Padre Mimmo Arena è un Missionario degli Oblati di Maria Immacolata, originario di San Ferdinando, è missionario in Africa e professore presso le Università Pontificie. Di seguito la sua testimonianza-riflessione missionaria.
“Saluti e gioia di essere qui
D’intesa col Vescovo sto visitando le parrochie della Diocesi per preparare la giornata missionaria e così accendere (o riaccendere) “il fuoco della missione”, come desidera papa Francesco nel messaggio per la giornata missionaria di quest’anno.
Ci è data una bella occasione per una buona preparazione per il fatto che chi vi parla è un missionario e per di più un missionario originario della diocesi. Sono infatti nativo di San Ferdinando e ho studiato nel seminario di Mileto e di Reggio. Avevo diciott’anni quando in seconda liceale il Signore mi ha chiamato a diventare missionario nella Congregazione dei Missionari Oblati di Maria Immacolata. Ordinato scerdote son partito in Missione in Africa, prima nel Senegal e poi nella Repubblica democratica del Congo.
Perciò questa è un’occasione di avere un rapporto più diretto con il mondo della missione e per me un’occasione di esprimere la mia gratitudine per la mia Chiesa locale dandole i frutti maturati durante la mia esperienza missionaria. Un esperienza di grazia, dono di Dio che si è svolta realizzando in unità con i miei confratelli tante opere di miserordia a favore dei poveri di quelle terre. Cosa che ha portato i suoi frutti in termine di diffusione del Vangelo, di conversione e di adesione al Signore. Ogni hanno avevavamo tanti catecumeni che ci hanno seguiti nella nostra fede in Cristo; che ricevevano il battesimo la notte di Pasqua e ampliavano le nostre comunità, dandoci la grande gioia di vedere la chiesa nascere e svilupparsi.
Nel suo messaggio, Papa francesco ci ricorda che le missione è un dispiegamento della misericordia di Dio, Infatti la missione i missionari danno il primo posto alle opere di misericordia come segno dell’amore di Dio. Ed è vero in missione con gli aiuti di urgenza si da mangiare agli affamati, si da bere agli assetati scavando pozzi, si curano i malati sostenendo ambulatori e ospedaletti…Quante scuole costruite per istruire gli analfabeti…
Quindi in questa settimana vogliamo celebrare la giornata missionaria che è il momento in cui la Chiesa mostra la sua solidarità con i missionari in terre lontane e bisognose di aiuto. Perciò ci verrà chiesto di collaborare all’opera dei missionari con l’offerta di aiuto in denaro, ma soprattutto con l’offerta delle nostre preghiere e dei nostri sacrifici per esempio le sofferenze delle persone anziane, malate…
Ora, per meglio vivere questo tempo spiritualmente e riaccendere “il fuoco della missione”, motivando di più il nostro zelo missionario, ci poniamo due domande: Che cosa io conosco della missione ? Che cosa io faccio per partecipare alla missione della Chiesa?
Parto da una cosa di cui anche voi siete convinti: tutti nella Chiesa siamo o dovremmo essere missionari.
Certo c’è chi è missionario di professione per così dire, come lo sono io. Ma ciò no toglie che tutti nella Chiesa lo devono essere in grazia del battesimo
Allora questa sera, non potendo troppo dilungarci possiamo centrare la nostra attenzione su come tutti noi possiamo essere missionari sempre e dovunque, senza magari dover abbandonare la nostra patria o la nostra casa, restando li dove siamo, nella nostra famiglia, nella nostra comunità cristiana, parrocchiale, vicino a quelli che ci attorniano.
Vi parlerò allora del Vangelo della comunione che può aiutarci a conoscere più in profondità la missione della Chiesa e a contribuirvi meglio dando a tutti noi la possibilità di sentirci dei veri missionari, cioè testimoni dell’amore di Dio, di Gesù Cristo che ci ha rivelato questo amore di Dio.
Lo sapete che il Vangelo è un messaggio che si può qualificare in diversi modi: Il Vangelo possiamo chiamarlo con tanti nomi . Quest’anno lo chiameremmo senza nessuna esitazione Il Vangelo della miserocrdia, ma possiamo chiamarlo anche il Vangelo della pace, il vangelo della riconcializiaone della giustizia. Addirittura il Vangelo della gioia (Evangelii gaudium).
Tuttavia, in maniera più autorevole possiamo chiamarlo il Vangelo della comunione perché è Gesù stesso che ce lo suggerisce ed è la comunità dei primi cristiani che ce lo dimostra.
Per capire meglio quello che vi sto dicendo poniamoci un’ulteriore domanda: quale è il cuore del Vangelo? Qual è il nocciolo del Vangelo che lo contiene tutto come in una sintesi?
È l’amore scambievole che si può chiamare anche l’agape di Dio, la comunione della Trinità
Il Vangelo è dunque nel suo intimo messaggio di comunione. E’ il bello è che Gesù ci fa capire che quest’amore scambievole ad immagine di Dio che è Amore come ci dice san Giovanni è sommamente missionario. Cioè la comunione che questo amore crea tra di noi attira e fa conoscere Gesù come maestro divino e noi come suoi discepoli: Da questo conosceranno che siete miei discepoli se avrete amore gli uni per gli altri.
Allora vuol dire che non c’è altra strada per essere missionari migliore di questa, se non quella dell’amore.
Personalmente : con l’amore, ponendo gesti d’amore.
