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18/Feb/18

‘Il Figliol prodigo: conversione e comunione’. Ritiro quaresimale per ministri straordinari della Comunione, della Consolazione e Accoliti

Sabato 11 febbraio, i Ministri Straordinari della Santa Comunione, i Ministri della Consolazione e gli Accoliti della nostra Diocesi, si sono ritrovati presso l’auditorium del Duomo di Gioia Tauro per intraprendere il cammino quaresimale con un ritiro spirituale che già nel titolo racchiude i propositi da perseguire in questo tempo forte. ‘Il Figliol Prodigo – Conversione e Comunione’.

La riflessione curata da don Luigi Ragione, cappellano del carcere di Laureana di Borrello, ha avuto un taglio sicuramente singolare; è stato proposto all’assemblea di immaginare di svolgere un tema sui personaggi della famosa parabola evangelica, cercare di coglier i ruoli di ciascuno di loro, chi è veramente il figlio buono? Chi è invece quello cattivo?  Nella vita dei due giovani che cosa impersona il padre?

Sicuramente il figlio obbediente, che faceva la volontà del padre non è stato una guida adeguata del minore al quale ha fatto pesare le mancanze, l’aver deluso le aspettative del genitore, ma non ha fatto scoprire l’importanza di essere più del fare. Spesso una correzione fatta in modo sgarbato può dare un effetto contrario a quello cercato facendo letteralmente scappare via colui che si voleva correggere.

Cominciamo così a vedere in modo diverso il comportamento del figlio disobbediente, la sua è una fuga da quella realtà che non riesce a fargli realizzare i suoi sogni belli, non ha avuto una guida e la fame che la parabola gli ascrive e che lo spingerà al ritorno, non è una fame fisica ma spirituale, è fame di amore, di calore, di casa; la casa simbolo di comunione di una comunità che si ama, vive; la casa simbolo del Paradiso non del Purgatorio o peggio ancora dell’Inferno.

Il padre, nella rilettura attuata da don Luigi, assume un ruolo iniziale di amministratore dell’azienda di famiglia, lo si evince anche dalle accuse fatte dal figlio maggiore quando si lamenta con il genitore della mancanza di gratitudine per il lavoro svolto; amministratore, dunque di beni e non di bontà.

Certamente, dice don Luigi, se ci fosse stata una mamma la parabola avrebbe avuto una diversa trama, sicuramente l’amore che viene messo da parte dagli interessi avrebbe avuto il primo posto.

I numerosissimi partecipanti al ritiro, hanno dimostrato di apprezzare l’originalità di questa visione che ha introdotto ognuno a focalizzare bene i personaggi della nota parabola evangelica, imparando ad andare oltre quelle che sono le letture superficiali ma cercare di cogliere gli aspetti nascosti che sono fonte di grande insegnamento.

A corollario del ritiro, molti partecipanti si sono accostati al sacramento della riconciliazione, concludendo con la Santa Messa, celebrata dallo stesso don Luigi Ragione, commosso e grato per l’accoglienza da parte del parroco don Antonio Scordo e di tutta la comunità gioiese.

Tony Scarcella

Direttore Ufficio di Pastorale della salute


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