Il primo momento è stato vissuto in presenza del nostro Vescovo, Mons. Francesco Milito che ha voluto incontrare il Delegato e i diaconi permanenti in un momento importante per la vita del diaconato nella nostra Diocesi considerato che tutti i diaconi hanno ricevuto i nuovi mandati canonici e gli incarichi per il servizio diocesano.
Il Vescovo ha manifestato ai diaconi la sua soddisfazione per la presenza del diaconato nella nostra Diocesi, realtà che per l’impegno nella formazione e la presenza a livello regionale e nazionale è apprezzata e lodata dalle altre Diocesi e ha ringraziato il Delegato don Giovanni Battista per il suo generoso impegno considerato anche il suo gravoso lavoro nella Parrocchia di san Gaetano Catanoso in Gioia Tauro che si appresta a vivere un momento fondante con l’apertura al culto della nuova Chiesa e delle sale attigue per diventare un centro vitale nella Piana, in una realtà tanto problematica, ed essere espressione dell’impegno della Chiesa per l’uomo nella sua realtà concreta e in qualunque situazione si trovi.
Il Vescovo ha poi sottolineato l’importante momento che la nostra Diocesi si appresta a vivere nel nuovo anno pastorale (2017/2018) che si presenta come un Anno cardine, di raccordo con il quinquennio 2012-2017 tanto importante per la vita della nostra Diocesi, di lettura e discernimento comunitario a servizio dei nuovi vicariati, da organizzare per gli sviluppi negli anni successivi, in preparazione anche alla Visita pastorale (2018/2019-2019/2020) e al completamento del triennio ad experimentum (2016/2019) per la definita accoglienza e l’efficace recupero di aspetti per l’applicazione completa del decreto per Principi e norme su feste e processioni. Il Vescovo ha poi voluto ricordare ai diaconi l’omelia della Chiusura dell’Anno straordinario della misericordia, occasione in cui sono stati ordinati cinque diaconi (tre transeunti e due permanenti) richiamando gli impegni assunti: la consacrazione al ministero nella Chiesa, l’esercizio del ministero da vivere con le virtù dell’umiltà e della carità in aiuto all’ordine sacerdotale e al servizio del popolo cristiano, la custodia con coscienza pura del mistero della fede da annunziare e testimoniare, la custodia dell’impegno per il Regno dei cieli a servizio di Dio e degli uomini, la custodia e l’ordinamento del nuovo stato di vita, la conformazione di tutta la vita a Cristo. Una vita di servizio quindi che si realizza attraverso un solo tipo di umanità, quella che lascia trasparire, intuire, passare l’azione divina per mezzo dei doni di cui si è portatori; una diaconia che deve essere sempre diaconia di misericordia, anzi porta di misericordia, porta sempre spalancata per quanti vogliono varcarla per sentirsi sicuri nella casa del Dio vivente.
I lavori sono poi proseguiti con l’intervento di don Giovanni Battista che con passione ha esortato i diaconi a vivere in pienezza il loro ministero superando ostacoli e pretese, proiettati per la realizzazione dei nuovi progetti che prevedono l’impegno dei diaconi, e specificamente il Progetto Ciambra, il Progetto Presidio Tendopoli, il Progetto Presidi Ospedalieri, ambiti che introducono i diaconi in una dimensione sempre più dinamica e fruttuosa.
La sera di sabato la celebrazione dell’Eucarestia è stata vissuta da tutti alla luce della parabola degli operari mandati nella vigna certi che il Signore chiama a tutte le opere della giornata dando prova della sua bontà e della sua misericordia e convinti che essere al servizio del Signore deve procurare sempre gioia.
Il giorno dopo ha visto i diaconi e gli aspiranti riflettere su un questionario preparato da don Giovanni Battista che prendendo spunto dall’esortazione Apostolica Evangelii gaudium di papa Francesco li ha aiutati a interrogarsi sia come collegio diaconale sia personalmente sul tema della Comunità evangelizzatrice, Chiesa in uscita, comunità di discepoli missionari che prendono l’iniziativa, che si coinvolgono, che accompagnano, che fruttificano e festeggiano. Il momento è stato molto bello e intenso perché ha consentito ai diaconi di mettersi a nudo e di calarsi con verità nel loro vissuto fatto di tante cose belle, ma anche di tanti limiti, che con l’aiuto del Signore i diaconi vogliono superare per porsi in maniera sempre più costruttiva a servizio della Chiesa “in odore” delle pecore che attendono di ascoltare la loro voce, diventando loro accompagnatori, offrendo la loro vita e giocandola fino al martiro come testimonianza di Gesù Cristo.
Anche le numerose mogli dei diaconi presenti in gruppo hanno fatto le loro esperienze riflettendo sul legame profondo che esiste tra la vocazione diaconale e la vita familiare, confessando i loro dubbi, le loro perplessità, ma anche la loro gioia di essere vicino ai loro mariti diaconi, certi che il cammino condotto insieme sulla base della reciproca fiducia e della comunione fraterna, permetterà di capire che l’esperienza del diacono sposato, con figli, conferisce alla famiglia una fisionomia nuova e originale e che esso è un dono fatto alla Chiesa e alla stessa famiglia.
E’ inutile sottolineare il clima con cui è stata vissuta l’esperienza della convivenza, clima di comunione, di gioia, di fraternità, evidenziando tutti l’importanza di questi momenti che aiutano a crescere sempre di più nella fede e nella carità.
Un grazie sentito al nostro Delegato per la cura e la passione con cui svolge il suo impegno in mezzo a noi.
Diacono Cecè Caruso