Ma anche – ed è meraviglioso, rivoluzionario e estremamente evangelico-, tutti insieme come Chiesa, come comunità, se viviamo in comunione amandoci gli uni gli altri come Gesù ci ha amati.
Qui capiamo che non si tratta di un amore qualunque, solo sentimentale, o astratto, platonico…No è un’amore che comporta il sacrificio di noi stessi, un donarsi perdendosi, come Gesù che nel suo grande amore per salvarci si è annientato, è divenuto nulla per legarsi in unità a tutti gli uomini e farli partecipare della salvezza dell’amore di Dio.
Allora vivendo in comunione, amandoci di vero cuore, troviamo la strada, la maniera la più evangelica e anche la più efficace e garantita di fare missione. E’ la stessa strada percorsa dai primi cristiani. La comunità di Gerusalemme. Cosa leggiamo negli atti degli Apostoli…?
Siamo qui nel Vangelo della comunione che ci aiuta a conoscere meglio la misione della Chiesa di oggi. La Chiesa infatti vuole oggi fare missione in comunione. Dal Concilio al Magistero di oggi, si parla della comunione missionaria.
Inoltre questo Vangelo della comunione mi pare che dia veramente a tutti di partecipare fattivamente alla sua missione che poi è quella del Cristo. Non c’è bisogno di essere prete, frate suora per partecipare a questo tipo di missione basato sulla comunione perché quello che ci si richiede è l’amore di cui siamo capaci tutti. Se ve ne parlo in maniera entusiasta è perché é stata questa la missione che ho cercato di realizzare con i miei confratelli sia nel Senegal che nel Congo. Soprattutto nel Senegal dove ero missionario in mezzo alla gente… Abbiamo agito nell’amore fattivo, nella “fede che opera nella carità” ponendo degli atti d’amore e di misericordia ed ecco che le nostre popolazioni hanno visto in tutto questo l’amore d Dio e hanno voluto conoscere la nostra vita e poi hanno voluto seguirci per amare lo stesso Dio e diventare nostri fratelli di comunità diventando membri della stessa Chiesa. E’ la nostra unità in Cristo che li aveva attirati.
Ma c‘è di più!
Questo Vangelo di comunione ci evangelizza: cioè ci fa intriorizzare i valori evangelici soprattutto quelli della mutua accoglienza nel dialogo, nell’ugualianza e nella solidarità. San Paolo diceva : accoglietevi gli uni gli altri; quello che importa è l’ugualianza tra di voi.
E inoltre esso ci costituisce come Chiesa evangelizzatrice, cioè come Chiesa, che evamgelizzata, evangelizza. E’ questa Chiesa “in uscita” di cui parla papa Francesco; una chiesa che è diventata comunione missionaria, che vive la comunione per saper portare il vangelo della comuniuone agli altri.
Capite che abbiamo in tutto questo il segreto per rispondere adeguatamente ai fenomeni di oggi, soprattutto a livello dell’ incontro con il mondo dei migranti.Guardate i nostri paesi…anche qui in Calabria…Il vangelo della comunione se vissuto ci prepara ll’accoglenza prima di tutto tra di noi e poi tra noi comunità e gli altri per sapere accogliere i migranti in un incontro arricchente per noi e per loro.
E’ in questo modo che interiorizziamo certi insegnamenti della Bibbia fatti propri dalla Chiesa che ci aprono all’universalità: per esempio, che tutti siamo creati all’immagine di Dio; che ogni uomo è mio fratello; che il mondo appartiene a tutti; che i beni della terra appartengono a tutti e che quindi i beni della terra, anche i nostri privati, hanno una destnazione universale che non esclude anzi favorisce i poveri; che nessuno deve essere straniero nel nostro mondo; che dobbiamo cercare di vivere, specialmente noi cristiani, come gente di passaggio, come stranieri, come migranti nella nostra terra, rompendo tutte le barriere del nazionalismo e dell’individualismo per essere uomini-mondo, uomini di apertura mondiale, che appartegono al mondo intero fino ad amare la patria dell’altro come ameremmo la nostra.
E’ così che permettiamo alla missione di Cristo e della Chiesa di raggiungere il suo più intimo obiettivo: la fraternità universale, la comunione di tutta l’umanità, prefigurazione della comunione eterna dei Santi. Infatti la missione fatta nella comunione è destinata a creare comunione a tutti i livelli fino a quello planetario, universale.
Mi sembra che così l’ “Ite missa est” della messa diventa pienamente vero. L’Eucaristia ci riunsce nel nome di Gesù e come sacramento dell’unità ci fa un sol corpo, costruisce tra noi la comunione che poi, uscendo dalla porta della Chiesa, siamo invitati a portare agli altri, nel mondo in cui viviamo.
Lasciamoci con due modelli per la nostra fede:
San Paolo, l’apostolo delle genti, che diede inizio all’evangelizzazione dei nostri antenati. E’ con fierezza che dobbiamo rivolgerci a lui peché ci inculchi “quel guai a me se non non annunciassi il Vangelo” e quel “farsi tutto a tutti per salvare qualcuno”, sinonomo di kenosi di noi stessi per costruire la comunione.
La Madonna in questo mese di ottobre, l’Apostola degli apostoli come la chiama la tradizione perché ha dato al mondo Gesù vivendo in comunione con tutti, suo figlio, Giuseppe nella santa famiglia, Elisabetta, gli sposi di Cana, gli apostoli nel Cenacolo. Possa essa insegnarci a vivere in comunione per dare la mondo Gesù che, per la nostra unità nell’amore, vive in mezzo a noi.”
p. Mimmo Arena, omi