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28/Nov/17

«Non amiamo a parole ma con i fatti» (1Gv 3,18)

Anche nella nostra Diocesi di Oppido Mamertina Palmi, Domenica 19 novembre u.s, è stata celebrata la Prima Giornata Mondiale dei Poveri, istituita da papa Francesco al termine del Giubileo della Misericordia, con il tema “Non amiamo a parole ma con i fatti”, tratto da un passo della Prima Lettera di Giovanni che richiama alla concretezza: “Figlioli, non amiamo a parole né con la lingua, ma con i fatti e nella verità” (1 Gv 3,18), “perché in tutto il mondo le comunità cristiane diventino sempre più e meglio segno concreto della carità di Cristo per gli ultimi e i più bisognosi“.
Preceduta da un messaggio del nostro Vescovo S.E. Mons. Francesco Milito e da una veglia che ha avuto luogo sera di sabato 18 novembre, presso la Basilica-Santuario della Madonna dei Poveri di Seminara, la giornata è stata celebrata con una solenne Concelebrazione Eucaristica, presieduta dal nostro Vescovo, sempre nella Basilica-Santuario della Madonna dei Poveri di Seminara. 
Nel suo messaggio, indirizzato a tutta la Diocesi, Mons. Francesco Milito, dopo aver spiegato che ha voluto che le iniziative della giornata Mondiale dei Poveri si svolgessero presso la Basilica della Madonna dei Poveri di Seminara, a motivo del titolo con cui a Seminara si onora la Madre di Dio, ha invitato tutti ad accorgersi della divina presenza del Signore “nel fratello nel bisogno, abolendo subito ogni discriminazione di pelle, di religione e di cultura”.

Sera di Sabato 18 novembre, la veglia di preghiera con la partecipazione del Direttore della Caritas Diocesana il Diacono Vincenzo Alampi e dei rappresentati delle Caritas Parrocchiali della Diocesi, presieduta dal parroco e rettore della Basilica, don Mino Ciano, il quale dopo aver detto di essere “lieto che la nostra Diocesi abbia scelto quel luogo, che per sua natura è legato all’attenzione verso i poveri, per vivere, ogni anno, la Giornata dei Poveri e dopo aver approfondito gli aspetti della povertà, ha spiegato ai presenti il significato del gesto della “lavanda dei piedi”, compiuto durante la Veglia, insieme al Direttore della Caritas Diocesana, verso i componenti della Caritas Diocesana, contenti ed emozionatissimi per il singolare privilegio, che “ci ricorda l’insegnamento che Gesù ha lasciato ai suoi discepoli prima di sacrificare la sua vita e che diviene per tutti loro un imperativo da attuare nell’amore e nel servizio. “Come i discepoli – ha detto Don Mino – ogni cristiano è chiamato a fare proprio questo imperativo d’amore, per essere nel mondo e nella storia testimoni di Cristo”. “Per questo – ha detto ancora Don Mino – l’invito ad amare e a vivere gesti concreti che consistono nell’avere verso i nostri fratelli in difficoltà, quei sentimenti che furono del Signore, il quale divenne Buon Samaritano sanando le ferite e lenendo ogni sofferenza”. 

