Si è svolto lunedì 7 maggio nei nuovi locali della parrocchia San Gaetano Catanoso in Gioia Tauro l’ultimo incontro di formazione dei Diaconi permanenti e degli Aspiranti al diaconato. A guidarli quest’anno per desiderio del Delegato Vescovile per il Diaconato permanente e i Ministeri istituiti è stato il Cancelliere della Diocesi don Mimmo Caruso, sempre vicino ai diaconi della nostra Diocesi che lo hanno sempre apprezzato per la disponibilità nei loro confronti e per la competenza che lo contraddistingue.
La tematica scelta per quest’anno, quella dei “diritti e obblighi” dei chierici, specificamente del Diacono, nel Codice di Diritto canonico è stata molto interessante ed è valsa soprattutto a sollecitare i diaconi a riappropriarsi della specificità del loro ministero, a comprendere in fondo le caratteristiche della missione che la Chiesa ha inteso affidargli nel momento in cui il Concilio Vaticano II affermando nella Lumen Gentium che “in un grado inferiore della gerarchia stanno i diaconi, ai quali sono imposte le mani «non per il sacerdozio, ma per il servizio»” ha così per dire tracciato le indicazioni per comprendere l’identità di tale ministero.
Incontri, pertanto, che hanno costituito sia per i diaconi già ordinati sia per gli aspiranti al diaconato una forte presa di coscienza con le parole incoraggianti di don Mimmo che a fronte di incomprensioni che ancora possono nascere relativamente al diaconato permanente ha invitato i diaconi a svolgere il loro ministero con fortezza, fermezza e fiducia, in ciò sorretti dalla particolare attenzione che il nostro Vescovo ha verso di loro e dalla cura particolare verso tale ministero del Delegato Vescovile, don Giovanni Battista Tillieci.
Nell’ultimo incontro il Cancelliere diocesano ha illustrato i compiti del diacono che vanno senza dubbio ricondotti al triplex munus del ministero ordinato, il munus docendi, il munus sanctificandi e il munus regendi, ma che chiaramente per il diacono trovano la ragione del loro essere nella parola “servizio”, con riferimento a Gesù che “è venuto per servire, ma non per essere servito”, “servizio – come ha sottolineato don Mimmo – alla comunione e di comunione”.
Don Mimmo ha specificamente spiegato che il munus docendi va riferito al ministero della Parola, per cui il diacono proclama il Vangelo e predica la parola di Dio. Egli gode della facoltà di predicare ovunque, alle condizioni previste dal diritto (can. 764), specificamente con le limitazioni cosiddette estrinseche ed intrinseche.
Il Cancelliere ha sottolineato che questa facoltà nasce dal sacramento e deve essere esercitata con il consenso del Vescovo e con l’umiltà di chi è ministro e non padrone della parola di Dio. Nei casi in cui presiede una celebrazione liturgica o quando ne viene incaricato, il diacono deve dare grande importanza all’omelia con riguardo al contenuto che deve sempre cercare di attualizzare il messaggio che la parola di Dio contiene. A tal riguardo ricorda il corso di “Omiletica” tenuto da don Giovanni Battista Tillieci al nostro Istituto teologico Istep.
Con riferimento al munus sanctificandi don Caruso ha sottolineato che quale ministro della liturgia, il diacono riceve il sacramento dell’Ordine per servire in veste di ministro alla santificazione della comunità cristiana, in comunione col Vescovo e i presbiteri, soffermandosi in particolare su aspetti pratici e problemi che possono presentarsi nelle situazioni concrete.
Con riferimento, infine, al munus regendi don Mimmo ha evidenziato come il diacono può partecipare alla cura pastorale di una parrocchia senza parroco, nel qual caso comunque il Vescovo dovrà sempre costituire un un sacerdote il quale, con la potestà e le facoltà di parroco, sia il moderatore della cura pastorale.
Don Mimmo ha concluso il suo intervento dando a tutti i diaconi e agli aspiranti presenti il senso degli incontri di formazione di quest’anno: “La vostra sia una diaconia per la missione della Chiesa, chiave interpretativa del rapporto chiesa-mondo perché il diaconato sia un forte segno di Cristo servo e della Chiesa serva per tutta la società. E in essa il diaconato sia un continuo richiamo al fatto che la vita ha senso solo se si fa servizio”.
A don Mimmo il grazie del nostro Delegato Vescovile, don Giovanni Battista e di tutti i diaconi che alla fine degli incontri di quest’anno si sentono più incoraggiati all’esercizio del loro ministero e un grazie da parte degli aspiranti al diaconato che sono stati aiutati ad un serio discernimento personale su cosa significhi essere diacono al servizio del Vescovo, della Chiesa e della società. Cinque di loro, il 30 giugno, nella ricorrenza del 6° Anniversario dell’Ingresso in Diocesi del nostro Vescovo Mons. Francesco Milito, verranno ammessi agli Ordini sacri: Ignazio Perna e Giuseppe Gallo della Parrocchia Maria SS. del Rosario in Palmi, Francesco Arena della Parrocchia Maria SS. Assunta e San Pietro Apostolo in San Pietro di Caridà, Massimo Surace della Parrocchia S. Caterina e S. Leone in Tresilico, e Nicodemo Valensise della Parrocchia San Sebastiano in Anoia Superiore.
Cecè Caruso