APERTURA PORTA DELLA MISERICORDIA
III DOMENICA DI AVVENTO – GAUDETE Cattedrale Santuario
Oppido Mamertina, 13 dicembre 2015
OMELIA
L’interiore atteggiamento di meditazione, personale e comunitario, che si addice a questa sosta centrale dopo l’ascolto della Parola e i momenti vissuti nel rito di Apertura della Porta di Misericordia, ci predispone ad una visione di sintesi onde fissare i motivi propulsori per l’Anno Santo. Dalla Chiesa del Calvario – quasi rimando al monte dove visibilmente si compi` l’evento finale della nostra redenzione, cioe` della riconciliazione con il Padre – a questa Chiesa Cattedrale, dove come Chiesa madre, l’Eucaristia sacramento permanente della misericordia rinvia a Nazareth, dove in Maria si apri` la porta della salvezza, le varie tappe celebrate, veri indicatori, da cui ripartire, sono per il tempo di grazia che il Giubileo straordinario affida a ciascuno e alla Chiesa. La misericordia e` l’applicazione del perdono e la coscienza del disordine verso il Signore e` la voce che ci fa attenti e umili.
I.
Su che cosa, dunque, vogliamo invocare l’amore misericordioso del Padre? Partiamo dai suoi doni per verificarne custodia, disattenzione o dimenticanza.
1. La domenica, giorno unico e specialissimo scelto per richiamo alla sua natura e salvezza, in quanto Pasqua della Settimana: della celebrazione dell’opera del Creatore (Dies Domini), giorno del Signore risorto e del dono dello Spirito (Dies Christi), giorno dell’Assemblea eucaristica cuore della domenica (Dies Ecclesie), giorno di gioia, riposo e solidarieta` (Dies Hominis), giorno della festa primordiale, rivelatrice del senso del Tempo (Dies Dierum: cfr. GIOVANNI PAOLO II, Lettera Apostolica Dies Domini, 31 maggio 1998, solennita` di Pentecoste).
Non puo` sperimentarsi misericordia, infatti, se non si entra nel riposo di Dio, che rigenera, consola, rinforza. Il primo perdono da chiedere parte dall’osservare limiti e difetti ai quali il Giorno del Signore e` sottoposto da uno stile di vita contemporaneo per il quale il tempo di Dio e` assorbito e quasi profanato da stili di vita, quando non alienanti, di certo scomposti rispetto ad una calibratura umana ed umanizzante.
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2. L’Eucaristia, mistero della Fede (cfr. PAOLO VI, Lettera Enciclica Mysterium Fidei, 3 settembre 1965), madre della Chiesa (GIOVANNI PAOLO II, Lettera Enciclica, 17 aprile 2003), sacramento di unita` (BENEDETTO XVI, Esortazione apostolica postsinodale Sacramentum Caritatis 22 febbraio 2007), resta la celebrazione inaugurante ogni Giubileo. Principe dei sacramenti solo in essa si percepisce e si gusta l’esperienza di comunione con Dio, re del banchetto tutto teso a coinvolgere nella sua gioia quanti hanno accettato l’invito a parteciparvi, forti di una riconciliazione avvenuta e assimilata dalla sua presenza in noi e tra noi. Quali i perdoni chiedere per conduzioni e animazioni, che non fanno a percepire la dimensione celeste di questo giorno, luce nel grigiore di tanti giorni?
3. Il celebrante, nella persona del Vescovo, come presidente dell’intera celebrazione, segno visibile dell’unita` della Chiesa e quindi richiamo della sua funzione di servo della sintesi. L’esame verte sulla corresponsabilita` e la cooperazione, garanzia efficacia apostolica, superante tentazioni di indipendenza, irrigidimenti, tensioni appartenenti si` al limite umano, ma non alla natura pacificante della Chiesa.
4. La statio in Chiesa, come accoglienza dell’invito a trovarsi insieme per insieme pregare, fermarsi e sapere attendere, sentirsi coinvolti e avvertirsi come membra viva di una comunita` e Corpo unico. La pratica dell’accoglienza reciproca, della stima sincera nel Signore, al di la` della realta` frenante del difetto e della criticita` del fratello, e` uno degli aspetti piu` critici e ricorrenti nei rapporti personali, capaci di incrinare l’atmosfera di serenita`, di creare tensioni e favorire divisione, quasi a dire: a scatenare le occasioni meno propizie, se non addirittura impossibili per vivere la celebrazione eucaristica in autenticita`, con semplicita` di cuore e coerenza alla sua natura di Sacramento dell’unita` e dell’amore. Non sono questi tutti elementi da offrire allo sguardo misericordioso del Padre perche´, in quanto tutti figli suoi, ricostituisca in noi il senso, la gioia, il dono della fraternita` come collante del vivere la comunita` umana a riflesso della comunita` divina?
5. Da qui il senso e il segno piu` autentico nella processione. L’incedere compatto dallo stesso punto di raccolta e motivati dallo stesso fine, giungere alla meta fissata e` esercizio di concordia e pazienza, insieme, di fede e di umilta`, di attenzione e di sostegno, di condivisione e di rispetto per i ritmi altrui. E` ricordare che la vita e` di natura sua dinamica, un avanzare, con la preghiera nel cuore che si fa canto nella gioiosa prospettiva di accelerare i nostri passi in vista della Citta` Santa. Chiedersi se lo staccarsi dalla Comunita` per continuare da soli, il sottrarsi alla solidarieta` per non impegnarsi a fondo, l’aver fretta senza saper attendere chi fa fatica a mantenere il passo, non siano aspetti ricorrenti in cui l’affermazione dell’io si estranei dall’accoglienza del noi, che fa la Chiesa, e da la cifra e la pratica dell’essere popolo tutto di Dio, da Lui convocato e in Lui solo fondato.
6. Garanzia la piu` sicura per procedere sulla giusta rotta e` la Parola di verita`, guida e via, e percio` vita, cioe` forza per l’incedere. «Lampada ai miei passi e` la tua parola, luce sul mio cammino» (Sal 118[119], 105) riconosciamo con l’orante, avendone sperimentata la certezza. Pur convinti, tuttavia, la seduzione di altre parole ha potere di distrarre, creare interferenze, disturbarne l’ascolto, ritardarne l’accoglienza, accomodarne il senso. Si finisce per non sapere in quale direzione andare. Ma confessiamo con Pietro: «Signore, da chi andremo? Tu solo hai parole di vita eterna e noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio» (Gv 6, 68-69). Tra le proposte, le piu` avvertite per l’Anno della Misericordia, c’e` la Lectio divina. E` un esercizio spirituale, di millenaria e positiva esperienza, alimento corroborante nella vita dei Santi. Potrebbe….
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