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09/Giu/15

Franco Fasano in concerto: tra musica e poesia

La Chiesa del territorio deve far sì che si parli all’esterno, attraverso questi messaggi meravigliosi. Con stasera iniziamo il Convivio della Comunicazione e della Cultura“: con queste parole il nostro vescovo mons. Francesco Milito ha inaugurato questa lunga settimana di “arte e vita” per scoprire, per andare alla ricerca della verità, che è insita in ognuno di noi.

Attraverso la musica, che ieri sera a Polistena, alle ore 21, nel Piazzale della Pace dell’Auditorium comunale Franco Fasano ci ha offerto, l’uomo, nonché il vero cristiano, va alla ricerca dell'”io” che ha dentro di sé; perché è proprio attraverso la musica, attraverso l’arte che i giovani vagano alla ricerca di quella felicità eterna, carnale, che rappresenta la libertà della loro ispirazione, e questa musica, questi testi che parlano servendosi delle melodie, portano l’uomo al centro dell’universo, un nuovo Umanesimo, diremmo noi, una nuova speranza nei cuori di tutti noi.

La serata si apre con l’allegra esibizione di Franco Fasano che accompagna, ai piedi del palco fino a salire mano nella mano, un bambino, che canta insieme a lui, nella sua innocenza, nelle sue emozioni.

Perché la serata di ieri non è rivolta solo ai giovani di sedici, diciassette anni, ma anche ai più piccoli, perché è proprio da bambini che si comincia, mano a mano, a scoprire la verità, fin da quando i nostri genitori ci insegnano a camminare, e poi ci lasciano, per vedere cosa siamo in grado di fare, da là, comincia la nostra vita.

Franco Fasano, insieme a due sue grandi amici, Mauro e Francesco, ci racconta la sua vita, fin dall’infanzia; quando non voleva andare a scuola elementare, perché aveva paura di iniziare una nuova vita, aveva paura del mondo circostante; quante volte noi, per paura o per rancore, abbiamo lasciato qualcosa in sospeso perché pensavamo di non essere all’altezza.

Man mano, crescendo, è arrivato alle medie con la consapevolezza che nella vita si può fare di più, che nella vita c’è qualcos’altro; che, fortunatamente, non finisce là.

E proprio in quel momento che conosce una ragazzina, poco più piccola di lui, ed è proprio in quel momento che si innamora e trova in lei un nuovo sentimento, uno mai sentito finora, mai provato; un sentimento nuovo che tutti noi conosciamo col nome di amore.

“L’amore, è una delle cose che ho sempre inconsciamente cercato – dice Fasano – poi però, succedono delle cose. E da una sguardo cominci a scrivere delle canzoni”.

E da queste parole, strimpellate al suon di chitarra, comincia a cantare una canzone che scrive esattamente nel periodo del suo primo vero amore, quando, da ragazzo, sentiva il bisogno di condividere queste emozioni con una ragazza.

L’amore, alle volte, sfortunatamente finisce; e Mauro Vero, l’amico di Fasano, ci propone una canzone “Ci vorrebbe un amico” che il pubblico ha cantato insieme a lui, una sorta di accompagnamento, come dice appunto la canzone, c’è un accompagnatore nella nostra vita, che rimarrà sempre con noi, e questo è un amico. Perché quando finisce un amore c’è sempre bisogno di un amico.

Sfiora molte tematiche davvero interessanti, Fasano. Dalla verità arriva alla speranza, fino ad arrivare all’Olocausto, e a questo punto Mauro Vero intona la canzone tratta dal film “La vita è bella” in cui Roberto Benigni incarna al meglio il padre più speranzoso di tutta la storia dell’umanità; perché “la speranza è l’ultima a morire”, come diceva un grande.

La tematica dei figli, tasto toccante della serata, come la scala di do, o un mi bemolle stonato. I figli che hanno fretta di crescere, i figli che ti respingono quando dai loro troppa dolcezza e prendono la scusa di essere troppo grandi per queste smancerie, i figli che credono di sapere tutto e di non aver bisogno di braccia adulte, perché loro lo sono già. I figli che hanno bisogno, e invece hanno tanto bisogno di una mano, ma anche di due; perché un giorno, si troveranno davanti un gran silenzio, che è il silenzio che si crea quando si pensa al futuro.

Con la canzone “La verità siamo noi” Franco Fasano racconta un futuro che non è poi così semplice, che si allaccia alle poche certezze che un ragazzo ha; e continua con una celebre frase di Don Mazzi “Ragazzi, non accontentatevi dell’orizzonte, cercate l’infinito”. Perché alle volte, ciò che serve ai nostri ragazzi, è il nostro cuore di adulti, a rassicurarli e a dirgli che va tutto bene.

La serata si conclude con l’intervento dell’appena rieletto sindaco di Polistena, dott. Michele Tripodi che ringrazia immensamente il vescovo per aver scelto Polistena come prima tappa per il Convivio, per aver coinvolto tutti questi fedeli che, con la passione per la musica, sono riusciti a lanciare i loro pensieri e ad acchiappare ciò che Franco Fasano ha voluto descrivere con la propria musica.

Sì, descrivere, in effetti, come ha detto il nostro Vescovo, i testi delle canzoni devono essere poesia, e devono cercare di suscitare in noi emozioni mai provate prima. Queste poesie devono essere in grado di farci apprezzare la vita, perché la vita è bella.

La verità, dapprima, non si percepisce facilmente, perché sono tante le voci confuse. Essa, arriva quando meno ce l’aspettiamo, ci sorprende, perché essa sta dentro di noi e non altrove.

Solo amando Dio e gli altri, che non è cosa facile, possiamo avvicinarci sempre di più allo “Splendore della verità”.

Lasciamo che siano i testi a trasportarci in un altro mondo, che siano le melodie a dare un senso a questa vita, perché questa vita un senso ce l’ha.

Una serata per veri sognatori, dunque, quella di ieri sera; per chi non si accontenta solo della vita che sta vivendo ma che va oltre, là dove le speranze e i sogni si incrociano.

Domenica Licastro


Allegati:

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