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24/Mar/15

Via Crucis delle Aggregazioni Laicali diocesane

Si è svolta venerdì 20 marzo 2015 la Via Crucis organizzata dalle Aggregazioni laicali presenti nella nostra Diocesi su iniziativa coordinata e promossa dall’Azione Cattolica Diocesana. Nata dalla proposta pastorale del nostro Vescovo mons. Francesco Milito per promuovere l’unità e la comunione fra i laici impegnati, ne hanno preso parte curando le meditazioni delle  stazioni:  Giuristi Cattolici, Confraternite,  Cammino Neocatecumenale,  Cenacolo “Cuore Immacolato di Maria Rifugio delle Anime”,  Medici Cattolici,  Gi.fra.,  Ass. Italiana guide e scout d’Europa F.S.E.,  Centro Italiano Femminile,  Terzo Ordine Carmelitano,  Scienza e Vita,  Figli tra gli Angeli,  M.E.I.C. – Movimento Ecclesiale di Impegno Culturale,  Comunità Maria Rinnovamento Carismatico Cattolico,  Rinnovamento nello Spirito,  Comunità Gesù Risorto.

Un percorso, iniziato nella Chiesa Concattedrale, che ha aiutato tutti i presenti a riflettere sul mistero della  passione e morte del Signore, che si è concluso nella Chiesa del Crocifisso, lasciando intravedere già il passaggio dalla morte in croce alla luce della Risurrezione, preludio della nostra nello Spirito che trasforma la nostra vita e ci dà la certezza della vita eterna.

Proprio questo il nostro Vescovo ha sottolineato nella sua meditazione finale, richiamando la via dolorosa delle strade di Gerusalemme, che ancora oggi a chi la percorre,  fa rivivere  quell’immane tragedia di tutti i tempi. E per questo l’invito ai presenti, laici appartenenti al popolo di Dio, impegnati in gruppi e associazioni, disseminati nell’ambito delle più varie realtà terrene, a vivere “laddove vivete” la Via della Croce. «Se siete medici, laddove c’è una persona che si affida alle vostre cure, vedete in essa Gesù stesso che soffre. Se siete uomini del diritto e del foro, ricordatevi che cosa significa trovarsi davanti uno che tutti accusano e sembra essere veramente colpevole di così quali grande cose e viene condannato come un innocente. Se siete mamme di famiglie riconoscete e ricordate che cosa significa un figlio che sta per perdersi e che certamente è condannato su vie che sembrerebbero senza ritorno. Se siete persone che cadete o vedete cadere gli altri, sappiate che ci si rialza sempre se vi incontrate con cirenei, persone generose, amanti degli altri, amici degli altri, che danno una mano». E tutto questo perché nello specifico di ognuno, e nell’insieme delle nostre aggregazioni, si possa vivere nel tessuto degli uomini il mistero dell’amore di Dio.

Perché questo si possa realizzare il vescovo ha ricordato che il gruppo non deve essere il nostro signore e che  il movimento non rappresenta la salvezza: «Sono forme di grande aiuto all’interno di cui bisogna  sempre guardare il Signore per non fare di un mezzo un fine e quindi l’invito ad essere animatori della società terrena, costruttori della Gerusalemme celeste in quella terrena, lievito attraverso quest’opera di grande fede che vede in tutte le realtà il Signore».

Poi il vescovo ha richiamato i presenti alla verità del senso della sofferenza, ricordando che la Via della Croce è Via della Luce, invitandoli a posare l’attenzione sull’immagine della “Crocifissione” di Salvatore Dalì che rappresenta il Cristo ripreso dall’alto, che nella tecnica fotografica, sta ad indicare l’annientamento, c’è qualcuno che incombe su di te,  il Signore che sembra quasi essere buttato sul mondo e dall’alto  il Padre che lo guarda; ma questo calarsi di Cristo sul mondo è tutto un atto d’amore, perché per questo lui è venuto nel mondo, per salvarlo e buttarsi al suo interno.  «Questa immagine sia la nostra – ha aggiunto il Vescovo – con l’invito a non sentirci superiori agli altri, ma a guardare l’altro con lo stesso spirito e lo stile di Gesù, con il trasporto e l’abbandono che lui ha avuto per noi». Quindi il richiamo alla risurrezione. «La Via Crucis è un pio esercizio che farà sempre del bene a tutti, perché muove i sentimenti più forti,  ma ricordiamoci che il Signore crocifisso  è risorto. Il Crocifisso è la verità di Gesù, ma ricordiamoci che  la verità sua non si conclude sulla Croce, ma nella luce radiosa della Risurrezione». Il Vescovo ha concluso con l’augurio per tutti quanti di essere tanti “ceri pasquali” per tutto ciò che il cero significa: presenza e luce di Cristo, segno indelebile della sua vittoria sul mondo e sulla morte.

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Scarica il libretto della Via Crucis con le meditazioni curate dai singoli gruppi:


Allegati:

Apertura Causa Beatificazione di P. Ludovico Polat

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