Con la solenne celebrazione di ieri sera, si è concluso il Giubileo Straordinario della Misericordia per la Diocesi di Oppido Mamertina – Palmi. Per l’occasione, la Cattedrale Diocesana è stata riempita dalla moltitudine dei fedeli giunti ad Oppido da tutto il territorio diocesano. La Santa Messa, celebrata da Mons. Francesco Milito e concelebrata da tutti i parroci della Diocesi, ha avuto inizio alle 17.30, in una Cattedrale stracolma e nella quale sono stati installati gli schermi perché ogni fedele potesse vedere la liturgia.
Se, da un lato, la Porta Santa si è chiusa ieri, la Porta della Misericordia di Dio rimane sempre aperta, come ampiamente spiegato anche dal Vescovo Mons. Francesco Milito durante la propria Omelia. Con questa certezza i pellegrini hanno lasciato la chiesa al termine della celebrazione. «Il ricco simbolismo che ci ha introdotto esattamente undici mesi fa nel Giubileo Straordinario della Misericordia – ha spiegato Mons. Milito – in questa celebrazione conclusiva nelle Chiese particolari, cede il posto al sentimento del ringraziamento al Signore per tutti i benefici ricevuti in questo speciale Anno di grazia. questo speciale Anno di grazia. Se, infatti, solo al Buon Dio sono noti i personali percorsi di revisioni interiore, numerose sono anche le testimonianze, pubbliche e comunitarie, dell’accoglienza e del trasporto con cui il Giubileo è stato accolto e vissuto nelle nostre Comunità e nelle Chiese Giubilari confermando quel grande calore di convinta adesione, espressa nella straordinaria straripante partecipazione, qui ad Oppido, alla celebrazione di apertura».
Tra i tanti Giubilei particolari dedicati ai gruppi ricordati durante il suo lungo intervento, Mons. Milito ha voluto dare particolare risalto al Giubileo dei familiari delle vittime di mafia, dell’Immacolata a Polistena: «per il peculiare significato – ha espresso Mons. Milito – ritengo che sia stato il più intenso ed eloquente rispetto agli altri Giubilei». Ma cosa ha lasciato questo Giubileo straordinario nel profondo dello spirito di ogni fedele? Su questo Mons. Milito è sicuro, oltre che chiaro nel relazionarlo alla moltitudine di anime giunte fino a Oppido per la celebrazione: «La pratica delle opere di misericordia corporali e spirituali non è stata un pio esercizio applicativo del Giubileo. Resta e si pone, invece, permanente pratica ordinaria di vita cristiana. Se il loro esercizio rimanda direttamente a Cristo presente nei Cristi della storia, il non esercizio rivela una fede labile anche nella presenza permanente di Cristo nell’Eucaristia per il legame strettissimo e unitario con questo Sacramento, che così si presenta a noi, per analogia, sotto due specie. Se viva, permanente, devota, autentica, vivificante nella nostra vita agisce la presenza eucaristica, viva, permanente, devota, autentica, vivificante sarà la nostra attenzione verso il popolo della “Misericordia”. Ciò è possibile se per primi ci sentiamo attraversati e abitati dalla misericordia di Dio, della quale avvertiamo assoluto il bisogno, ciascuno secondo il grado di speciale predilezione». Non saranno infatti la violenza o gli sconvolgimenti cosmici e psicologici a mettere in apprensione il cristiano che avrà vissuto appieno il proprio Giubileo e che vive ogni giorno nella parola di Dio per mezzo del proprio operato.
Parte importantissima della celebrazione eucaristica di ieri è stata anche l’ordinazione a Diaconi di cinque membri della comunità Diocesana. Di questi, tre sono transeunti e verranno in futuro ordinati sacerdoti – Federico Arfuso, Domenico Cacciatore e Domenico Lando, in cammino verso il presbiterato – due saranno invece Diaconi permanenti, per l’esercizio in forma stabile e nella vita matrimoniale, Francesco Restuccia e Michele Vomera. A loro Mons. Milito ha affidato il compito di vivere, diffondere ed insegnare la parola di nostro Signore. Bellissime le parole a loro riservate dal nostro Vescovo: «Un diacono con la sua vita coerente è sempre un Magnificat. E sarà anche sempre uomo spirituale, che vive, cioè, secondo lo Spirito perché, nelle parole essenziali della preghiera di Ordinazione richieste per la validità dell’atto, è proprio la supplica di effusione dello Spirito Santo che si invoca su di lui affinché i Sette doni della sua grazia lo fortifichino per adempiere fedelmente l’opera del ministero».
Mons. Milito ha poi concluso la sua Omelia dicendo: «A tutti noi, infine, un richiamo. Ci demmo consegna di impostare l’Anno della misericordia come Lectio divina, perché condotti in pienezza nelle sue fasi di Lectio, Meditatio, Oratio, Contemplatio e Actio, potessimo con gioia gustarne la conseguente conversione. Nello zaino del viandante mettemmo come mappe il Concilio per completare quella metà mancante e fosse veramente Vaticano II e tutti gli altri testi successivi a più completa realizzazione. Ci siamo ricordati di queste consegne? Restano ancora valide perché non conoscono scadenze gli impegni in sospeso. L’Anno mariano, già annunziato, che ci vedrà nuovamente riuniti da tutta la Diocesi, ai primi Vespri dell’Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria, il 7 dicembre, sarà in questa linea nel clima finale dell’Anno dell’unità intima e trinitaria». Anche durante il Giubileo della Misericordia, Mons. Milito ha sempre dato grande risalto alla figura Mariana, parlando spesso ed ampiamente anche delle apparizioni di Fatima.
Per un anno che finisce, dunque, c’è anche un anno che sta per principiare: L’Anno Mariano, da vivere intensamente con la Misericordia Divina lasciataci nel profondo da questo Giubileo Straordinario.
Ferdinando Panucci
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