News

28/Dic/19

Insieme per Santa Cecilia 2ª Festa dei Cori

 

I cori della Diocesi di Oppido Mamertina -Palmi e l’Orchestra provinciale giovanile di fiati “ANBIMA” si sono riuniti “Insieme per Santa Cecilia” patrona della musica, per la seconda Festa dei Cori, che ha preso vita nella Basilica – Santuario “Madonna dei Poveri” di Seminara, nel pomeriggio di domenica 24 novembre, alla presenza del nostro vescovo S.E. Mons. Francesco Milito che ha presieduto la concelebrazione eucaristica. La manifestazione musicale è stata organizzata dall’Ufficio Liturgico, di cui è parte integrante il Coro della Diocesi di Oppido Mamertina – Palmi diretto dal maestro don Domenico Lando, nonché Responsabile diocesano e regionale della Musica Sacra e dal Presidente regionale “ANBIMA” Prof. Francesco Palumbo.

Durante la funzione liturgica è stata eseguita la “Messa Pane del Cielo” composta dal maestro Lando e, una delle coriste del coro diocesano Loredana Condoleo ha cantato il salmo.

Durante l’omelia il Vescovo si è soffermato sul significato della regalità di Cristo nella giornata in cui la Chiesa celebra la solennità di Cristo Re dell’Universo sottolineando che la Chiesa adora Cristo non assiso su un trono ma in croce, in un contesto, quello della crocifissione, in cui vengono proferite contro il Signore espressioni al limite tra la bestemmia e l’ironia, mentre egli è esposto alla derisione e al ludibrio, condannato alla morte ignominiosa della croce. Il Vescovo ha evidenziato poi come nel colloquio tra Gesù e il Padre, si innesta un colloquio degno di re, quello di Gesù con il “buon” ladrone che ha compreso i suoi errori, mentre l’altro si pone in posizione di chiusura bestemmiando e a cui Gesù non risponde, mentre risponde al primo assicurandogli quello che ogni re può dare, di accogliere qualcuno nel suo regno, perché lui lo può fare essendo Re di questo Regno. “Un re – ha continuato il Vescovo – che non ha una corte, una reggia in cui è circondato da persone, ma un re solo, il cui trono è la croce, un re che rappresenta la possibilità di essere accolto da tutti, perché quando c’è qualcuno che vive agli estremi del limite umano, questi lo sentiamo più vicino a noi. E così si presenta Gesù, come uno che ha da dire il suo amore e che, nonostante l’amore a lui non dato, tutto assolve, tutto assume e presenta al Padre”.

Il Vescovo ha quindi osservato che la solennità di Cristo re dell’universo ci pone alcune domande: Cristo è veramente nostro Re, nel senso più vero del termine, a cui noi diamo la nostra adesione di cittadini del regno dell’amore, quello da lui donato? Un regno il suo che non ha risvolti politici ma spirituali e per questo sociali, un regno che come proclameremo nel prefazio, è un regno di verità, di amore, di giustizia e di pace. Viviamo noi le consegne di questo regno? Ne siamo presi dentro? Un regno che richiede da noi una risposta umile, anche se molto condivisa e sentita, per non dire solo parole inutili quando eleviamo le nostre dossologie al Signore nel Padre e nello Spirito. Il Vescovo ha poi evidenziato che Luca, evangelista della Misericordia, dopo aver posto accanto a Gesù i più diseredati, i più malati, i più toccati nel corpo e nello spirito, chiude il suo vangelo mettendogli accanto gli ultimi degli ultimi, dando la consegna all’evangelista Matteo che nel nuovo anno liturgico ci presenterà il Signore che ci dirà che “servire significa regnare”, fondando, come lui, tutto sull’amore. Il Vescovo per questo ha invitato a pregare per il mondo e per la Chiesa perché possa vivere in modo permanente la dimensione dell’amore e così Cristo potrà essere re dei nostri cuori, della nostra comunità, delle nostre azioni.

Prima della conclusione della funzione liturgica don Domenico Caruso parroco e rettore del Santuario di Seminara, riprendendo l’omelia del Vescovo ha sottolineato come da quel giorno in cui “si fece buio su tutta la terra” come in questa domenica, da lì, dalla croce, dalle tenebre, ha avuto inizio tutto», mistero questo che ci fa comprendere la passione di Gesù come il compimento del progetto universale di salvezza realizzato dal Signore.

Dopo la messa oltre cento cantori accompagnati da circa cinquanta ragazzi dall’Orchestra provinciale giovanile di fiati “ANBIMA”, hanno offerto al pubblico un repertorio musicale sacro e liturgico.

L’evento è stato presentato da Lucia Ioculano studentessa della Scuola diocesana di Musica per la Liturgia che ha anche composto per questa seconda edizione della Festa dei cori l’Introito della messa.

Il concerto si è aperto con il “Cantantibus Organis” di Althoffer, famosa antifona tratta dalla passio di santa Cecilia. I cori e l’Orchestra hanno poi proposto:”Exulta filia Sion” di Durighello, “Di null’altro mai ci glorieremo” di Lando, “Iuravit Dominus” di Berlese, l’inno composto da Lando per il secondo Congresso eucaristico diocesano “Invitati al banchetto”, “Panis angelicus” di C. Franck, “l’Ave Verum” di Mozart, “Ex Corde Scisso” di Durighello, “Venite benedetti dal Padre mio” di Frisina.

I cori hanno poi cantato un altro inno composto sempre da Lando per l’anno dell’Unità nel Giubileo della Misericordia e la platea ha potuto ascoltare il duetto del tenore Michele Fazzari e del soprano Rita De Blasio in “Croce di Cristo” di Lando e infine il “Sacerdote per sempre” di Durighello. Nella direzione dei canti e dell’orchestra si sono alternati i maestri: Bruno Zema, Stefano Calderone, Gaetano Pisano, Alessandro Monorchio, Giuseppe Maira e don Domenico Lando.

I cori della diocesi che hanno aderito alla seconda edizione della Festa dei cori sono stati: Santa Domenica di Sitizano, Mater Pauperum di Seminara, Santa Maria delle Grazie e San Giorgio Martire di Sinopoli, Santa Maria delle Grazie di Cosoleto, Santa Cecilia di Varapodio, “Note celesti” e “Mons Bruno Cocolo” di Delianuova.

Al termine del concerto don Lando ha sottolineato come il canto trasformi il nostro cuore e la nostra anima» e il professore Francesco Palumbo, Presidente regionale “Anbima”, ha voluto sottolineare che «crede in questo stare insieme di cori, come il Vescovo che crede nel potere maieutico che la musica ha di elevarci».

Ha concluso il nostro Vescovo sottolineando che «la nostra Diocesi ha delle eccellenze e dei talenti nel campo della musica che in Calabria non ha pari.

Alla fine, sono stati consegnati gli attestati di partecipazione ai coristi e la festa si è conclusa anche quest’anno con il taglio della torta e tanti gioiosi sorrisi.

Kety Galati


Allegati:

Apertura Causa Beatificazione di P. Ludovico Polat

AGENSIR news

Safety of Rwanda Bill. Enchelmaier: “Legislazione disumana”

“Il ‘Safety of Rwanda Bill’, la legislazione che sarà approvata dopo Pasqua dal parlamento di Westminster, che prevede la deportazione di migliaia di richiedenti asilo verso il Paese africano, in [...]

Francesco e la Storia. Dalla parte, sempre, degli ultimi

Leggere i segni: gli scettici dicono spesso che ce ne ricordiamo con il senno del poi; dopo che i fatti sono avvenuti, tutto ci può sembrare segno anticipatore, profezia. E [...]