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07/Set/19

Don Domenico Lando nuovo Amministratore Parrocchiale di “S. Maria delle Grazie” in Cosoleto e “Santa Domenica” in Sitizano e Rettore del Santuario di “San Rocco” in Acquaro di Cosoleto

Cosoleto, Sitizano e Acquaro di Cosoleto hanno accolto con grande entusiasmo don Domenico Lando scelto dal Vescovo della Diocesi di Oppido Mamertina-Palmi Mons.  Francesco Milito come Amministratore parrocchiale delle parrocchie di “S. Maria delle Grazie” in Cosoleto e “Santa Domenica” in Sitizano e Rettore del Santuario di “San Rocco” in Acquaro di Cosoleto.
Il suo insediamento è avvenuto nella chiesa di Santa Domenica in Sitizano mercoledì quattro settembre durante la solenne concelebrazione eucaristica presieduta dal Vescovo in presenza di numerosi sacerdoti e diaconi.  Don Lando Direttore del Coro della Diocesi di Oppido Mamertina–Palmi e Responsabile della sezione Musica Sacra dell’Ufficio Liturgico diocesano è arrivato nella piccola frazione con il Vescovo ed è stato accolto nella chiesa gremita in ogni angolo dai suoi nuovi parrocchiani, i quali appresa la notizia del suo arrivo lo hanno accolto ancor prima nei loro cuori e nelle loro preghiere come nuovo compagno di viaggio.
 
Nell’omelia il Vescovo ha spiegato il senso della nomina di Amministratore parrocchiale spiegando che in assenza e in attesa di eventuale parroco, spesso per motivi chiari o per altre cause, viene nominato un amministratore con gli stessi diritti e gli stessi doveri, non quindi una figura di passaggio, ma trattandosi di sacerdoti giovanissimi è giusto che inizino a lavorare gradualmente e ciò permette loro di inserirsi, di conoscere e di essere conosciuti e con la possibilità di passare nel giro di qualche anno all’incarico di parroco. Si tratta di un periodo che potremmo definire di tirocinio che potrà riuscire nella misura in cui reciprocamente ci si incontra nel Signore, aiutandosi a vicenda, con quell’amore, quel rispetto che è presente in tutte le famiglie. Non nomina provvisoria quindi, non commissariamento, ma inserimento graduale per poter prendere su di loro un compito e portarlo avanti, come se fossero già parroci perché ritenuti idonei a questo incarico.
 
Prendendo spunto dalle letture del giorno il Vescovo ha esortato don Domenico Lando a sentirsi apostolo, inviato certamente dal Vescovo ma innanzitutto dal Signore perché è lui che sceglie, secondo i suoi disegni, i tempi, le circostanze suscitando ciò che è necessario: sentirsi quindi inviato dal Signore tramite la Chiesa, rifacendosi allo stile di Gesù, avvertendo la responsabilità di questo invio, e rimanendogli fedele per corrispondere all’impegno ricevuto.
La seconda indicazione data dal Vescovo, quella di avere un occhio di predilezione soprattutto verso quanti sono provati nel corpo e nello spirito, con una particolare attenzione verso quelli che non possono venire in chiesa e verso i lontani, gli assenti permanenti.
 
Prima della benedizione finale della celebrazione liturgica animata dai cori di Sitizano e Cosoleto unitamente al coro diocesano, don Lando ha voluto ringraziare le persone delle sue nuove “terre” che dal primo settembre lo hanno ricevuto «con tanta semplicità di cuore», ed ha spiegato come intende “seminarle”. «Quando il Vescovo mi ha chiamato per chiedermi di cambiare missione perché ero cappellano al Monastero della Visitazione a Taurianova ho detto subito sì. Siamo sacerdoti per la Chiesa non per noi stessi, in questo particolare momento mi ha chiamato per servire le terre di Cosoleto, Sitizano e Acquaro, ciò che farò perché è bello servire, nella mia vita non ho mai fatto nulla per me». Poi, don Lando si è rivolto alla gente per confidare loro che «non vedeva l’ora di incontrare i loro volti, di conoscere i loro nomi, di sentire le loro voci, poiché il servizio parte dal dialogo e non è mai risolutivo, la risoluzione è l’ultimo giorno quando il Signore ci chiama». Don Lando ha riservato anche un piccolo dono per tutti che ha fatto distribuire, una immaginetta sull’importanza del seminatore. «Gesù semina se stesso e la speranza, anch’io vorrei seminare con voi, non si può seminare da soli, ma seminare richiede la conoscenza del terreno, l’ascolto, se la terra non è buona non cresce nulla, ma laddove il terreno è fertile mettiamo i semi, laddove è sterile cominciamo a zappare per renderlo produttivo, i frutti li raccoglierà il Signore».

Al termine del suo intervento è seguito un lungo e sentito applauso per il giovane Amministratore parrocchiale. Un momento di vera gioia, pieno di sorrisi, con il taglio della torta nel salone della parrocchia, ha infine concluso la serata.
 
 
Kety Galati 

Allegati:

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