Una celebrazione che come le precedenti viene anche vissuta nelle parrocchie della Diocesi con la possibilità quindi per tutta la nostra Chiesa locale di riunirsi idealmente con la celebrazione a livello diocesano.
La celebrazione con il messaggio sempre attuale di cent’anni fa è stata vissuta con spirito di profonda partecipazione che ha consentito a tutti di coglierne l’importanza e l’urgenza: “Pregate, pregate molto; e fate sacrifici per i peccatori, perché molte anime vanno all’inferno, perché non c’è chi si sacrifichi e interceda per loro”; questo il cuore del messaggio della quarta apparizione. La Madonna in questo apparizione torna a insistere sulla preghiera per i peccatori, sulla penitenza, e soprattutto sul Rosario, che le sta tanto a cuore: per questo lei stessa si è fatta vedere con la corona del Rosario in mano.
Papa Francesco a proposito della preghiera del santo Rosario ci dice che “è una preghiera che tutti possiamo fare, anche quando siamo stanchi e avviliti, invocando l’aiuto divino per quelle che sono le nostre intenzioni e necessità”. Occorre quindi pregare, e non quando capita, ma avere una vita intensa di preghiera, e fare penitenza, ossia offrire tutte le fatiche, le angustie, le amarezze della vita; e poi essere generosi nell’offrire sacrifici, rinunce, per collaborare con la Madonna alla salvezza delle anime. E diventare così “corredentori”, bloccando la via dell’inferno con la conversione del peccatore.
Il Vescovo nella sua riflessione ha evidenziato come al centro del messaggio ci sia l’importanza della recita del S. Rosario in primo luogo perché se la Madonna è contenta dell’Ave Maria vuol dire che in questa preghiera la Madonna trova la sua compiacenza e quindi io la recito perché a lei piace. In secondo luogo perché questa preghiera semplice è un atto di fede perché ogni Ave Maria ci fa entrare nel mistero della nostra salvezza e ci aiuta ad approfondirlo ritornando sui contenuti più importanti del nostro credere.
Ma Maria ci chiede questa sera una finalità specifica, di recitarlo per la pace nel mondo, e soprattutto per la pace dei cuori, perché tante persone non vadano all’inferno. Inferno che non è una invenzione, uno spauracchio, ma una realtà che esiste veramente e della cui esistenza noi ci rendiamo conto quando i nostri rapporti non sono sinceri e belli, e abbiamo l’inferno nel cuore. Quindi questa terza consegna della Madonna: pregare il Rosario perché all’inferno siano sottratte tante persone, e in questo comando per noi c’è una precisa responsabilità: quella di impedire che tante anime finiscano all’inferno.
Il Vescovo ha poi evidenziato un significato eucaristico dell’Ave Maria, del Rosario perché se il Rosario serve a sottrarre tante anime all’inferno, si può ravvisare in esso lo stesso scopo del sacrificio eucaristico: quando noi recitiamo un Rosario è come se recitassimo una messa a livello universale, perché con esso consacriamo il mondo all’amore di Dio desiderando che sia un mondo bello.
Un ultimo motivo per pregare il Rosario il Vescovo l’ha visto nella pressante richiesta della Madonna: “Se la Madonna ci chiede questa preghiera – ha affermato il Vescovo – e noi diciamo di volere bene alla Madonna, se lei ci invita a fare questo perché dovremmo lasciare inascoltata la sua parola?”. E questo anche per i benefici personali che uno riceve perché chi col Rosario ha una frequentazione quotidiana è come se ogni giorno prendesse un tonico per restare in salute e diventare sempre più forte di fronte ai fatti della vita. Da qui l’invito del Vescovo a valorizzare i tempi vuoti che abbiamo con questa preghiera.
Il Vescovo a questo punto ha invitato tutti a fare il patto di recitare ogni giorno il Rosario, sapendo che così “abbiamo salvato tante anime dall’inferno, vedendo che così la nostra vita cresce in fede e in carità, in continuo contatto d’amore con Maria. Questo hanno capito i tre pastorelli che erano bambini e già recitavano il Rosario, tanto più possiamo capirlo noi che siamo più adulti, maturi e comprendiamo quanto bisogno ci sia di pregare per il nostro mondo”.
Il Vescovo ha concluso con consegna specifica per Seminara affermando che “a Seminara tante più persone reciteranno il Rosario, tante più seminaresi non andranno all’inferno, e saranno sottratte a una vita che spesso per tanti motivi è male impostata”.
Il Vescovo ha così concluso: “Da domani chi con il Santo Rosario non ha tanta familiarità prenda l’impegno di recitarlo e vedrà quanta forza e potere, quanti frutti e miracoli potranno riversarsi nella vita di ciascuno. Segno questo che quando Maria parla, lo fa da madre nostra, da madre di Dio, da madre della verità”.
Cecè Caruso