Nella Santa Messa di Domenica, presieduta da S.E. Mons. Francesco Milito, Vescovo della nostra Diocesi, che ha visto la partecipazione della Caritas Diocesana, dei Responsabili delle Confraternite Regionali della Calabria, dei Responsabili della Cooperativa Valle del Marro-Libera Terra e degli Scout, dopo aver spiegato l’importanza dell’iniziativa, nell’omelia S.E. il Vescovo si è soffermato sul tema della giornata scelto da Papa Francesco, «Non amiamo a parole ma con i fatti», “da recepire come consegna, imperativo personale e comunitario lasciando alla creatività corrispondente ai bisogni, forme, consacrate da prassi consolidate, ma anche da inventare per buone e nuove pratiche sulla spinta dei segni dei tempi delle povertà insorgenti”. “L’ambiente, ordinario e privilegiato per intercettare, decifrare, organizzare le risposte ai bisogni – ha aggiunto Mons. Milito – resta la Parrocchia” “Se animata da spirito di famiglia – e diversamente non può essere –, le esigenze del fratello si intuiscono, prima delle analisi  – ha continuato il nostro Vescovo –  e l’amore che si mette in circolo anticipa e previene una richiesta di aiuto, che spesso per pudore o dignità ha solo il silenzio e la riservatezza come linguaggio da auscultare, senza che, forse, venga mai sussurrato, come il battito del cuore che si avverte solo quando vi si pone sopra la mano. E poiché permanente è la presenza dei poveri, permanente resta la cura per essi. Ce lo ricorda il Buon Samaritano nell’ostello della carità che è il Tabernacolo. Lì è l’uomo-Dio, percosso a morte dall’odio rapinatore e offensivo della dignità della persona, ma trasfigurato nella Risurrezione. Lì è il divino Albergatore, che prende in custodia ogni uomo piagato nel corpo e nello spirito. Lì, «ancor oggi il Buon Samaritano gli viene accanto e versa sulle sue ferite l’olio della consolazione e il vino della speranza» (Prefazio Comune VIII). Lì nella sconcertante povertà di un’ostia, che ha seppure il segno del pane, nella fragilità di un po’ di farina appena impastata, è robusto alimento celeste, viatico al cammino della vita. Tra Tabernacolo e luoghi della povertà può esserci solo una evidente differenza esterna: sono piuttosto il luogo dove quel Dio, che «da ricco che era si è fatto povero» (2Cor 8,9), è diversamente ma identicamente presente. Non v’è perciò autentica devozione eucaristica che non sia verace devozione per il povero, né vera comunione sacramentale, se non corrisposta da comunione nel “sociale”

All’offertorio due gesti significativi: il primo da parte delle confraternite Regionali della Calabria che, per la prima volta operano insieme nella Carità, che hanno portato in dono un defibrillatore, che il Vescovo ha consegnato agli Scout della Concattedrale di Palmi a disposizione della comunità. “Un gesto – ha spiegato il Presidente Regionale delle Confraternite Antonio Punturiero – che aiuta a smontare la campagna denigratoria che sta montando in Italia nei confronti dei poveri afflitti – immigrati – che, oramai senza speranza, lasciano gli affetti ed i luoghi natii intraprendendo i famosi ‘Viaggi della Speranza’. Il secondo gesto da parte della Cooperativa Valle del Marro-Libera Terra, nata dal Progetto Policoro della Chiesa italiana e da Libera e che nella Piana di Gioia Tauro coltiva i terreni confiscati alla ‘ndrangheta, che ha portato in dono 1200 bottiglie di olio biologico extravergine di oliva, che simbolicamente, il Vescovo ha consegnato alla Caritas Diocesana, per i poveri delle nostre Comunità. “Con questo gesto – ha detto il Presidente Domenico Fazzari – la Cooperativa intende dare il suo piccolo contributo a quella ‘giustizia sociale ed ecologica’ che ascolta ‘tanto il grido della terra’, la nostra insostituibile casa comune aggredita dalle mafie, ‘quanto il grido dei poveri’, persone ancor più vittime della crudeltà e dell’ingiustizie di ogni tipo”.

Due giorni intensissimi, dunque, che hanno visto il coinvolgimento delle Comunità, delle Associazioni e soprattutto delle Confraternite e della Cooperativa Valle del Marro, delle Caritas Parrocchiali e, naturalmente, della Caritas Diocesana che nella mattinata di Sabato aveva presentato la Giornata Mondiale dei Poveri e il progetto “Costruire Speranza in Calabria” della Delegazione Regionale Caritas, all’Equipe Caritas e ai collaboratori della Sede Caritas, perché è necessario che tutti ci lasciamo evangelizzare dai poveri. “La nuova evangelizzazione – ci dice Papa Francesco nella Evangelii Gaudium – è un invito a riconoscere la forza salvifica delle loro esistenze e a porle al centro del Cammino della Chiesa. Siamo chiamati a scoprire Cristo in loro, a prestare ad essi la nostra voce nelle loro cause, ma anche ad essere loro amici, ad ascoltarli, a comprenderli e ad accogliere la misteriosa sapienza che Dio vuole comunicarci attraverso i poveri”.

Diac. Vincenzo Alampi


Allegati:

Apertura Causa Beatificazione di P. Ludovico Polat

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