Con la cerimonia svoltasi ieri, martedì 15 Dicembre 2015, ha avuto luogo l’apertura della seconda porta santa nella Diocesi di Oppido Mamertina – Palmi. La porta aperta è quella della chiesa di San Giovanni Battista, in Rosarno, conosciuta anche come la chiesa Matrice della città, che, dunque, è stata scelta come chiesa giubilare per il Vicariato di Gioia Tauro – Rosarno. Si è trattata di una scelta di profonda importanza, avvenuta con l’assenza del Vescovo e su suggerimento del consiglio presbiterale.
L’importanza di tale scelta, secondo il parroco mons. Giuseppe Varrà, è da ricondurre alle problematiche che la città ed il vicariato stesso presentano, problematiche che, con ogni probabilità, hanno giocato un ruolo fondamentale per la decisione finale. Si tratta di una scelta che assume anche dei connotati simbolici se si considera che la statua che sovrasta l’altare principale della chiesa matrice è quella che raffigura la “Madonna Nera”, la Madonna di Patmos, ritrovata sul litorale di Rosarno da un Bovaro. Mons. Varrà spiega: «L’importanza di questa scelta per la città di Rosarno deriva dal Giubileo stesso e dal suo tema, quello della Misericordia. Dio guarda a noi e noi dobbiamo guardare ai nostri fratelli con occhi di Misericordia. Credo che questa indicazione del consiglio presbiterale debba trovare pronte tutte le comunità parrocchiali della Diocesi e, in maniera particolare, del nostro vicariato, con quest’atteggiamento di Misericordia proveniente da Dio e che deve raggiungere i nostri fratelli». Il momento dell’apertura della Porta Santa è stato atteso con trepidazione da numerosissimi fedeli, che già un’ora prima del momento dell’apertura affollavano la chiesa e la piazza antistante.
Le numerose presenze riscontrate domenica ad Oppido e ieri a Rosarno sono state accolte con gioia dal nostro Vescovo, mons. Francesco Milito, che ha definito la folla dei fedeli come un fiume proveniente da tutte le parrocchie della diocesi e che si confondeva con l’acqua Benedetta che si è diffusa su tutti i fedeli. Mons. Milito ha ringraziato Dio per la tanta affluenza ed ha auspicato una risposta altrettanto positiva per i prossimi eventi giubilari in programma. Il Vescovo, durante la sua Omelia ha spiegato: «Rosarno è stata scelta per prima, e a ben ragione. Se siamo così numerosi oggi significa che della Misericordia di Dio abbiamo profondo bisogno». E ancora: «Tutti noi, quest’anno, siamo richiamati a diventare Dio. Molte volte accade che ci sia qualcuno che crede davvero di esserlo e tenta di sostituirsi all’Eterno Padre, chi molte volte, con la violenza, il sopruso, il sangue, tenta di affermare la propria supremazia sugli altri. Questa è la forma più bassa di credersi Dio, perché di Dio ce n’è uno solo. Se noi vogliamo realmente essere come Dio, l’unica via per farlo è essere Misericordiosi!». Ciò che tutti i fedeli dovranno imparare a fare, il primo compito affidato loro dal Signore è quello di essere dono di Misericordia per i nostri fratelli, riconoscendo prima di tutto bisognosi noi stessi come bisognosi di Misericordia e sperimentando dunque in prima persona questo dono.
Il Vescovo ha infine lasciato in consegna due figure per il popolo rosarnese: il patrono S. Giovanni Battista e Maria Ss. di Patmos, invocata nello “spasmo”, nella sofferenza. «Come il primo – ha detto il vescovo – dobbiamo imparare ad essere credibili e vivere ciò che professiamo. Come Maria, che ha vissuto il dolore di tante mamme di questa terra di vedere un figlio ucciso, mostrare una pazienza che non cova vendetta e odio, ma costruisce perdono e misericordia»
Ferdinando Panucci