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13/Giu/15

Convivio della Comunicazione e della Cultura

Questo il tema della giornata del Convivio dedicata alla famiglia con l’incontro dell’Ufficio diocesano di pastorale famigliare e delle famiglie con don Antonio Sciortino, Direttore Responsabile di Famiglia Cristiana e con don Antonio Tarzia, Direttore Responsabile de “il Giornalino” e autore della collana di favole del “G. Baby”, nella gremitissima Casa del Laicato a Gioia Tauro la sera di venerdì, 12 maggio.

Un incontro voluto dal nostro vescovo per porre all’attenzione uno dei problemi più scottanti della società, quello della famiglia. E subito alla ribalta don Antonello Messina, neo Direttore della Consulta della Pastorale per la Famiglia istituita in Diocesi che si avvale della presenza di cinque coppie che, sempre per volontà del vescovo, stanno ultimando la formazione in Scienze del Matrimonio e della famiglia presso il Pontificio Istituto Giovanni Paolo II di Roma. Don Antonello ha spiegato il perché di questo organismo in Diocesi indispensabile di fronte ai numerosi attacchi che minacciano la famiglia. E poi la dott.ssa Mariangela Macrì, esperta di medicina  e scienze umane che collabora con il Centro Culturale Cattolico “Il Faro” diretto da don Giancarlo Musicò che si propone nell’ambito diocesano di porsi “con occhio critico e con senso di discernimento di fronte alla cultura contemporanea, specialmente quando vorrebbe estraniarsi a se stessa rifiutando a priori il “discorso Dio” e  che ha portato all’attenzione dei presenti tutte le problematiche che in ambito etico e bioetico sono collegate con la famiglia e tutte le derive che la possono sovrastare in una società liquida, che distrugge valori e annulla le coscienze delle persone.

Dopo questo avvio, l’incontro è entrato nel vivo con gli interventi di don Sciortino e di don Tarzia.

Il primo ha esordito affermando che oggi “si vuole rottamare la famiglia, patrimonio dell’umanità, risorsa principiale del nostro paese, quando invece tenendo conto soprattutto del suicidio demografico in atto in Italia si dovrebbe puntare sulla famiglia, investire sulla famiglia. Cosa che nessuno fa, soprattutto il fisco, che non investe sulla famiglia, anzi la sottopone a imposte onerose soprattutto quando essa, avrebbe più bisogno di aiuti e di interventi in ambito economico-finanziario più favorevoli rispetto al singolo individuo”.

E poi il riferimento alla nuove forme di famiglia che la società vuole imporre, con l’affermazione di don Sciortino che “se tutto è famiglia, allora la famiglia non è niente”, con uno sguardo critico soprattutto sulla famiglia mediatica, proposta da tv e cinema, che non è la realtà, che anzi è lontana dalla realtà: riflettendo su separazioni e divorzi e sul divorzio breve che ormai esiste nella nostra terra la considerazione che i figli dei divorziati si portano dentro questa ferita e che proprio per questo il servizio pubblico dovrebbe raccontare la famiglia reale. Non solo. Spesso della famiglia vengono narrate le cose più brutte, più negative, mentre dovrebbero raccontare anche le cose belle e soprattutto pensare che la famiglia guarda al futuro perché dalla famiglia discende la salvezza anche economica della nostra società.

Nel suo intervento don Tarzia ha sottolineato l’importanza dell’educazione dei figli evidenziando come la Chiesa abbia una grande funzione di supporto della famiglia in tale ambito e questo lo deve fare adoperando i mezzi più adeguati per raggiugerla, per portare in Vangelo nella società perché essa si modelli su Gesù Maestro.

E’ stata poi la volta del nostro vescovo, mons. Francesco Milito, che ha sottolineato il compito primario e insostituibile della famiglia nell’educazione dei figli e l’importanza della testimonianza cristiana dei genitori. E pensando a quanti oggi si sposano in chiesa ha evidenziato come spesso ciò avvenga con molte riserva da parte dei nubendi che spesso non comprendono il vero significato del sacramento del matrimonio. A tal proposito don Sciortino ha sottolineato che bisogna puntare su una formazione cristiana seria per quanti si vogliono sposare in chiesa,  e poi a braccio, che c’è bisogno di leggi che pongono come loro fondamento il criterio della famiglia; che in una società votata al consumismo e all’effimero è necessario riscoprire la bellezza della domenica per riscoprire la bellezza dei rapporti, con l’Eucaristia domenicale che dovrebbe essere il luogo dell’incontro della famiglia; che a livello politico, pensando ad esempio al contenuto dell’art. 31 della Costituzione, bisogna essere presenti là dove le leggi si fanno; soprattutto, se lo Stato veramente vuole promuovere la famiglia, è indispensabile che venga affrontato il problema della disoccupazione giovanile, gravissimo soprattutto nel nostro paese, dove circa il 50 per cento dei giovani non lavora e le prospettive per il futuro sono drammatiche.

Dopo un breve spazio dato agli interventi dei convenuti i relatori sono stati invitati a fare le loro conclusioni.

Don Sciortino ha invitato i presenti a riscoprire la bellezza del pasto comune. Don Antonio Tarzia ha esortato a dare umanità ai bambini, con i quali è indispensabile il contatto umano. E il vescovo per concludere, essendo nel giorno della solennità del Sacro Cuore di Gesù, espressione tangibile dell’amore di Dio verso ognuno di noi, ha inviato i presenti a chiedere al Signore di custodire la famiglia, e si è augurato che nelle nostre famiglie regni l’educazione alla preghiera: “che le nostre famiglie siano cantieri della fede e della preghiera e il resto lo farà il Signore”. E per suggellare questi aneliti tutti hanno pregato con il Credo della famiglia.

La serata si è conclusiva con un gioioso momento di condivisione per festeggiare gli illustri ospiti presenti, anche in  considerazione della festa del loro onomastico che era alle porte.

 

Cecè Caruso

 

CREDO NELLA FAMIGLIA

 

Credo nella famiglia, o Signore:
quella che è uscita dal tuo disegno creativo,
fondata sulla roccia dell’amore eterno e fecondo;
Tu l’hai scelta come tua dimora tra noi,
Tu l’hai voluta come culla della vita

Credo nella famiglia, o Signore:
anche quando nella nostra casa
entra l’ombra della croce,
quando l’amore perde il fascino originario,
quando tutto diventa arduo e pesante.

Credo nella famiglia, o Signore:
come segno luminoso di speranza
in mezzo alle crisi del nostro tempo;
come sorgente di amore e di vita,
come contrappeso alle molte aggressioni
di egoismo e di morte.

Credo nella famiglia: o Signore: come la mia strada
verso la piena realizzazione umana
come la mia chiamata alla santità,
come la mia missione per trasformare il mondo
a immagine del tuo Regno.

Amen.

 

Allegati:

Apertura Causa Beatificazione di P. Ludovico Polat

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