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12/Gen/15

A San Giorgio Morgeto il seminarista Domenico Cacciatore istituito Lettore

Giorno 6 gennaio, solennità dell’Epifania del Signore, si è svolta nella Chiesa parrocchiale di San Giorgio Morgeto, una solenne concelebrazione, presieduta da S. E. Mons. Francesco Milito, nel corso della quale il seminarista Domenico Cacciatore è stato istituito lettore. Particolarmente importante la scelta del paese di nascita del seminarista  per la celebrazione del rito a significare come la comunità d’origine accompagna con la vicinanza e la preghiera il suo cammino verso il presbiterato.

     Ma non è stato solo questo il momento importante della celebrazione eucaristica considerato che nelle stessa occasione il Vescovo ha amministrato il Sacramento del battesimo a due bambini.

     E proprio a questo S. E. ha fatto riferimento all’inizio della sua omelia, dopo aver sottolineato lo stretto legame che esiste tra il Natale e la Pasqua avendo quel Bambin Gesù, nato nel tempo, vinto la morte per sempre. E riferendosi all’annuncio che nell’Epifania del Signore viene fatto, egli ha sottolineato come il Natale si capisce alla luce del triduo Pasquale, centro di tutta la vita cristiana, per cui la nostra attenzione di oggi sul Dio Bambino è l’attenzione sul Dio Salvatore e Redentore, il Sole di giustizia che splende agli occhi di coloro che cercandolo da tempo e seguendo dentro le mozioni dello spirito l’hanno intravisto veramente come Dio, come i Magi che in questa ricerca del Signore non sono rimasti sconfitti o delusi. Attraverso un cammino certamente non facile essi, cercatori, sono diventati trovatori dell’Assoluto.

    Riferendosi poi al battesimo dei due bambini, il Vescovo ha sottolineato come attraverso l’acqua del battesimo essi vengono fatti diventare figli di Dio, membri della comunità parrocchiale e membri della Chiesa intera.

      Rendendo grazie al Signore per  questo dono,  il Vescovo ha sottolineato come da questo evento discendano tanto impegno e responsabilità perché  da quando i bambini vengono concepiti, nascono e crescono, dobbiamo prenderci cura di loro, come se fossero veramente Gesù, come fanno Maria e Giuseppe proteggendo il Bambin Gesù nell’esperienza dell’esilio e dalle insidie degli eredi di Erode.

      Non sappiamo cosa saranno questo bambini da grandi, sappiamo però che figli di Dio, figli dei genitori, il loro futuro è sotto questa grande grazia che viene affidata a noi. Ecco perché una comunità parrocchiale, civile deve avere per loro un grande rispetto,  perché sono frutto di quell’amore che li fa crescere, li custodisce e li difende, anche se  nelle forme, nei momenti, nei modi più opportuni, coltivando gli stessi sentimenti  che furono di Maria e Giuseppe, come i Magi, adulti potenti e ricchi che vanno incontro a un piccolino, quasi povero, una realtà questa che non capita mai,  facendoci comprendere come nei confronti di questi piccoli bisogna avere tutta l’attenzione possibile, avendo nei loro confronti un atteggiamento di adorazione, senza fare di loro piccola divinità, ma vedendo in essi un riflesso dell’amore di Dio, visibile nella loro innocenza, nella grazia del loro battesimo.

     E poi il passaggio all’altra nascita, il lettorato di Domenico che attraverso la preparazione è stato aiutato a comprendere il significato di questa tappa verso il presbiterato.  E’ come se Domenico in questo cammino sia arrivato a una prima stazione di servizio, fermandosi  perché egli possa interiorizzare e comprendere cosa sta accadendo nella sua vita.  Essere istituito lettore  significa avere dalla Chiesa il mandato ufficiale di proclamare la Parola del Signore e di fare di questa Parola un compito del suo servizio e del suo ministero.  Da oggi attraverso la sua voce deve passare la Parola di Dio.  Tanta preziosa è questa Parola, quanto necessario che ci sia un ministero. A che cosa è chiamato un presbitero nella sua vita? Ad annunziare la parola da cui nascono i sacramenti, a vivere i sacramenti, soprattutto l’eucaristia perché la parola fatta carne possa essere donata a tutti.  Oggi viene ricordato a Domenico di mettere come stella che l’accompagna verso il Signore  soprattutto la Parola di Dio: non è una novità per lui, ma da oggi in poi diventa un impegno fortissimo, perché nel suo cammino trova nella Parola la sua guida, l’indicatrice più sicura.

     Poi rivolto a tutto i presenti l’invito a pregare per Domenico, “perché – ha sottolineato il Vescovo – come una bambino è affidato alla sua famiglia, così un futuro presbitero è affidato a tutti noi.  Perché ci siano operai nella messe del Signore è indispensabile la preghiera e se questa comunità, la  famiglia  di Domenico ha avuto il dono della vocazione di un figlio, è segno che tante preghiere sono state fatte  e hanno toccato il cuore di Dio che si è degnato di prediligere questa famiglia e noi, comunità cristiana, civile, dobbiamo volergli bene con la preghiera silenziosa e con la vicinanza viva.  Le nostre comunità, d’altra parte, devono aiutare i nostri presbiteri, a comprendersi meglio, a perfezionarsi, a correggersi, se necessario, a fare del loro ministero un servizio, non un disservizio, perché siamo stati scelti per essere strumenti nelle mani del Signore, con il nostro sacrificio, il nostro silenzio, la nostra grande fede”.

     Quindi l’invito ai genitori dei bambini battezzati a farsi fare una fotocopia dell’atto di battesimo per celebrare il giorno del battesimo con più intensità, questo giorno importante anche per Domenico, che ricorderà l’Epifania, la manifestazione del Signore, che ci assicura che la luce di Dio per noi diventa forza e coraggio per affrontare i nostri giorni con serenità e pace e, illuminati da questa luce che è lui, essere luminosi per gli altri, segno di luce, in una realtà fatta spesso di tenebre, di atteggiamenti che non sono secondo  Dio, tenebre interiori, perché quando c’è vicino la luce che riflette quella del Signore siamo tutti più facilitati a camminare, con l’augurio finale che il Signore sia sempre “lampada per i nostri passi, luce sul nostro cammino”.

Cecè Caruso


Allegati:

Apertura Causa Beatificazione di P. Ludovico Polat

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