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01/Giu/18

La fine del Mese Mariano di Maggio a Galatro

 “Erano uomini, donne, fanciulli, a brigate, a coppie, soli. E andavano insieme, come amici a un viaggio convenuto. Gli atti indicavano manifestamente una fretta e una gioia comune… L’Innominato guardava, guardava; e gli cresceva in cuore una più che curiosità di saper cosa mai potesse comunicare un trasporto uguale a tanta gente diversa”. Così Manzoni descrive nei Promessi Sposi il momento in cui l’Innominato si affaccia all’alba alla finestra e si domanda: “Che allegria c’è? Cos’hanno di bello tutti costoro?”.
In questo mese di maggio ormai finito, organizzata da don Natale Ioculano in maniera seria e composta, abbiamo assistito, nel nostro piccolo paese, ad una manifestazione di fede straordinaria: non c’era l’Innominato, ma don Natale che, con stupore, commozione, fede e animo paterno, osservava tanta gente semplice arrivare, piano piano, nei quartieri dove ogni sera si è recitato il Santo Rosario e poi si  è celebrata la Santa Messa.
Maria è stata accolta in piccoli angoli dei nostri quartieri che, per lo spazio di qualche ora sono diventate delle accoglienti Basiliche che hanno abbracciato tutti, anche chi in Chiesa ci va nemmeno una volta l’anno. 
E certamente domande analoghe a quelle dell’Innominato, oppure lo stupore e la commozione di don Natale, sono rimbalzate nella mente di quanti hanno visto un popolo che transitava davanti alle loro case, pregando e cantando. Cos’hanno di bello costoro? Dove sta il segreto di quella rara allegria dipinta sui loro volti, capace di rompere anche la crosta della fatica? Cosa tiene insieme persone per la maggior parte sconosciute l’una all’altra eppure così unite? Li tiene insieme il desiderio di trovare risposte credibili ai grandi interrogativi dell’esistenza, risposte che la Chiesa continua ad offrire alla ragione e alla libertà degli uomini, in un tempo in cui è così difficile incontrare qualcosa di realmente affascinante. 
 
Anche il pellegrinaggio a piedi alla Madonna dell’Aiuto a Celano, che ha concluso il mese di maggio, è l’esperienza che più compiutamente esprime l’inesausta tensione dell’uomo a qualcosa di solido e duraturo, che sia insieme incontrabile nell’oggi e capace di resistere al tempo. Contiene tutte le dimensioni dell’umana avventura: c’è la fatica fisica, c’è il bisogno di qualcuno con cui condividerla, come l’amico che cammina al fianco o lo sconosciuto col quale si diventa amici per lo “spazio di un attimo”, c’è la mendicanza del viandante assetato di eterno; c’è l’inesausta tensione alla meta, ma soprattutto la certezza che una meta da raggiungere esiste, che l’esistenza non è un vagabondare privo di orizzonti, che il cammino dell’uomo per essere certo ha bisogno di un luogo verso cui andare, dove quel cammino si compia.
 
Uomini, donne e bambini che, come scrive Manzoni, andavano insieme come amici a un viaggio convenuto. Gente che testimonia anche plasticamente la natura popolare della Chiesa, una natura così diversa da quella che i grandi media si ostinano a presentare: questo popolo è fatto di gente che non nasconde i propri errori e insieme riconosce che c’è Qualcuno che è più grande di essi ed è capace di far ripartire l’uomo in qualsiasi condizione.
 
Questo popolo, anche a Galatro, è stato come un segno di speranza in una realtà dove la disperazione avanza e il cinismo e la rassegnazione guadagnano terreno. Scriveva Cesare Pavese: “Non c’è cosa più amara che l’alba di un giorno in cui nulla accadrà”. Anche a lui, come all’Innominato, come ai tanti che in questo tempo sperimentano la fatica di vivere, sarebbe piaciuto conoscere “cos’hanno di bello tutti costoro e cosa mai potesse comunicare un trasporto uguale a tanta gente diversa”.
In questo mese di Maggio abbiamo avuto la possibilità di toccare con mano questa bellezza e questo trasporto, di vedere che c’è Qualcuno che è più grande dei nostri problemi e, di fronte a tutta questa ricchezza di fede, permette di rimanere affascinati dal grande Mistero che ci abbraccia teneramente, e desiderare che tutte le richieste e le speranze che abbiamo deposto ai piedi della Madonna, vengano accolte ed esaudite.
 
Michele Scozzarra

Allegati:

Apertura Causa Beatificazione di P. Ludovico Polat

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