Celebrata a Palmi e Seminara la Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni organizzata per la Diocesi di Oppido M.- Palmi dal Centro Diocesano Vocazioni e dal Seminario Vescovile. Un duplice momento di preghiera quest’anno ha riunito la nostra Chiesa diocesana a partire da sabato 6 maggio dove a Palmi, presso la parrocchia Maria Ss. del Soccorso, è stata celebrata una veglia di preghiera vocazionale che ha visto coinvolte nella sua animazione, insieme alla Pastorale Vocazionale, anche le altre realtà pastorali ed aggregative presenti in Diocesi ed in particolar modo la Pastorale giovanile e quella familiare e i gruppi di AC, Scout, Cammino neocatecumenale, RnS ed il gruppo giovani Ali di Dio di Laureana. Alla veglia, che è stata presieduta dal nostro Vescovo, mons. Francesco Milito, hanno partecipato anche i seminaristi del Pontificio Seminario Teologico ‘S.Pio X’ di Catanzaro, Padre Carmelo Silvaggio e don Emanuele Leuzzi, parroco della parrocchia ospitante, che ha accolto tutti con grande gioia.
Don Gaudioso Mercuri rivolgendo il proprio saluto al Vescovo, ha ringraziato tutti quanti, tra confratelli, laici, associazioni e movimenti che hanno partecipato e collaborato alla preparazione della Giornata. Ma il pensiero di don Gaudioso si è rivolto particolarmente verso quei seminaristi presenti che ha definito «il futuro della nostra Chiesa Diocesana». Nel ricordare il suo incontro con il Santo Padre, don Gaudioso ha fatto presente che proprio quell’incontro ha risvegliato in lui ‘la Vocazione nella vocazione’, spingendolo ad impegnarsi a tempo pieno nella cura dei giovani e della vocazione in genere, «per riaffermare le parole espresse al Papa: dare un volto giovane e misericordioso alla Chiesa».
L’incontro di Gesù con la samaritana al pozzo di Giacobbe, è stato il tema della Veglia di Preghiera Esso è forse tra i dialoghi più belli del Vangelo di Giovanni: carico di umanità, delicato e profondo, ricco di insegnamenti preziosi anche per noi oggi, che ci troviamo spesso nella stessa situazione della samaritana. Ogni momento della veglia è stato un alternarsi di canti, preghiere, letture, spunti di riflessione, e segni che hanno dato significato visibile a quanto ascoltato. Durante la veglia siamo stati invitati a sostare innanzi al Signore per incontrarLo, adorarLo, presentarGli tutti i nostri bisogni, le nostre ‘anfore vuote o sbrecciate’, le nostre speranze e poi andare…correre come la samaritana ad annunciare agli altri la bellezza di quell’incontro. Sì, perchè basta un incontro con Gesù per portare in superficie questa sete di Dio! Bere dell’acqua viva di Cristo significa quindi credere in Lui, dare fiducia ad un Amore che sconvolge e sorprende, perché viene a ‘spezzare le catene’, a tirarci fuori dai pozzi profondi della nostra esistenza. Quando il cuore è conquistato dalla Parola e dall’amore, allora non può tenere per sé il dono ricevuto, ma è sospinto a condividerlo con altri. E solo coloro che hanno fatto esperienza di Gesù possono aiutare gli altri a incontrarLo.
Durante la sua omelia, mons. Milito ha richiamato l’attenzione dei presenti su quale fosse l’elemento centrale della pericope evangelica di Giovanni. «Potrebbe sembrare Gesù o la donna samaritana – ha detto il Vescovo – ma in realtà è l’acqua l’elemento centrale». E’ un’ acqua che è un dono esclusivo di Dio, la conoscenza profonda del mistero di Cristo, il dono dello Spirito. Le parole di mons. Milito hanno esortato tutti ad impegnarsi, nel cammino intrapreso, a riscoprire il valore di quell’acqua che il Signore ci ha donato e continuamente ci dona, riconoscendo che è un’acqua che dà vita, che purifica, che disseta, che guarisce e che rinnova. Ci ha invitato a voler riscoprire la vita nuova che il Signore ci ha già donato nel sacramento del battesimo, per continuare a vivere ogni giorno come figli di Dio.
