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09/Nov/16

Giubileo dei familiari delle vittime di mafia

Un clima di solennità, nel ricordo delle vittime innocenti della violenza mafiosa. È stata l’atmosfera vissuta domenica scorsa nel contesto della giornata giubilare dedicata ai familiari delle vittime di mafia. La giornata si è svolta a Polistena, divisa tra l’istituto delle Suore della Carità e la Chiesa Giubilare di Maria SS. Immacolata. Per l’occasione, i fedeli si sono riuniti a Polistena non solo dal territorio Diocesano, ma addirittura da tutta la Calabria. Come tristemente noto, infatti, la violenza mafiosa ha lasciato il segno in tutta la nostra Regione, e l’occasione è stata di grande importanza per riunirsi tutti nel nome del Signore. I familiari delle vittime sono dunque giunti a Polistena per ricordare i propri cari, vivendo l’atmosfera del Giubileo della Misericordia.

Come spiegato dal Vescovo Francesco Milito, solo l’amore di Dio può consolare un dolore così grande. La giornata è stata aperta dagli interventi dei relatori, che hanno avuto luogo presso la sala convegni dell’istituto. In apertura, Mons. Milito si è soffermato sulla lettura del Salmo 1, che recita: «Beato l’uomo che non entra nel consiglio dei malvagi, non resta nella via dei peccatori e non siede in compagnia degli arroganti, ma nella legge del Signore trova la sua gioia, la sua legge medita giorno e notte. È come albero piantato lungo corsi d’acqua, che dà frutto a suo tempo: le sue foglie non appassiscono e tutto quello che fa, riesce bene. Non così, non così i malvagi, ma come pula che il vento disperde; perciò non si alzeranno i malvagi nel giudizio né i peccatori nell’assemblea dei giusti poiché il Signore veglia sul cammino dei giusti, mentre la via dei malvagi va in rovina»

«Vi è un duplice modo di essere per gli uomini. – ha spiegato Mons. Milito – Esiste l’uomo Pio, fedele a Dio, e l’uomo Empio, lontano da Dio, che siede in compagnia degli arroganti. Le radici dell’uomo Pio affondano nella fonte rigenerante del signore, la parola di Dio genera frutti sempre nuovi e le sue foglie sono sempre verdi. L’uomo empio, invece, che si immette sulla via del male, potrà anche vivere una vita su questa strada, ma il suo futuro non gli appartiene, egli è destinato a disperdersi come la pula al vento». «Da anni ormai – ha continuato il Vescovo – rifletto su una frase pronunciata da Gesù in croce: “Padre perdonali, perché non sanno quello che fanno”. Penso che chi vive nel male non sappia ciò che fa. Capisce che è il male, ma in lui c’è una coscienza demoniaca ed infernale, che lo porta a ritenere corretto il suo operato. Chi agisce nella logica della violenza mafiosa non fa il male per farlo, ma crede di fare il bene suo e di altri. Non sa che quello è male perché non è mai stato educato a comprenderlo, non è mai stato introdotto a capirne la gravità, è all’oscuro della verità». Lunga ed importante è stata poi l’approfondimento del Vescovo sul valore del perdono: «Solo la fede permette il perdono – ha spiegato – il Padre Nostro ci insegna proprio questo, “rimetti a noi i nostri debiti, come noi li rimettiamo ai nostri debitori”, se ricevo il perdono devo darlo agli altri. La logica umana dell’occhio per occhio sa di legge della giungla e deve essere abbandonata, in luogo della legge di Dio. La Madonna è il nostro esempio».

Mons. Milito è parso quasi commosso ripensando alla sofferenza di Maria, madre di Gesù, davanti alla croce «lei ha ricevuto una sofferenza inaudita». In conclusione, il Vescovo della Diocesi di Oppido Mamertina – Palmi ha evidenziato come il nostro territorio abbia bisogno di lavorare sull’educazione, sui bimbi e sulle famiglie. Domenico Nasone, della segreteria nazionale di Libera, ha poi preso la parola dichiarando: «Sono felice per questa iniziativa. Mons. Milito mi trova d’accordo sul suo pensiero, perdonare è difficile, ma è l’unica strada e possiamo farlo solo con la forza delle nostre ginocchia, pregando».

I presenti si sono poi spostati dalla sala convegni alla cappella dell’istituto religioso, dove si sono soffermati in preghiera ed in un momento di raccoglimento, al termine del quale hanno poi intrapreso la via verso la Porta Santa della Chiesa di Maria SS. Immacolata. Prima di varcare la soglia della Chiesa Giubilare, giunti dinnanzi alla porta, i familiari hanno letto i nomi delle vittime innocenti causate dalla violenza mafiosa. Durante l’omelia, Mons. Milito ha spiegato: «La violenza dell’uomo attraversa la storia . Questa ha toccato anche noi attraversando la storia. C’è chi crede di avere la supremazia, una supremazia da nessuno riconosciuta se non dalla propria cattiveria». E ancora: «Riflettiamo dunque sull’importanza del perdono. Abbiamo bisogno di ricordare la verità per poter perdonare, solo l’amore di Dio può guidarci, egli conosce le pene che abbiamo dentro, e solo lui potrà darci la forza di superarle e procedere verso il perdono». Mons. Milito ha poi concluso: «Preghiamo Maria, prima donna ad aver vissuto a pieno il dolore causato dalla violenza. Sono certo che non siamo soli, Dio è con noi e, quando Dio è con noi, cosa possiamo temere? Egli è la nostra forza».

Al termine della celebrazione vi è stata la lettura dei nomi delle vittime di mafia e in corteo ci si è spostati fino alla stele commemorativa posta in via Trieste.

Ai familiari e ai presenti è stata consegnata una lettera contenente una preghiera improntata sul perdono, composta direttamente dal Vescovo Francesco, e un libretto-guida che spiega il significato del Giubileo della Misericordia.

 

Ferdinando Panucci


Allegati:

Apertura Causa Beatificazione di P. Ludovico Polat

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