Il ‘Direttorio su Pietà popolare e Liturgia‘ afferma che: «la Novena del Natale ha svolto una funzione salutare e può continuare ancora a svolgerla». Essa riguarda il periodo che va dal 16 al 24 dicembre, sentito e vissuto del Popolo cristiano come un tempo di grazia, nel tempo di grazia dell’Avvento, per la preparazione spirituale dei fedeli al Natale del Signore. Come in tutte le Città ed i Paesi di Calabria, il Natale è da sempre, ad Oppido Mamertina, una delle festività dell’anno tra le più amate e attese.
Il culmine delle festività natalizie si ha nella sera della Vigilia, vissuta come una festa di famiglia e conclusa con la solenne celebrazione del Vescovo in Cattedrale. La particolarità più originale del Natale oppidese è comunque il ruolo di primissimo piano che in esso ha da sempre avuto la Musica. Nell’Ottocento, i Canonici del Capitolo intonavano il «Dormi, dormi benigne Iesu», accompagnati dalle voci argentine dei giovani Seminaristi. Altri canti avevano le parole del celebre Abate Giovanni Conia e la musica del Canonico Giuseppe Annunziato Muratore, compagno di studi di Bellini e Mercadante. Ma la più popolare ed amata espressione della festa è offerta, ieri come oggi, dalle chitarre, gli strumenti a fiato e le fisarmoniche del gruppo di Musicisti che anima il Natale oppidese e che ha la sua più caratteristica e bella manifestazione nei giorni della Novena.
Questa pia pratica si svolge, da tempo immemorabile, nella chiesa Abbazia. Già il Vescovo Giuseppe Maria Perrimezzi aveva pubblicato, nel 1728, un imponente testo di preghiere e meditazioni di oltre 250 pagine, dal titolo «Sentimenti di divozione al Bambino Giesù» ma per diversi decenni si seguì, come testo di riferimento per la Novena di Natale, quello edito da Mons. Antonio Maria Curcio nel 1893. Dopo il Concilio Vaticano II, il Parroco del tempo, Mons. Francesco Zappia, diede alla Novena l’impostazione attuale. A lui si deve, oltre che il riordino delle preghiere e dei canti, anche la rinascita della caratteristica ensemble di strumenti che, pur richiamandosi alla tradizione precedente, ha però aggiunto un tocco di novità negli arrangiamenti musicali e nell’atteggiamento dei musicisti, rinnovando positivamente il volto della caratteristica Orchestrina. Ad essa, per questo motivo, è stato dato il simpatico nome di «The Bati’s Band». Ai nostri giorni, la Novena del Natale ha inizio, in Oppido, alle prime luci del mattino.
Un grande fuoco viene acceso accanto ad un altrettanto grande ed artistico presepio, costruito lungo la facciata laterale esterna della chiesa, mentre il suono festoso delle campane accoglie i fedeli che numerosi si avviano per la celebrazione. Nel frattempo, già da un’ora prima, l’Orchestrina che animerà la messa, ha percorso le vie del centro abitato, suonando le nenie e i canti tradizionali natalizi per invitare alla preghiera. Questa si apre con una monizione del Celebrante che introduce i fedeli nel tempo festivo e li esorta alla preghiera fervente. Seguono le strofe del canto «Vieni, o Signor, la terra in pianto geme» – di autore anonimo – diffuso in diverse Parrocchie d’Italia, al quale succedono tre strofe, tratte dagli «affetti» della Novena di Mons. Curcio, alternate dal canto «Abbiate pietà, Signore», anch’esso di autore ignoto allo stato attuale delle ricerche. Per il resto, la celebrazione è allietata dall’alternarsi delle pastorali e dei canti tradizionali del Natale oppidese.
Quest’anno, ‘a sorpresa’, ha concluso le celebrazioni della Novena lo stesso Mons. Francesco Milito, nostro Vescovo, il quale, nell’omelia, ha indicato nell’attesa della festa, tipica di questo periodo, una proficua ed opportuna occasione per un vero e sincero cambiamento del cuore, così da poter accogliere, nel migliore dei modi, il Celeste Bambino che torna a nascere. Particolare attenzione ha, poi, rivolto il Presule ai tanti giovani presenti, esortandoli a prendere atto, attraverso le scelte concrete della loro vita, delle attese che la Chiesa e Cristo stesso, hanno nei loro confronti per la diffusione del Vangelo. Il Vescovo, a tal proposito, ha ricordato gli spunti e le piste di riflessione che il prossimo Sinodo darà in tal senso e che la nostra Chiesa Diocesana ha già accolto per l’attività e la missione di questo Anno pastorale.
Al termine della celebrazione, il Parroco, don Letterio Festa, ha donato a Mons. Milito una riproduzione del testo settecentesco del Perrimezzi. L’augurio, in questa Vigilia, è che il Signore, in questo Santo Natale, possa portare luce e speranza ai nostri cuori, spesso ottenebrati dalle difficoltà del vivere quotidiano.
sac. Letterio Festa