Durante la processione iniziale Suor Rosa è entrata, insieme ai ministri e al Vescovo, portando all’altare la lampada accesa, simbolo della sua Consacrazione, simbolo della fedeltà e della luce che ha brillato d’amore per gli altri per cinquanta anni e che continuerà a brillare fino a quando il Signore lo vorrà, alimentata da quell’olio che, come le vergini sagge del Vangelo, Suor Rosa ha saputo ‘conservare in piccoli vasi’.
Nell’omelia il Vescovo partendo dal mistero Trinitario, di cui ogni cristiano dal momento del Battesimo è impregnato, ha parlato della Vita Consacrata che con la Trinità ha un legame strettissimo: «La Trinità ha come tempo l’eternità, il Consacrato ha l’eternità come proprio tempo, perché sa che Colui a cui dà la propria esistenza, va al di la dei termini cronologici».
I ‘voti perpetui’ «non si affrontano a cuor leggero, non si può pensare con facilità di dire il proprio ‘Sì’, ma quando il Signore ti ha fatto capire che ti vuole per sé, allora dinanzi ci metti l’eternità e i dieci, i quindici, i venticinque, i cinquanta, i sessanta anni di vita consacrata sono in questo circuito eterno dove tu vivi tutte le dimensioni della vita di Dio». E rifacendosi alla prima lettura ha continuato dicendo: «La vita consacrata è come la sapienza: dite ‘Sofia’ e dite ‘Vita Consacrata’».
Il Vescovo ha proseguito: «Che cosa mantiene viva nella persona consacrata la fiamma della sua fedeltà? Certamente la grazia del Signore – è Lui l’olio della fedeltà – ma per una consacrata l’olio è dato dalla storia di ogni giorno, dagli eventi con i quali si misura la propria consacrazione, perché quello rappresenta la ‘sorgente della luce’ di questa lampada».
Rivolgendosi poi a suor Rosa, il Vescovo ha aggiunto: «Se hai fatto tanto bene in cinquanta anni, quanto ancora ne puoi fare, per almeno altri cinquanta? Poi se saranno di meno, questi sono ‘conti Suoi’, tu mettili in attivo, perché Lui sa i tempi e sono cose sue, Lui che è l’eterno».
Il Vescovo ha così concluso: «Ed è per questo che pregheremo: per Suor Rosa, per tutte le suore, per tutta la congregazione, per tutta la parrocchia e, lasciatemi dire, per tutta la Chiesa, perché ogni dono è personale ma è sempre universale, è locale ma interessa il cosmo, avviene nel tempo ma ha radici e sbocco nell’eternità. Auguri Suor Rosa, auguri a tutti noi di poter vivere questo grande vespro della Trinità, auguri a voi ragazzi perché possiate così riflettere e pensare e chiedere al Signore che vi illumini. E sotto il manto di Maria, che sapete è stata la prima consacrata alla vita religiosa, andiamo avanti con fiducia e con Lei siamo sicuri che tutto ciò che abbiamo chiesto il Signore ce lo darà e quando non comprenderemo Ella, portandoci per mano, ci aiuterà a comprendere».
Dopo l’omelia, Suor Rosa davanti all’altare, accompagnata dalla Superiora, ha rinnovato solennemente i voti.
Al termine della celebrazione, prima della benedizione finale, è lei che ha rivolto a tutti il suo personale ringraziamento, seguito da un lungo applauso, segno spontaneo della stima, della gratitudine e del grande affetto che tutti i presenti hanno per Suor Rosa.
E il Vescovo, prima di dare la Benedizione, ha annunciato una sorpresa, facendo presente che la benedizione che stava appunto per impartire, veniva direttamente dalle mani del Sommo Pontefice Francesco. Il nostro Vescovo, avendo incontrato il Papa nei giorni precedenti a Roma in occasione della recente Assemblea della Conferenza Episcopale Italiana, gli ha chiesto di benedire la nostra Diocesi: la benedizione impartita dalle mani di Mons. Milito per mandato di Papa Francesco si è estesa dalla Parrocchia dell’Immacolata su tutta la nostra Chiesa Diocesana.
Giovanni Mammola