziosi, capaci di tenere sempre viva l’attenzione dell’uditorio, alternando abilmente momenti di profonda riflessione a momenti più leggeri e scanzonati.
L’appassionato dibattito scaturito da questi incontri è il chiaro segno di un interesse tutt’altro che sopito verso la fede, interesse che monsignor Milito ha saputo ridestare e ravvivare con la sua grande umanità. Noi tutti auspichiamo dunque che questi incontri si intensifichino sempre più nel tempo in quanto strumenti di arricchimento non solo religioso ma anche personale e morale.
Giuseppe Calarco