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15/Apr/18

La logica della mistagogia come cammino di Chiesa adulta – Incontro diocesano catechisti

Venerdi 13 aprile presso  l’Auditorium della Casa del Laicato in Gioia Tauro, si è svolto l’incontro di verifica  di fine anno con i responsabili dei gruppi catechistici delle parrocchie, con la presenza di Don Gianfranco Calabrese, parroco, Direttore dell’Ufficio Catechistico Diocesano di Genova. Incontro organizzato già dall’inizio dell’anno pastorale dal Direttore dell’Ufficio e dai suoi collaboratori.

Don Giuseppe Sofrà, Direttore dell’Ufficio Catechistico della Diocesi, ha aperto l’incontro con la preghiera e ha salutato e ringraziato di cuore Don Gianfranco per la sua presenza e per l’aiuto che intende portare nella nostra catechesi.

Don Calabrese ha ringraziato Don Giuseppe per questo momento e i catechisti presenti, suggerendo loro che la catechesi ha bisogno di persone credenti in Cristo che vivono la passione dell’evangelizzazione, senza sottovalutare le difficoltà, le urgenze e i limiti sociali.

Dopo il momento di preghiera, si è soffermato sul testo dell’esortazione Evangelii Gaudium di Papa Francesco al n. 166: L’incontro catechistico è un annuncio della Parola ed è centrato su di essa, ma ha sempre bisogno di un’adeguata ambientazione e di una motivazione attraente, dell’uso di simboli eloquenti, dell’inserimento in un ampio processo di crescita e dell’integrazione di tutte le dimensioni della persona in un cammino comunitario di ascolto e di risposta.

«In queste parole del papa – ha detto don Calabrese – è già evidente l’anima del nostro servizio che è quello di evangelizzare, ed è importante riconoscere che il nostro servizio è proprio in quell’incontro catechistico, lì, dove si è già, Missionari Discepoli sempre».

Don Gianfranco, continuando nel suo linguaggio abbastanza chiaro e concreto, ha ribadito che non si vive più in una società in cui si nasceva cristiani , ma oggi  occorre scegliere di esserlo e tenendo conto delle famiglie che partecipano alla vita comunitaria, e di quelle che specialmente sono lontani di proporre loro sin dall’inizio dell’itinerario un serio cammino di fede, in modo da saper offrire alle famiglie  un clima di comprensione che possa creare e per loro e per i ragazzi  tempi e spazi ‘umani’ d’incontro vero, di ascolto vero, di preghiera vera, di esperienza vera attraverso la spiegazione dei “segni”. Ecco uno dei più belli significati della Mistagogia. La sua stessa natura offre indicazioni preziose per individuare l’obiettivo ultimo per un percorso che sia significativo ed efficace.

Il relatore ha ribadito che l’incontro di catechesi con i nostri ragazzi non può e non deve essere frutto di sola razionalità, o preoccupazione di dover trasmettere contenuti dottrinali, ma è possibile mettendo insieme le dimensioni del nostro essere Chiesa e del nostro essere persona: corporeità, intelligenza, capacità simbolica affettività. Ciò si esprime, portando anche i ragazzi a far vedere dove nelle nostre chiese è collocato l’ambone, o il fonte battesimale , o gli olii santi spiegando loro che ai misteri della fede ci relazioniamo, infatti, con la Parola, con la vita ecclesiale, e con la carità vissuta nel mondo, proprio perché i sacramenti non possono essere separati dalla storia e dalla vita di chi li celebra.

Infine, Don Gianfranco ha trovato molto utile il Questionario preparato dall’UCD e consegnato ai responsabili dei catechisti, che li ha spinti a riflettere su realtà che si danno per scontate: Come viene curato l’aspetto spirituale nel gruppo dei catechisti? Non esiste cristiano che non abbia bisogno di catechesi  sia nella vita di gruppo che nel servizio alla comunità. Si crede e si vive il famoso principio formarsi per formare altri formatori?. Grazie ai suggerimenti e alle proposte è riuscito a  sollevare interrogativi e riflessioni che si sono esplicitati meglio negli interventi  posti al relatore che sinteticamente ha restituito all’assemblea un ulteriore approfondimento: per poter ‘assomigliare’ al catechista è necessario fare prima un passo indietro per chiederci sinceramente se siamo veramente diventati cristiani, condizione essenziale per essere catechisti.

E così tornando al tema che ha accompagnato questo pomeriggio QUALE CAMMINO DI CHIESA ADULTA: LA LOGICA DELLA MISTAGOGIA, ci ha coinvolti riflettendo su una domanda fondante: «Come posso essere catechista se non sono prima un adulto maturo nella fede?». Cioè, un vero cristiano, una persona adulta che ha scelto liberamente di diventarlo e di esserlo  nella società di oggi. Ma tutto ciò comporterà una credibile testimonianza e cioè quella di volersi bene e stimarsi tra catechiste e gruppo di catechisti, diversamente se si verranno a creare gelosie, invidie o parlare male sulle altre o dei propri parroci, purtroppo tutto quello che con fatica e passione si è arrivati a costruire dopo tanti impegni,  in pochissimo tempo crollerà.

Prima di chiudere l’incontro Don Giuseppe ha ricordato ai presenti il Pellegrinaggio diocesano dei catechisti al Santuario di Maria SS. del Tindari sabato 2 giugno 2018, ed entro il 15 maggio p.v. di inoltrare l’elenco dei catechisti che parteciperanno. Nello spirito dell’amicizia e della comunione sacerdotale ha augurato a Don Gianfranco un buon rientro a Genova e un ulteriore invito nella nostra Diocesi.

Maria Antonietta Foti, catechista

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Di seguito il link all’intervista a don Gianfranco Calabrese ad opera di Pianainforma

http://www.pianainforma.it/breaking-video/gioia-tauro-incontro-catechisti-dal-titolo-quale-cammino-chiesa-adulta-la-logica-della-mistagogia

 

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