Don Cosimo nel porgere il suo saluto ufficiale al vescovo e a tuti i catechisti convenuti ha sottolineato l’importanza del ministero di catechista e della necessità della formazione sistematica e permanente che la nostra Diocesi negli ultimi anni si è impegnata a fornire con periodici incontri di formazione. Ha evidenziato poi come il servizio catechistico non debba essere considerato come un servizio per la parrocchia bensì come un servizio per la Diocesi. Infatti il Mandato esprime l’appartenenza responsabile del catechista a tutta la comunità diocesana, perché manifesta la sua corresponsabilità nella missione di annunciare il vangelo e di educare e accompagnare nella fede, per cui un catechista potrebbe essere inviato a catechizzare anche in una parrocchia diversa dalla sua. Ha infine invitato i presenti, al di là dei loro dubbi e limiti, a riporre la fiducia nel Signore perché è lui che ci conduce in questo impegno così indispensabile e importante.
Il vescovo nella sua omelia ha sottolineato come la vocazione ad essere catechisti sia una chiamata esigente perché richiede la conversione del cuore e la formazione continua, ma che il primo impegno del catechista deve essere quello di essere discepolo della Parola, con l’ascolta giornaliero della parola, soprattutto con il rapporto giornaliero con la parola che abita nella nostra casa con la quale non deve mai mancare il contatto quotidiano. Il vescovo in maniera forte ha detto ai catechisti: “Prima di fare discepoli, fermatevi e siate discepoli della parola, perché, attingendo ad essa ogni giorno, veniamo illuminati, guidati, formati; quella parola, che come afferma la lettera agli Ebrei nella seconda lettura del giorno ‘penetra fino al punto di divisione dell’anima e dello spirito, fino alle giunture e alle midolla’, permettendo di fare chiarezza in noi e mostrando sempre la sua efficacia”. Per questo S. E. ha invitato i catechisti all’inizio di questo nuovo anno pastorale a fare un patto con il Signore perché egli sia per noi la permanente Parola alla quale ricorriamo per ricevere l’aiuto indispensabile per vivere la nostra vita personale e il nostro impegno nel servizio catechistico.
In secondo luogo il nostro vescovo ha sottolineato che occorre che il catechista faccia un ulteriore passaggio perché la parola da ascoltata diventi incarnata, cioè linguaggio autentico attraverso la testimonianza cristiana, logica conseguenza dell’essere discepolo della parola: “Se tu sei discepolo della Parola, diventi parola assimilata e vissuta”. Per questo S. E. nell’indicare ai catechisti i tempi e le tematiche del Corso di formazione dei catechisti nel nuovo anno che nella Diocesi sarà l’Anno dell’Unità, strettamente collegato con il Giubileo della Misericordia, li ha esortati a non lasciarsi scoraggiare, a riprendere vigore facendo sì che le difficoltà diventino punto di partenza per andare avanti e perché la catechesi nella nostra Diocesi sia una catechesi incarnata, contestualizzata. “Il nostro essere parola, il nostro vivere la parola – ha continuato il vescovo – aiuti la Piana a mostrare il suo vero volto umano e questo grazie al cammino di catechesi che nella nostra Diocesi deve diventare un itinerario permanente che accompagni l’essere umano per tutta la vita per far comprendere quanto cose possono cambiare nella nostra società attraverso un’educazione permanente, attraverso una rivoluzione interiore, mediante la conversione del cuore”.
Il vescovo, per questo, ha sollecitato i catechisti a riscoprire l’importanza del loro ruolo nella vita della Chiesa, accanto al presbitero, che certamente in una parrocchia è il responsabile e il garante della trasmissione della fede ma che deve fare partecipi tutti i fedeli di questa missione, insieme sintonizzati sulla vita della Diocesi, perché l’annunciare, il testimoniare, l’applicare fanno parte integrante del messaggio, della nostra sostanza di essere cristiani, presbiteri e catechisti insieme.
Nell’invitare i catechisti a partecipare agli incontri di formazione e richiamando la colletta del giorno in cui abbiano chiesto al Signore che sorretti dal suo paterno aiuto, mai ci stanchiamo di fare il bene, il vescovo ha quindi esortato i presenti ad essere certi dell’aiuto del Signore al quale dobbiamo chiedere, al contrario del ricco del vangelo del giorno, di diventare poveri di noi ma ricchi di Lui.
Per suggellare quanto da lui affermato, il vescovo ha alla fine letto un passo del documento della Commissione Episcopale per la dottrina della fede, l’annuncio e la catechesi “Incontriamo Gesù – Orientamenti per l’annuncio e la catechesi in Italia” su Identità, Vocazione, Ministerialità e Formazione dei Catechisti, evidenziando la particolare chiamata dei catechisti a svolgere il loro servizio nel contesto della nuova evangelizzazione.