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21/Dic/17

Il Vescovo incontra le autorità e le maestranze del Porto di Gioia Tauro

Nell’imminenza delle feste natalizie il nostro Vescovo Mons. Francesco Milito ha celebrato la santa messa martedì 19 dicembre insieme a don Gildo Albanese, Cappellano del Porto, e a don Giovanni Gentile, Parroco di Maria SS. di Portosalvo, presso la Capitaneria del Porto di Gioia Tauro e nell’occasione ha rivolto i suoi auguri per le feste natalizie alle autorità e alle maestranze portuali presenti.

Il Vescovo traendo spunto dalla liturgia della Parola del giorno si è riferito alle due figure che emergono, nella prima lettura, la mamma di Sansone, donna sterile, che invoca un figlio dal Signore in un tempo in cui non avere figli era considerata una vergogna, e che avutolo, lo educa secondo le consegne ricevute dal Signore per la missione che Egli gli ha preparato. Situazione analoga, nel vangelo, quella di Zaccaria ed Elisabetta alle prese con una maternità impossibile che ricevono dal Signore il dono di diventare genitori del Battista, anch’egli con una missione particolare, essere il Precursore del Messia. È il tema della maternità impossibile che poi si realizza perché “nulla è impossibile a Dio” come dirà l’angelo a Maria che davanti alla cugina Elisabetta, il cui bambino le sussulta nel grembo, pronuncerà l’inno più bello e più grande, il “Magnificat” che la Chiesa potrà fare come suo.

Il Vescovo ha sottolineato come questi fatti aiutino a comprendere quello che sconvolge sempre nel cristianesimo, il fatto che Dio non è geloso della sua divinità ma ha voluto nel suo amore prendere la natura umana perché questa natura potesse diventare divina e nel ricordarci che noi siamo creati a sua immagine ma che dipende da noi accettare questa dimensione. Il Natale è per questo un richiamo per l’uomo a contemplare se stesso nel Figlio di Dio, a riconoscere la grandezza delle sua dignità, a ringraziarlo e a camminare bella via che Egli ci indica.

Il Vescovo si è posto a questo punto la domanda su cosa fare quando la dignità dell’uomo non viene rispettata, quando l’uomo e la donna non vengono considerati in questa dimensione. Il Vescovo, a tal proposito, ha osservato che se ognuno si sforza di guardare l’altro nello specchio di Dio, tante cose potrebbero vissute nella dimensione giusta, anche se ciò richiede buona volontà, il riferirsi a Dio e il ricercare ciò che Dio vuole per noi, il bene, e riferito alla realtà portuale, il bene comune.

Questo ha chiesto a questo punto il Vescovo, di pregare perché il Signore ci dia sempre il senso dell’altro, per poter far sì che dell’uomo e della sua dignità si abbia sempre il rispetto massimo, dando a ciascuno la possibilità di collaborare, nella verità, alla costruzione di un mondo migliore; pregare quindi il Signore perché ciò che sembra impossibile agli uomini è possibile a Dio, non perché con la bacchetta magica Egli venga a risolvere i problemi del Porto ma perché egli ispira nei nostri cuori pensieri giusti che assecondati producano i frutti desiderati.

“Affidiamoci – ha concluso il Vescovo – a chi questa esperienza ha passato, Zaccaria, Elisabetta, Maria, lo stesso Giuseppe, riconoscendo che possiamo avere momenti e motivi di difficoltà ma se c’è la fede, l’affidamento a Dio, ogni cosa cammina secondo il suo corso e noi possiamo vivere nella serenità dei figli di Dio, nella pace del Natale: questo il mio augurio, questa la mia preghiera”.


Allegati:

Apertura Causa Beatificazione di P. Ludovico Polat

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