Lo scorso 6 Aprile 2017 si è svolta, presso il Centro del Laicato di Gioia Tauro, la consegna degli attestati ai corsisti che hanno frequentato il percorso di formazione per operatori caritas 2016/2017, iniziato lo scorso 12 ottobre 2016.
Questo momento conclusivo è stato impreziosito dalla presenza del nostro Vescovo Francesco e dalla sua parola di sintesi che, come ogni anno è attesa dai corsisti e dall’intera Caritas Diocesana. E’ stato mons. Milito, infatti, a consegnare a ciascun corsista il proprio attestato!
Il corso per operatori della carità è ormai giunto al suo terzo anno consecutivo, e quest’ultima edizione ha avuto per tema “ABBI CURA DI LUI”- Dallo sguardo, all’ascolto, al cuore, alle mani- , come ricordato da Nino Parisi, segretario e formatore della Caritas diocesana, il quale ha curato il corso e che in questa veste ha tracciato, davanti ai convenuti, le caratteristiche essenziali del corso, le dinamiche, le metodologie che lo animavano. Nino Parisi ha ricordato gli obiettivi che il corso si prefiggeva, come ad esempio formare operatori abili nella pratica del metodo pastorale Caritas come stile specifico di servizio, e che abbiano come meta il promuovere lo sviluppo integrale della persona.
Molto pregnante è stata la condivisione delle esperienze maturate durante il corso, delle dinamiche e del vissuto raccontato dagli stessi protagonisti, cioè i corsisti, operatori della carità. Questi ultimi hanno inoltre illustrato alcuni lavori di gruppo svolti durante gli incontri.
Da quanto è emerso possiamo affermare che la condizione essenziale per la buona riuscita del corso sia stata la disposizione dei corsisti a mettersi in gioco totalmente.
Il Vescovo ci ha donato dei criteri di discernimento pastorali che ha applicato al percorso formativo intrapreso dalla Caritas Diocesana: «Il corso per animatori parrocchiali è partito tre anni fa. Quando si analizza un evento bisogna fare alcune considerazioni: la prima è la durata, nel senso che se un evento non si ripete rimane un episodio. La seconda è la capacità di rinnovarsi, trovare nuova linfa per non rimanere uguale a sé stesso. In questo specifico caso possiamo affermare che questo corso si può considerare un fenomeno, e non solo un episodio, perché ha le caratteristiche per potersi definire tale. Siamo arrivati al terzo anno, siamo diventati più numerosi, si è rinnovato nel tempo».
Mons. Milito ha rivolto, poi, un augurio ai corsisti nel quale è racchiuso un mandato e una missione: «essere stelle, perché orientino i fratelli verso Dio».
Buon cammino, dunque, a coloro che hanno percorso questa tappa formativa. Essa non segna solo un traguardo ma è una base per ripartire nella missione di orientare i fratelli a Cristo, cioè di indicare la strada che conduce a Lui; e gli operatori della carità sanno di possedere alcuni strumenti in più per questa missione, che sono quelli del buon samaritano: ascoltare, osservare, discernere per agire.
Giulietta Furci