In scena “Il viaggio di Cristo”, di Claudio Proietti, un testo incentrato sul dialogo tra Maria, interpretata dalla meravigliosa Barbara Scoppa, e Gesù, intrepretato dallo stupendo e amatissimo Simone Ciampi. Questo dialogo tra madre e figlio si svolge la notte che precede la loro separazione terrena, quando il figlio annuncia alla madre che è suo dovere seguire e fare la volontà del Padre, che seppur morendo in croce risorgerà il terzo giorno. Il tutto è accompagnato dallo splendido sottofondo musicale al piano di Santo Tringali.
I due attori, sotto la veste di Gesù e Maria, cominciano la loro interpretazione ricordando i momenti vissuti insieme. Maria comincia a scherzare sui mille ricordi di quando Gesù era piccolino, o per di più di quando ancora era nel suo grembo, di quando suo padre Giuseppe bussava nella sua pancia e avvicinandosi al grembo di Maria sussurrava “Dai Gesù, vieni fuori!”. Ricorda di quando rimanevano abbracciati, di quanto fosse bello ritornare a quella vita vissuta in gioia e pienezza.
E adesso invece sta là, a chiedersi il perché di tutto questo. “Sapevo che questo giorno sarebbe arrivato” ribadisce Maria. E Gesù risponde dolcemente “Tu accettasti il destino tuo”. “Per volere del Padre Tuo”, incalza Maria. “E’ padre di tutti”, risponde Gesù guardandola per l’ultima volta abbracciandola in silenzio.
“Le mie mani sono fatte per portare la croce”, ma Maria è troppo distrutta per sentire tali parole pronunciate dal suo stesso figlio. Continua Gesù “Io sono venuto per i ladri, le prostitute, gli ingiusti, sono venuto non per portare la pace ma per separare il figlio dal padre”. In effetti, solo separandosi potranno ritrovare loro stessi, solo perdendosi potranno amarsi: ciò che appare brutto da principio, potrà rivelarsi salvifico alla fine.
Maria allora, con voce incessante e un po’ incredula, racconta a Gesù le sue paure, gli confida di quando l’Angelo l’ha salutata: “Salve, o piena di grazia. Il Signore è con te”, di quando i suoi genitori non le hanno creduto, di quando anche Giuseppe era un po’ perplesso di fronte alla sua versione dei fatti. Gli racconta di quando andava in terrazza, e osservava le stelle e chiedeva spiegazioni al Padre che sta lassù: “Perché a me? Sono una come le altre! Non voglio essere diversa o speciale. Voglio essere una semplice ragazza”.
Gesù la abbraccia di nuovo e le dimostra tutto il suo affetto. Ma Maria fugge perché non riesce a controllare le lacrime e Gesù viene tentato da Satana. Riesce comunque a liberarsene grazie alla madre, che arriva giusto in tempo: è grazie all’amore che Maria, nonostante tutto, nonostante le difficoltà, nonostante le mille parole che suo figlio le dice, riesce comunque a superare tutto, con la speranza che le dona Gesù.
“Il terzo giorno risusciterò. Perché loro uccideranno la mia veste, ma non la mia anima. Ricorda di perdonare coloro che mi insulteranno e mi odieranno”.
“Ma Figlio mio come farò?”. “Io l’ho fatto”. “Scusa ma non ho la tua forza”
“Si invece, tu sei forte”. E abbraccia la madre, che l’ha accompagnato nel suo lungo percorso di vita.
“Voglio morire insieme a te” molto toccanti queste parole, molto significative. La madre che non vuole lasciare il Figlio morire solo. “Soffrirai con me quel giorno. Ma non sarai sulla croce”. Il ruolo di Gesù non solo viene sottolineato dalle sue parole che hanno il potere di salvare la Madre dal dolore, ma sono anche parole profetiche, che preannunciano la sua sorte.
Molto indicativo il significato della rosa, che doveva rappresentare per Maria il suo destino; se la rosa le fosse apparsa voleva dire che la sua vita si stava compiendo, che lei stava facendo la cosa giusta, come le preavvisa il cieco, conosciuto da piccola in un giardino.
Maria e Gesù faccia a faccia, Maria con la rosa in mano e Gesù, sopra le note di una imponente melodia comincia a pronunciare: “Madre, il Padre Mio ti amerà sempre, come ha amato me. Tu dovrai solo aprire il cuore alla verità, alla fede, perché ognuno di noi è speciale, ognuno di noi ha un talento che deve far fruttare. Ognuno di noi è particolare” e rivolgendosi al pubblico “ognuno di noi non deve sentirsi un errore, ognuno di noi serve in questa vita, perché la vita è bella, meravigliosa. Ognuno di noi non è una persona comune, e non chiedetevi quale sia il vostro talento, arriverà all’improvviso come un progetto di Dio”. “Sono contenta di essere tua madre” sorride Maria e lo abbraccia.
Alla fine i due attori si intrattengono con il numerosissimo ed estasiato pubblico sottolineando che per loro recitare è questo, abbattere i muri che ci sono tra pubblico e interpreti. Che l’amore per loro è la salvezza, che non si può fare a meno di seguire la propria strada, che sta in ognuno di noi, e che non ci dobbiamo farci influenzare dal mondo esterno, dall’esteriorità, delle cose superflue. Una delle cose più importanti nella vita è la famiglia, il nucleo familiare, senza il quale saremmo delle barche disperse in mare, senza una meta o destinazione.
L’intervento successivo è del sindaco di Palmi, dott. Giovanni Barone che ringrazia il vescovo per aver dato alla città di Palmi una “sottolineatura di cultura”.
E infine il vescovo, che augura la buonanotte e ribadisce che la verità in persona è Gesù Cristo, che attraverso questa arte possiamo arrivare alla verità, tutto ciò che è bello, tutto ciò che ci fa stare bene è arte. L’artista infatti è a stretto contatto con Dio.
“La verità se simbolica è una via Crucis, ma sotto la luce di Dio diventa una via Lucis”.
Domenica Licastro