Il tempo e i tempi. All’arrivo ci ha accolto una nevicata leggera e per tutti i giorni seguenti un vento freddo di tramontana ha accompagnato gli spostamenti dal Resort ai luoghi previsti dal programma. La gestione dei tempi è stata adeguata ai ritmi e alle esigenze del convegno.
I partecipanti. Il convegno è stato molto partecipato, incaricati regionali e diocesani di PG, religiosi e religiose e molti laici impegnati nelle equipe.
Il filo rosso. Il tema che ha attraversato il convegno prendeva le mosse dai versi di Calvino (le città invisibili) e dal titolo. La pastorale giovanile è competenza, tecniche, esperienza concreta (il cantiere) ma anche uno sguardo in alto, puntare alla progettualità e ai sogni condivisi (le stelle)
La liturgia. La liturgia ha scandito le giornate del convegno. Le lodi al mattino e la celebrazione eucaristica , celebrate dai Vescovi delle Diocesi pugliesi e di altre diocesi presenti al Convegno. L’icona sullo sfondo: Maria va da Elisabetta portando con sé la vita, portando Cristo nel suo cuore.
Le relazioni. In apertura del convegno, don Michele Falabretti, responsabile del Servizio nazionale di Pastorale giovanile, ha dato il benvenuto agli ospiti delineando brevemente il senso del convegno. “Questo vuole essere un convegno dell’incontro – ha detto – per cui chiedo a tutti di essere curiosi gli uni verso gli altri. “Il tema di questi giorni lo scopriremo viaggiando”… Falabretti non è stato solo anello di congiunzione tra gli interventi, non è stato solo il moderatore, è stato il centro attorno al quale il convegno si fermava, faceva il punto, riorganizzava, dava voce e dava sintesi alle esperienze. Si sono avvicendati relatori molto competanti e comunicativi che hanno stimolato l’uditorio su temi riguardanti l’educazione, le realtà giovanili, il “villaggio”(Giulietti) le età della pastorale giovanile (Mantegazza) il dialogo con la famiglia (Miano) e la tavola rotonda condotta da Asolan che ha messo insieme parrocchia, associazione, movimenti su un percorso comune partendo dall’Enciclica Evangelii Gaudium e ha sfiorato gli ambiti di vita in cui crescono e si confrontano i giovani. molto forte e intensa la traccia lasciata dalla Focolarina…..sulla carità sulla sfida del contaminarsi. E’ mancata purtroppo la possibilità di aprire un dibattito e formulare delle domande ai relatori.
Le esperienze. Molto interessanti le esperienze raccontate dai giovani nelle interviste e nel video realizzato dalla Pg lombarda. Forse un po’ riduttive e autoreferenziali, perché sono stati coinvolti solo giovani impegnati nelle parrocchie e negli oratori, mancava lo spaccato della realtà “fuori” dal recinto…
I laboratori e i workshop. Ben strutturati su temi di interesse giovanile. A piccoli gruppi si è condivisa la propria esperienza e le difficoltà trovate nel servizio educativo e nell’impegno pastorale. Forse la parte più coinvolgente ed esperienziale del convegno. Condotti da animatori facilitatori, sono stati un’occasione per sperimentare tecniche di animazione e di espressione, giochi di cooperazione, da utilizzare nei nostri contesti. Ci siamo messi in gioco e abbiamo condiviso percorsi e strategie possibili per gestire dinamiche di gruppo e rendere l’apprendimento efficace e divertente. E infine le pratiche educative condotte con mezzi e veicoli espressivi: cinema, teatro, web, ironia e umorismo, musica ecc.
La GMG di Cracovia 2016. È stato presentato l’itinerario della Gmg che è già partito da qualche mese e si delineerà nei prossimi mesi con un percorso di avvicinamento che vedrà tutti coinvolti a vario livello. Servizi regionali, diocesani, gruppi. Protagonisti ovviamente i giovani!! A conclusione del Convegno qualche parola chiave che ci riportiamo a casa e rimanderemo nelle nostre equipe: Generare ad una vita di fede, Vocazione – “vieni c’è bisogno di te!”, Progettare come processo educativo, Sogno come orizzonte di senso – missionarietà, Cura stare accanto con pazienza, Mandato – obiettivi chiari – risorse – strategie.»
Grazie a Elisa Saffioti