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18/Ago/15

Il primo anniversario del ritorno alla Casa del Padre di S. E. Mons. Luciano Bux

“Chi mi ricorda preghi per il suffragio dell’anima mia”. Parole semplici del Testamento spirituale di Mons. Luciano Bux che la sera dell’otto agosto, in  occasione del primo anniversario del suo ritorno alla Casa del Padre,  si sono concretizzate per la nostra Chiesa diocesana che si è raccolta intorno al suo Pastore, Mons. Francesco Milito, in Cattedrale, per la concelebrazione eucaristica in suffragio del nostro Vescovo emerito. Una celebrazione commovente in cui è riecheggiato tra tutti i presenti il ricordo di Padre Luciano e dell’amore che lui ha nutrito per la nostra Chiesa locale.
 
Una celebrazione che ci ha parlato tanto della sua figura alla luce soprattutto della Parola ascoltata che ben si collegava con la vita e l’opera Mons Bux. A partire dal quesito radicalissimo che Gesù alla fine porrà ai suoi discepoli: Volete andarvene pure voi? Volete camminare per conto vostro e con San Pietro che controbatte: Signore, dove andremo, dove andremo a battere la testa, dove troveremo qualcuno che ci possa dare quelle certezze che in te ci sono? E di fronte alla durezza di cuore degli ascoltatori Gesù che richiama la benevolenza del Padre: “Nessuno può venire al Padre, se il Padre non lo attira a sé”, cosa che egli fa ponendo dinnanzi a noi un cammino di fede illuminato dalla sua Parola e donandoci la sua grazia per mezzo della quale crediamo che Gesù è veramente presente, è il Pane di vita, anche se forse siamo degli indiretti mormoratori quando di questa ricchezza che egli è, noi non abbiamo colto, gustato tutta la bellezza e la forza. “Per questo – ha proseguito il vescovo – sarebbe bello se tanti nostri tabernacoli avessero sulla porticina l’icona del brano della prima lettura del giorno, un uomo, il profeta Elia, sfinito moralmente, stanco fisicamente, che invoca la morte come dono del Signore, e il Signore che lo sostiene, che interviene e gli dice “Alzati, mangia” perché ancora devi fare molto cammino”. E la nostra stessa esperienza, fatta spesso di mormorazioni di fronte agli aspetti negativi della nostra vita come se non fossimo certi che il Signore è vicino a noi e ci da la sua forza, il suo riposo. “Tutti noi siamo come Elia – ha detto il vescovo –  e se abbiamo un  po’ di fede dovremmo anche noi sentire le parole che il Signore gli rivolge: “Mangia” e comprendere come nella Chiesa il cammino è autentico quando tra noi e l’Eucaristia come singoli e come comunità c’è questo legame strettissimo”.
 
E attualizzando questa parola nella vita del compianto Padre Luciano, Mons Milito ha proseguito: “Questa sera, ricordando il primo anniversario del trapasso di Mons. Bux, che cosa ricordiamo, in fondo, se non un prediletto del Signore, per averlo chiamato al suo servizio, per aver dedicato una parte della sua vita al ministero episcopale, che nell’Eucaristia ha trovato la forza per reggere i fedeli a lui affidati?”. Poi  il vescovo ha osservato come una delle cose più belle che un episcopio possa avere è certamente la cappellina del Santissimo perché avere il Signore in casa è la forza più grande, poter ricorrere a lui durante il giorno e soprattutto nella notte significa veramente prendere quella forza che altrimenti non avresti e gli altri non ti darebbero. Così è stato per Mons. Bux. Per questo l’Eucaristia è fonte e culmine della vita cristiana e ogni riferimento di pietà e di fede se non parte dall’eucaristia non è pietà e non è fede autentica.
 
Il vescovo non far presente che tra poco sarebbe stata portata alla comune devozione e preghiera dei fedeli di Oppido Mamertina l’effige della Madonna Annunziata ha osservato come tutti dobbiamo guardare a lei e alla sua fede nel capire gradualmente il grande mistero affidatole e le difficoltà che il suo cammino avrebbe comportato. Per questo l’importanza di andare  come Maria a scuola di Gesù, di nutrirci della sua parola per comprendere il cammino che ci porta all’Assunta, e capire come l’Eucaristia sia viatico della Chiesa pellegrina, cibo nel nostro viaggio verso il cielo.
 
L’invito finale del vescovo: “Questa sera la nostra preghiera al Signore perché il Padre ci attiri a sé e noi possiamo rispondere aderendo con la nostra fede a quello che lui ci dice. Ognuno di noi si scopra come Elia, bisognoso di aiuto, di riposo, ma pieno di fede per accogliere il suo dono e guardare avanti. Come Maria possiamo anelare al Paradiso e un giorno contemplarla assunta in cielo. Per Mons. Bux chiediamo al Signore la luce eterna, la beatitudine, la pace e il premio che il Signore concede a chi l’ha servito e che egli preghi per questa sua Chiesa che egli ha amato e servito”.
 
Il nostro anelito sia sempre rivolto al cielo e come Padre Vescovo ci salutava nel suo Testamento spirituale: “Arrivederci a tutti alla risurrezione dei nostri corpi”.
 
Cecè Caruso


AUDIO OMELIA


Allegati:

Apertura Causa Beatificazione di P. Ludovico Polat

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