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30/Dic/19

I diaconi a Seminara nella festa di Santo Stefano

 

Un’idea molto bella, quella di don Domenico Caruso, Cancelliere Vescovile, Parroco di Seminara e Rettore della Basilica-Santuario della Madonna dei Poveri di invitare i diaconi permanenti e i candidati al diaconato insieme con il loro Delegato Vescovile, don Giovanni Battista Tillieci, in occasione della festa di Santo Stefano, diacono e protomartire. Un invito accolto con molta gioia dai diaconi che in gran numero sono stati presenti vivendo un momento di intensa comunione spirituale e umana, così come molto intenso era stato il precedente convenire dei diaconi a Seminara in occasione del Giubileo della Misericordia nella festa di San Lorenzo il 10 agosto 2016.

All’inizio della concelebrazione eucaristica don Domenico ha salutato il Delegato, che l’ha presieduta, e i diaconi presenti evidenziando i forti legami di amicizia e di stima che lo legano al delegato e ai diaconi, per l’attenzione che lui ha sempre avuto nei confronti del ministero diaconale avendone sempre riconosciuta l’importanza per la vita della nostra Chiesa locale. Ha evidenziato il clima festoso per la gioia del Natale e per la festa del dies natalis in cielo di Santo Stefano, seppur questa gioia velata dalla tristezza perché nella messa si sarebbero ricordati i coniugi Garzo e Rizzo, molto vicini e impegnati nella vita parrocchiale, tragicamente scomparsi nella notte tra il 25 e il 26 dicembre dell’anno scorso. Questo perché ci sorregge la fede e la certezza della vita eterna, come hanno testimoniato in quest’anno i parenti delle vittime con il loro composto dolore e la loro cristiana accettazione della volontà del Signore.

Don Tillieci, prima dell’atto penitenziale, ha evidenziato anch’egli i legami di amicizia e di stima che lo legano a don Domenico e la sua particolare devozione verso la Madonna dei Poveri di Seminara raggiunta nella sua giovinezza in pellegrinaggio a piedi nei giorni della sua festa.

Nella sua omelia don Giovanni Battista Tillieci ha sottolineato come idealmente la festa di Santo Stefano si colleghi con il Natale avendo in comune il legame che unisce le due celebrazioni ai poveri, agli ultimi. L’annunzio di gioia del Natale viene infatti dato dagli Angeli ai pastori che vegliavano, quindi a povera gente e richiamando il capitolo 6 degli Atti degli Apostoli ha osservato che l’istituzione dei 7 tra cui Santo Stefano viene fatta perché era sorto malcontento tra gli ellenisti perché nella distribuzione dei beni venivano trascurate le vedove, anch’esse persone povere e categoria insieme agli orfani spesso indifesa e maltrattata ma che gode della protezione di Dio.

Don Giovanni ha affermato a questo punto come sia molto importante pensare che anche i diaconi presenti possano essere promotori di pace nei loro ambiti di ministero e questo in virtù dell’essere pieni di fede e di Spirito Santo come Stefano o come Giovanni Battisti e pieni di fervore come deve essere per tutti i cristiani perché il Vangelo non accetta  compromessi e la fede deve essere testimoniata  anche se ciò comporta il sacrificio della propria vita come avviene per santo Stefano, che di fronte ai suoi persecutori, così come deve essere per ciascuno di noi di fronte alla sofferenza, al dolore, alla malattia,  riconosce l’opportunità di dare testimonianza soprattutto con l’atteggiamo di Gesù stesso sulla croce, perdonando e pregando per i propri uccisori.

«Non bisogna scendere a compromessi a scapito della verità del Vangelo – ha ribadito don Giovanni Battista – anche se questo potrebbe comportare non solo per i diaconi ma anche per ogni battezzato il rimetterci la pelle. Ci aiuta in questo l’essere in sintonia con Cristo perché questo ci permetterà da una parte di non aver paura di fronte alle prove e alle tribolazioni e dall’altra ci darà la forza per pregare contro i nostri persecutori».

Il Delegato Vescovile ha augurato infine ai diaconi di essere come santo Stefano, vicini ai poveri avendo la capacità di scrutare i cuori per accorgersi non solo delle povertà materiali delle persone ma anche delle loro povertà spirituali che discendono dalla mancanza di fede e di speranza, «quella fede e quella speranza – ha concluso don Giovanni battista – che il Bambino Gesù, Signore del tempo e della storia, è venuto a portare nel mondo» invocando per loro il dono di essere testimoni della pace e della clemenza evangelica con una testimonianza certa e sicura di fede.

Alla fine della celebrazione un momento di agape fraterna in cui tutti i diaconi presenti hanno espresso la gioia del loro stare insieme, cantando l’armonia del Natale, ha concluso la serata col vivo ringraziamento al loro Delegato e a don Domenico per l’esperienza vissuta che può essere la prima di tante che potranno venire nella festa del protodiacono Santo Stefano.

 

Cecè Caruso

 

Allegati:

Apertura Causa Beatificazione di P. Ludovico Polat

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