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14/Mar/20

La Lectio Divina per la terza domenica di Quaresima

Una forte esperienza nella nostra Diocesi per il Tempo di quaresima, fatta di ascolto, meditazione preghiera, e anche di comunione, la Lectio divina diretta dal nostro Vescovo Mons. Francesco Milito presso la parrocchia di San Catanoso a Gioia Tauro.

Sospesa dopo il secondo incontro l’assemblea orante per i problemi del coronavirus, grazie alle moderne tecnologie la lectio divina è proseguita per la Terza domenica di quaresima con la messa in onda sulla pagina Facebook della nostra Diocesi, sera di martedì 10 marzo, seguita ad oggi da 6500 utenti.
(link per guardare il video: https://www.facebook.com/diocesioppidopalmi/videos/476901896523860/

Il vangelo posto al centro della Lectio è stato quello della terza domenica di Quaresima, il Vangelo della Samaritana (Gv 4,5-42). Dopo la lettura lenta e attenta del testo il Vescovo ha guidato la meditatio riferendosi al testo nei suoi ricchi risvolti considerata la complessità dello stesso.

Tralasciando molti di questi aspetti vogliamo ricordare prima della sintesi i riferimenti liturgici con riguardo alla linea cristologica della prima e seconda domenica di quaresima e alla linea antropologica sacramentale delle altre domeniche di quaresima con il Vangelo della terza con la Promessa dell’Acqua della Vita, utilizzato per il 1° scrutinio dei catecumeni, scrutini che si celebrano solennemente di domenica e che mirano al duplice scopo di mettere in risalto le nostre fragilità, le manchevolezze e le storture del cuore degli eletti perché siano sanate e le buone qualificate, le doti di fortezza e santità, perché siano rafforzate. Gli scrutini infatti sono predisposti per liberare dal peccato e dal demonio e infondere nuova forza in Cristo che è via, verità e vita degli eletti.

Guardando alla sintesi finale è importante sottolineare che con questo testo ci troviamo di fronte a uno dei capolavori letterari e teologici dell’evangelista Giovanni e di tutto il Vangelo. Un riferimento importante al v. 4 del capitolo 4, non incluso nel brano della lettura liturgica, l’affermazione che, dovendosi recare dalla Giudea alla Galilea, Gesù “doveva” passare dalla Samaria, esprime non una necessità di tragitto unico e obbligato ma una necessità in senso teologico perché Gesù vuole passare a dimostrare che la sua missione evangelizzatrice non esclude nessuno ma è alla portata di tutti. Una missione voluta e realizzata perché Gesù si intrattiene ad evangelizzare le folle, ma privilegia anche il contatto, diretto e personale. Gesù dimostra questo con la Samaritana interessandosi a lei, eliminando i motivi che avrebbero potuto rendere difficoltoso la prosecuzione del dialogo con la conseguenza che la donna si apre gradualmente verso la vera identità dell’uomo che ha trovato al pozzo.

Sorprende in questa donna la sua liberta, la schiettezza, la sincerità l’attenzione ai temi esistenziali del suo stato di vita. E Gesù in questa storia agisce, perché la scoperta del Signore con lei e per lei, ma anche con noi e per noi, apre a un rapporto fiduciale e di fede che non ci lascia come prima perché Gesù è l’acqua viva che può saziare la nostra sete e chi beve di Lui vede estinguersi ogni altra sete. È indispensabile per questo fermarsi presso i pozzi dove possiamo incontrarlo, dove egli si fa trovare per intrattenerci a colloquio con Lui, che spiegherà ogni cosa della nostra vita. A contatto con lui si tratterà di lasciarci inondare da luci chiarificatrici e come la Samaritana l’introduzione alla conoscenza di Cristo passerà di grado in grado fino a pervenire a un grado più perfetto e sicuro: Gesù è assetato di noi, perché noi ci dissetiamo di Lui.

La conseguenza di questo incontro che trasforma, che cambia la vita è il sentire la necessità di farne partecipi altri che amiamo e conosciamo, addirittura dimenticandoci delle preoccupazioni che ci assillano: emblematico il comportamento della Samaritana che per correre dai suoi lascia l’anfora sul posto.

Colpisce in questo senso anche l’atteggiamento dei samaritani che ben conoscevano la vita della loro compaesana ma che come lei forse aspettavano da tempo il Messia vero e che non perdono l’occasione di verificare che Gesù lo sia.

La Samaritana diventa così la prima apostola del Vangelo e i suoi colleghi e le sue colleghe possono sperimentare che l’incontro con Gesù genera la fede certa: per cui diranno: “non più per i tuoi discorsi” ma perché hanno udito e ora sanno chi è Gesù.

Il Vescovo ha poi evidenziato il fatto che Gesù accetta poi l’invito a fermarsi in mezzo a loro. Non sarà così successivamente con i Samaritani. Lc 9,52-55 ricorda il loro rifiuto di accogliere Gesù e i suoi in cammino verso Gerusalemme. Ma ricordando soprattutto la parabola e la lode del Buon Samaritano sembra che Gesù non si lascia condizionare da esempi controversi ma prende gusto ad esaltare quelli positivi. Un esempio di libertà, amore senza confini, predilezione per chi è lontano.  “Lezione – ha concluso il Vescovo – da apprendere in tema di missionarietà”.

Naturalmente anche la Lectio Divina per la quarta domenica di quaresima sarà trasmessa in streaming martedì prossimo sulla pagina Facebook della Diocesi dalle ore 19.00 alle 20.15.

 

Cecè Caruso


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Allegati:

Apertura Causa Beatificazione di P. Ludovico Polat

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