A Mons. Milito i diaconi esprimono la loro vicinanza, il loro affetto, la loro filiale obbedienza e il loro sostegno nella preghiera perché con il vigore e lo spirito di iniziativa che lo contraddistingue continui la sua missione di Padre e Pastore della nostra Diocesi. Entrando nel vivo del tema proposto per la meditazione, don Tillieci ha indicato nel voler scoprire la relazione tra noi e Dio che è soprattutto relazione di comunione d’amore il cuore della riflessione. Creando, infatti, l’uomo a sua immagine e somiglianza, Dio lo ha creato per la comunione rendendolo partecipe della sua vita intima, che è comunione del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, che fonda la comunione nella Chiesa.
Attraverso un rapido excursus don Giovanni Battista ha spiegato come nell’ultimo secolo si sia riscoperta l’immagine della Chiesa come Corpo mistico e come popolo di Dio, immagini fatte proprie dal Concilio vaticano II. Il Concilio parla anche dell’immagine della Chiesa come tempio vivo dello Spirito, realtà che sottolinea di più l’azione dello Spirito Santo nella comunità cristiana. Queste tre definizione confluiscono in quella di comunione, che un teologo contemporaneo, M. Schmaus, afferma che “rappresenta il grado massimo dell’intensità della partecipazione, della forza di attrazione e della profondità di fusione tra noi”. Per questo la comunione ecclesiale è partecipazione in virtù dello Spirito santo, alle ricchezze di Cristo ed è comunione di fede, di speranza e di carità.
Riflettendo su questi tre aspetti della comunione il Delegato vescovile ha proposto alcune domande per l’attualizzazione con l’invito ai presenti a chiedersi, con riferimento alla comunione di fede se nei fatti della vita, spesso problematici e di crisi, si lascino guidare dalla logica del vangelo, acquisendo le convinzioni della fede, per poi incarnarli, con l’aiuto del Signore, nei fatti concreti della vita; con riferimento alla comunione di speranza se dinanzi alle difficolta siamo facili allo scoraggiamento o la fede in Cristo ci sorregge per riprendere il nostro cammino e il nostro impegno; e infine con riferimento alla comunione di carità se viviamo la carità verso Dio e i fratelli. A partire da queste riflessioni don Tillieci ha invitato i diaconi, i candidati e gli aspiranti a continuare a riflettere su queste domande cercando di cogliere il senso della meditazione che ha presentato la comunione con Dio come sostanza della nostra vita cristiana, indicando poi alcuni testi biblici utili per la meditazione personale.
Il tema trattato ha senza dubbio rafforzato nei presenti la convinzione di quanto sia importante soprattutto in questo momento della vita diocesana pregare per l’unità della nostra Chiesa locale, che è chiamata con particolare forza a stringersi in unità di intenti al Pastore che il Signore ha voluto come guida della nostra Chiesa che è in Oppido Mamertina-Palmi, perché cresca sempre di più in mezzo a noi la comunione “col Padre e col suo Figlio Gesù Cristo” e così “la nostra gioia sia perfetta” ( cfr 1 Gv 1,1-4).
Cecè Caruso