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21/Set/17

Il Catechista: “Buon Seminatore”

 Nell’Aula Magna della Casa del Laicato gremita di responsabili catechisti, provenienti da tutte le parrocchie della Diocesi, il 18 settembre scorso, Don Giuseppe Sofrà, Direttore dell’Ufficio Catechistico insieme al Vice Direttore Don Giovanni Bruzzì, hanno dato inizio al nuovo Anno catechistico 2017/2018. La programmazione dello stesso, prende spunto dalla XV Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi sul tema: “I giovani, la fede e il discernimento vocazionale”.

Don Giuseppe ha sottolineato che il suddetto tema, da un lato è espressione della sollecitudine pastorale della Chiesa verso i giovani, dall’altro, è continuità con quanto emerso dalle recenti Assemblee sinodali sulla famiglia e con i contenuti dell’Esortazione Apostolica, post-sinodale Amoris Laetitia. Infatti esso intende accompagnare i giovani nel loro cammino esistenziale verso la maturità affinché, attraverso un processo di discernimento, possano scoprire il loro progetto di vita e realizzarlo con gioia, aprendosi all’incontro con Dio e con gli uomini e partecipando attivamente all’edificazione della Chiesa e della società“. Infatti nel documento preparatorio della XV Assemblea Generale Ordinaria “I giovani, la fede e il discernimento vocazionale” al punto I.2 emerge: “Chi è giovane oggi vive la propria condizione in un mondo diverso dalla generazione dei propri genitori e dei propri educatori. Non solo il sistema di vincoli e opportunità cambia con le trasformazioni economiche e sociali, ma mutano, sottotraccia, anche desideri, bisogni, sensibilità, modo di relazionarsi con gli altri. Inoltre, se da un certo punto di vista è vero che con la globalizzazione i giovani tendono ad essere sempre più omogenei in ogni parte del mondo, rimangono però, nei contesti locali, peculiarità culturali e istituzionali che hanno ricadute nel processo di socializzazione e di costruzione dell’identità…..”

Il Direttore ha ribadito che a questo riguardo, l’Ufficio Catechistico imposterà delle attività specifiche per l’Anno Pastorale 2017/2018, che mirano:

  1. A verificare la realtà di ogni parrocchia relativamente al percorso di Iniziazione Cristiana iniziato fattivamente 13 anni fa e che ha portato ad aprile 2008 alla prima Celebrazione Eucaristica dove sono stati amministrati sia il Sacramento dell’Eucaristia che quello della Cresima.
  2. A formare i nuovi catechisti sempre relativamente all’iniziazione cristiana, che è il processo globale che forma il cristiano dopo che l’evangelizzazione lo ha germinalmente costituito. 
  3. Ad approfondire la formazione dei catechisti in merito al suddetto tema: “I giovani, la fede e il discernimento vocazionale”.

