Filo rosso dell’Assemblea è stato il tema della cittadinanza attiva “educare alla politica intesa come realizzazione della cultura del servizio”, uno dei punti scelti per quest’anno dal Progetto quadriennale della Zona. Due testimoni d’eccellenza si sono avvicendati nel raccontare la propria formazione e la propria scelta di servizio sul territorio: don Pino De Masi e Sandro Repaci.
Don Pino De Masi, parroco di Polistena, referente della fondazione Libera e che ha ricevuto di recente il premio Borsellino ha raccontato la sua esperienza come sacerdote al servizio della sua città.
“Bisogna ripartire dal bene comune, dalla città, dai principi che stanno alla base del nostro vivere. Il primo valore per chi si impegna in politica è la tutela della persona e della sua centralità (dignità). Il bene comune non sono solo le strutture o i servizi presenti sul territorio ma sono tutte quelle cose che permettono alle persone di raggiungere la pienezza. C’è bisogno che chi si occupa di politica abbia una certa spiritualità e un’attenzione particolare verso i cittadini e il bene comune. Anche l’AGESCI deve permettere che gli associati abbiano un’educazione alla politica come servizio alla comunità. La politica è la più alta forma di carità e in questo in un territorio/terra di frontiera come il nostro non è facile essere coerenti e attenti ai reali bisogni del nostro territorio perché nel nostro territorio esiste la ndrangheta e la mentalità mafiosa in ogni cittadino di questo territorio fatta di deleghe, rassegnazione e volontà di usare la politica ad uso personale. In alcuni dei nostri territori non vi è distinzione tra ndrangheta e politica soprattutto nei piccoli comuni, infatti assistiamo a tanti casi in cui vengono arrestati i politici per mafia. Ma come noi ci poniamo nei confronti del nostro territorio se vogliamo impegnarci in politica? I partiti non esistono più, vi sono solo comitati elettorali dove si “pescano” le persone. Allora dovremmo ricreare le occasioni perché si possa dare ai giovani la possibilità di formarsi alla politica per riuscire ad avere politici con passione, senso di responsabilità e lungimiranza. Non dobbiamo avere paura della politica perché il nostro non impegno lascia spazio alla mafia.”
E a chi chiedeva “Come possiamo educare al coraggio?” don Pino ha risposto: “Dobbiamo educare al coraggio e alla speranza arrabbiandoci se le cose non vanno e avendo coraggio per metterci in gioco. La parrocchia non deve gestire liste ma fornire ai parrocchiani le occasioni di formazione e promuovere i valori del servizio al bene comune e alle persone.”
Sandro Repaci è medico, colonna della storia dell’Agesci Calabria, ha ricoperto incarichi in zona, regione e nazionale. Non ultimo quello della formazione capi.
“Noi nella nostra associazione utilizziamo anche beni materiali come strumenti educativi (cura dei picchetti, cucinare, avere la responsabilità delle tende..). Sono stato in politica come segretario provinciale della democrazia cristiana che mi avrebbe portato fino alla camera. Ma il rapporto che la gente aveva con il lavoro non mi piaceva e quel mondo si discostava dai principi che avevo fatto miei attraverso lo scoutismo.”
Ha raccontato delle fragilità e delle forze della politica, degli scontri duri e del coraggio di voler cambiare partendo dalle piccole cose che una piccola realtà vive nel quotidiano.
“Ti chiedi se ne vale la pena. La risposta è che ci sono anche tante persone che senza l’esperienza dello scoutismo non avrebbero vissuto questa fase della loro vita. Il problema non è vincere le elezioni ma mantenere in vita i valori (condivisione, onestà etica, moralità, trasparenza…) all’interno della politica. Non dobbiamo cambiare il mondo ma evitare che questi valori non vengano messi da parte. Stiamo iniziando a vergognarci di sostenere alcune cose. È importante l’educazione, l’esempio e la testimonianza. La politica è la trasposizione nel governo delle cose dei valori e i politici sono i più grandi testimoni. Fare politica ti prende tempo, ti da frustrazione, insoddisfazione rispetto alle cose che vorresti fare ma non puoi, problemi in famiglia. ma è un po’ come fare il capo che avverte le stesse difficoltà. La verità è che in entrambi i casi ti devi divertire! Inoltre essere un politico è proprio come essere un capo che cammina d’avanti: sei il primo nella responsabilità, nel mettersi in gioco e nel correre un pericolo. Il problema dei giovani è reale perché la politica ha perso il suo fascino e non riesce a parlare più a nessuno e perché ai giovani manca la passione e questo è il problema dei nostri clan perché sono disillusi e forse noi nel proporre alcune cose abbiamo il tiro troppo alto e loro si rifugiano nel telefono e altro. Il tempo dell’impegno giovanile non si ripeterà mai più. Per quanto riguarda il rigore che ognuno di noi dovrebbe avere dico che abbassare la qualità di quello che facciamo solo per poter vivere non è vivere. Dobbiamo mantenere la fermezza su alcuni punti con la consapevolezza che comunque potrai incontrare nella tua strada il picciotto di turno. Non incito all’eroismo ma al rigore.”
Son seguiti i lavori di gruppo nei quali si è pensata e progettata una attività concreta e incisiva sul territorio.
L’Assemblea è sempre un’occasione di formazione, di crescita e di confronto tra adulti che condividono il servizio educativo rivolto alle nuove generazioni, è un’opportunità di vivere e sentire l’appartenenza all’Agesci che nello spirito della democrazia associativa ha la sua massima espressione.
Lo spirito che anima i Capi Agesci è quello di non stare a guardare ma di seguire “le orme del Maestro”, con lo sguardo di chi lancia il cuore oltre l’ostacolo con speranza e coraggio.
I Responsabili di Zona Vincenzo ed Elisa