Durante la veglia ci sono state alcune testimonianze vocazionali. La prima è stata quella di Suor Angela, delle ‘Suore della Carità di Santa Giovanna Antida’ di Polistena, che con le sue parole ed il suo viso luminoso ha trasmesso la sua gioia ed il suo profondo amore verso il prossimo e particolarmente verso coloro di cui si prende cura quotidianamente nel suo servizio nelle carceri e con i minori a rischio. La sua vocazione arriva grazie alla sua stessa vita ed alle esperienze vissute quando, da ragazza ribelle come si è definita, ha cominciato a riflettere su quanto le accadeva fino a comprendere che il Signore la stava chiamando a Sé.
Giovanni Rigoli , seminarista al III anno, presso il Pontificio Seminario Teologico ‘S.Pio X’ di Catanzaro ha commosso tutti con le sue parole. Un ragazzo che ha incontrato ed attraversato non poche difficoltà nella sua giovane vita. Prima il problema di balbuzie, poi quello con l’alcool, vittima di bullismo, Giovanni quasi non riesce a trattenere l’emozione nel rivivere quei momenti e ringrazia quanti lo hanno aiutato, con amore, a superarli. Sentiva che nella sua vita continuava a mancargli qualcosa e sebbene la sorella lo avesse invitato a fare discernimento lui sembrava non voler cedere fino a quando riceve un viaggio come regalo ‘inaspettato’ per la sua laurea che lo conduce non in posti di divertimento e vacanza ma a Lourdes dove finalmente, si ‘arrende’ a questo Amore più grande che lo stava chiamando da tempo.
Ed è sempre l’Amore infine che i coniugi Rocco Politi e Marcella Siciliano, testimoniano con la loro storia. Amore nella chiamata al matrimonio, verso la famiglia, i figli e per Rocco anche nella chiamata al diaconato, servizio che presta con grande umiltà e dedizione a Cinquefrondi.
La domenica mattina invece il programma ha previsto alle ore 9.00 l’arrivo a Seminara dei giovani provenienti dalle parrocchie della Diocesi, accolti con momenti di animazione promossi dagli animatori presenti. La celebrazione Eucaristica delle ore 11.00, nella suggestiva Basilica-Santuario Madonna dei Poveri, è stata presieduta dal Rettore del Seminario Vescovile, don Pasquale Galatà ed animata dai suoi seminaristi, da quelli del Seminario di Catanzaro e dal Centro Diocesano Vocazioni. Una celebrazione coinvolgente durante la quale il parroco don Mino Ciano, ha amministrato ad un bambino, in una giornata così significativa, i sacramenti del battesimo e della comunione.
Come ha sottolineato don Pasquale, il battesimo infatti è la prima chiamata ricevuta dalla quale poi ha inizio il percorso della vita cristiana di ognuno. Don Pasquale ha rimarcato l’importanza del delicato compito affidato alla pastorale vocazionale ed ha ringraziato don Gaudioso Mercuri per la cura dei giovani in discernimento. Possiamo rispondere alla chiamata del Signore solo se impariamo ad ascoltare e riconoscere la sua voce proprio come accade alle pecore che riconoscendo la voce del pastore che le chiama per nome una ad una, lo seguono lasciandosi guidare. «Avere un nome davanti a Dio – ha detto don Pasquale durante l’omelia – significa esserci, significa avere uno spazio nel cuore di Dio che ama ognuno di noi singolarmente di un amore particolare. Il Suo è un amore universale che scava nel particolare. Egli ci chiede solo di rispondere al suo amore con il nostro. Gesù è il buon pastore, che apre spazi di vita eterna!».
La Santa Messa si è poi conclusa con la testimonianza vocazionale di Antonino Napoli, giovane seminarista al I anno del Seminario di Catanzaro che ha parlato della sua vocazione come di quell’innamoramento che avviene tra due fidanzati che scoprono la bellezza dello stare insieme. Antonino, cresciuto frequentando la parrocchia ed i gruppi in essa presenti, si è sentito guidato verso la strada del seminario dalla Vergine Maria.
La Giornata si è quindi conclusa ma la nostra preghiera a sostegno delle vocazioni non abbia fine perché avere vocazioni che siano espressione di un’adesione profonda e sincera alla chiamata del Signore è un bisogno di tutta la Chiesa.
Maria Rosaria Tomas