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29/Giu/15

Conclusione del Percorso di formazione per Operatori Caritas parrocchiali

 Presso il Centro del laicato di Gioia Tauro si è concluso il Percorso di formazione per operatori pastorali della Carità della Diocesi di Oppido Mamertina-Palmi, organizzato da Caritas diocesana di concerto con S. E. Mons. Francesco Milito che ci tiene, in modo particolare, alla preparazione e all’aggiornamento costante di chi opera nel campo della Carità.

L’azione formativa si è snodata attraverso una programmazione rinnovata e innovativa, comprendente armonicamente contenuti sulla pastorale della Carità, laboratori esperienziali, riflessioni, esperienze, simulazioni, spazi ludici finalizzati a realizzare un’esperienza didattica tesa alla facilitazione dell’apprendimento ed il confronto fra i partecipanti, e la dimensione spirituale, elemento costitutivo dell’essere Chiesa.

I Moduli sono stati articolati in undici incontri di due ore e trenta minuti ciascuno, suddivisi in tre tempi:

  •           un primo tempo dedicato alla preghiera, alla lettura e alla riflessione delle tappe fatte dal “Buon Samaritano” nel suo viaggio da Gerusalemme a Gerico;
  •           un secondo tempo di esposizione attraverso il quale i corsisti  hanno ricevuto indicazioni sui contenuti delle varie unità didattiche;
  •            il terzo momento, a carattere laboratoriale, dove realizzare un’esperienza didattica tesa alla facilitazione dell’apprendimento ed il confronto tra i componenti dei gruppi.

Detto Percorso ha voluto offrire, inoltre, l’occasione di un approfondimento sul tema dei “tanti volti del povero di oggi” e della consapevolezza di percorrere le “periferie esistenziali dell’umanità” per scoprire i bisogni nascosti.

Un Percorso metodologico, questo, che si ispira alla riflessione del Concilio Ecumenico Vaticano II che si può riassumere in tre parole-chiave: Ascoltare che è l’antenna ricevente, Osservare, Discernere per Agire che rispecchia il metodo pedagogico della Caritas e il gesto del Samaritano nel suo incontro con “l’uomo mezzo morto” lasciato ai margini della strada.

Volendo fare una considerazione sul clima vissuto durante le attività, dobbiamo dire che è stato di massima serenità, di comunione e di entusiasmo generale, sia per l’attivazione di dimensioni relazionali ed emozionali giocate fra formatore/facilitatore e partecipanti, sia per le dinamiche di gruppo e gli spazi ludici mirati all’accoglienza, alla conoscenza reciproca e all’integrazione.

Molto efficace l’idea di partire dalle esperienze personali per far emergere i contenuti-chiave trattati nelle varie tappe.

La metodologia usata, rispetto alla lezione frontale o alle solite relazioni, anch’esse molto valide, comunque, ai fini dell’informazione, ha permesso una maggiore attenzione e un maggior coinvolgimento di tutti i membri che riceveranno l’Attestato di partecipazione nell’ultimo incontro di verifica e valutazione che si terrà nel mese di settembre alla presenza del Direttore Caritas diac. Cecè Alampi e di S.E. Mons. Francesco Milito.

La valutazione del Percorso effettuato si rende necessaria per verificarne la positività e mirare negli anni a venire ad una formazione che garantisca competenze e sia integrata con le altre azioni organizzative; possa, inoltre, aumentare il senso di comunione ecclesiale tanto necessaria per l’avvio di una pastorale integrata.

Questo cambiamento, auspicato da anni, è ribadito ancora oggi negli incontri della Caritas Italiana, che ha pensato all’elaborazione del Piano Integrativo di Formazione ( PIF ), con l’obiettivo di strutturare un’Offerta formativa pluriennale che risponda meglio ai bisogni delle Caritas Diocesane e consenta loro di programmare una formazione colmativa, maturativa, capace di accrescere le conoscenze e consolidare l’impegno degli operatori per affrontare il compito, non semplice, di promuovere l’uomo ed al contempo testimoniare, con tutta la Comunità parrocchiale, la compassione di Dio per ogni persona.

 

Rosario Rosarno

 


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