Per accompagnare e formare i futuri  adolescenti e giovani bisogna prima di tutto saper seminare nel cuore dei piccoli il germe della fede, perché possano incontrare e conoscere Gesù. Una volta che lo conoscono potranno riconoscerlo da un lato quando da adolescenti e giovani si troveranno davanti alle prime difficoltà e alle prime crisi dovute ad una società relativista dove si sono persi i valori della preghiera e della fede, dall’altro quando il Signore li chiamerà per donare la loro vita a Lui. In questo contesto bisogna accogliere le famiglie e stare loro vicino, perché esse sono sempre più prese e coinvolte nel vortice di una società che viaggia molto velocemente e che è radicalmente cambiata, rispetto a qualche decennio fa, dove la figura di Dio è stata sostituita da idoli come il progresso, il relativismo e un eccessivo e spesso improprio uso dei social network. A questo punto, don Sofrà ha citato direttamente lo stesso documento dicendo che: “Non va trascurato poi il fatto che molte società sono sempre più multiculturali e multi-religiose. In particolare la compresenza di più tradizioni religiose rappresenta una sfida e un’opportunità: può crescere il disorientamento e la tentazione del relativismo, ma insieme aumentano le possibilità di confronto fecondo e arricchimento reciproco. Agli occhi della fede questo appare come un segno del nostro tempo, che richiede una crescita nella cultura dell’ascolto, del rispetto e del dialogo”. Il Direttore ha esplicitato che per questo motivo, considerando anche che il primo educatore della fede è il genitore, il catechista deve essere un adeguato e preparato accompagnatore per risvegliare la fede, all’interno delle famiglie. E’ necessario dunque che si risvegli in esse il discernimento anche perché, citando nuovamente il documento: “Alla base del discernimento possiamo rintracciare tre convinzioni, ben radicate nell’esperienza di ogni essere umano riletta alla luce della fede e della tradizione cristiana. La prima è che lo Spirito di Dio agisce nel cuore di ogni uomo e di ogni donna attraverso sentimenti e desideri che si legano a idee, immagini e progetti. Ascoltando con attenzione, l’essere umano ha la possibilità di interpretare questi segnali. La seconda convinzione è che il cuore umano, per via della propria fragilità e del peccato, si presenta normalmente diviso perché attratto da richiami diversi, o persino opposti. La terza convinzione è che comunque il percorso della vita impone di decidere, perché non si può rimanere all’infinito nell’indeterminazione. Occorre però darsi gli strumenti per riconoscere la chiamata del Signore alla gioia dell’amore e scegliere di darvi risposta.

Tra questi strumenti, la tradizione spirituale evidenzia l’importanza dell’accompagnamento personale. Per accompagnare un’altra persona non basta studiare la teoria del discernimento; occorre fare sulla propria pelle l’esperienza di interpretare i movimenti del cuore per riconoscervi l’azione dello Spirito, la cui voce sa parlare alla singolarità di ciascuno. L’accompagnamento personale richiede di affinare continuamente la propria sensibilità alla voce dello Spirito e conduce a scoprire nelle peculiarità personali una risorsa e una ricchezza” (Documento preparatorio della XV Assemblea Generale Ordinaria “I giovani, la fede e il discernimento vocazionale II.4”).

Il Direttore ha, dunque, spiegato, che le attività dell’Ufficio Catechistico si articoleranno in incontri vicariali itineranti, due per ogni vicaria, di tipo laboratoriale, per coinvolgere più direttamente e personalmente ogni catechista. Il laboratorio, infatti, mirerà da un lato ad approfondire il tema pastorale dell’iniziazione cristiana e dall’altro a rispondere alle esigenze di tutte le parrocchie di ogni Vicaria, che durante questo primo incontro sono emerse dall’attività laboratoriale che si è tenuta dopo la relazione di Don Giuseppe Sofrà. Nello specifico, l’anno catechistico si aprirà con un incontro di preghiera diocesano comunitario, nel quale verrà dato il “Mandato Catechistico”, e di un Convegno Catechistico dove si rifletterà sulla suddetta tematica. Durante l’anno, oltre agli incontri vicariali, non mancheranno anche giornate di spiritualità per l’arricchimento personale, che si terranno nei periodi forti, uno in Avvento e uno in Quaresima. Le attività volgeranno al termine con un incontro di verifica finale del lavoro svolto nelle varie parrocchie e l’anno pastorale si concluderà con il pellegrinaggio a Tindari il 2 giugno 2018.


A conclusione della relazione del Direttore dell’Ufficio Catechistico è intervenuto Don Mimmo Caruso, Direttore dell’Istituto Superiore Teologico e Pastorale “San Giovanni XXIII” che ha spiegato l’importanza della formazione dei catechisti e la possibilità di frequentare dei corsi specifici a riguardo organizzati dal suddetto Istituto. A seguire, Don Emanuele Leuzzi, Vicario per la Nuova Evangelizzazione, ha salutato i presenti e nell’augurare un buon anno catechistico, ha sollecitato i catechisti a fare emergere, nei laboratori, gli aspetti positivi e negativi delle proprie realtà parrocchiali e di quella diocesana per il miglioramento delle attività pastorali da offrire ai bambini e alle loro famiglie nell’ambito della catechesi. 

 


L’Ufficio Catechistico

 

Allegati:

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