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27/Mar/20

L’Angelo dell’Annunziata ha accompagnato nella notte di ieri nel suo ultimo “sì” alla volontà di Dio Mons. Francesco LARUFFA

 

Mons. Francesco Laruffa

di anni 94

Parroco Emerito della Parrocchia “Sant’Ippolito Martire”.

Ora egli vive nella Gerusalemme celeste, meta ispiratrice del lungo, fecondo, intelligente, apprezzato servizio nella Diocesi di origine Mileto-Nicotera-Tropea, nella nuova nostra Diocesi di Oppido Mamertina-Palmi – collaboratore stimato e fedele dei Vescovi – e nella sua Gioia, che l’ha avuto padre, maestro e pastore di intere generazioni.

Forti della fede che, chi vive in Cristo, in lui anche risorgerà, in segno di viva gratitudine per il bene ricevuto, nella luce della Pasqua, l’invito ad unirci nei suffragi per la sua anima.

Le attuali norme restrittive hanno impedito a me Vescovo di presiedere a questa Eucarestia, come di rito in occasione dell’ultimo saluto ai sacerdoti che il Signore chiama a sé. L’avrei tanto desiderato e voluto per esprimere di persona, insieme con Voi, la riconoscenza della Chiesa Diocesana per un venerando presbitero tutto impregnato di zelo pastorale, con l’esercizio di una intelligenza vivace, attento ai segni dei tempi, lungimirante perché quotidianamente nutrito della liturgia, saldamente fondato sulla comunione dei successori degli apostoli – il papa e i vescovi – per i cammini da essi indicati, obbediente alle mozioni dello Spirito, impresse dallo straordinario evento con il Concilio Ecumenico Vaticano II, sorgente per lui del profondo rinnovamento interiore e pratico, trasfuso nella formazione dei presbiteri, affidati alla sua cura, e di un laicato, alimentato dalla sua dotta, efficace e incisiva parola in vista di un impegno responsabile nella vita pastorale e del bene comune.

Mons. Laruffa ha chiuso gli occhi alla vita terrena qui in canonica, prolungamento del Parroco della Chiesa dove egli amministra i doni della grazia, educa e guida la preghiera della comunità. Per questo le esequie vedono oggi concelebranti solo i sacerdoti della Città – suoi figli spirituali e parroci – uniti nell’Eucaristia, a Sant’Ippolito, casa sua, con da don Antonio Scordo, che ringrazio per la dedizione che, con la collaborazione quotidiana della Sig. Caterina Versace e di Rascid, in questi ultimi anni l’hanno accudito con vero amore di figli. Il ringraziamento si estende anche ai parrocchiani, più vicini e affezionati, che hanno prestato la loro opera in tanti modi, quasi simbolo dell’affetto di tutti i gioiesi verso l’arciprete del Duomo, nonché anche al personale sanitario – medici e infermieri – che ha seguito con vigile competenza l’evolversi delle sempre più precarie condizioni di salute: il Signore ne renda a tutti merito. Particolari sentimenti di vicinanza al nipote e ai familiari in questi giorni particolari per la dipartita del caro congiunto.

La salma sarà tumulata in forma privata nel cimitero di Gioia Tauro con l’impegno della conveniente commemorazione, appena possibile, per esprimere in modo corale la nostra preghiera al Signore.

Palmi, 27 marzo 2020

 

X Francesco Milito

Vescovo

 


 

CENNI BIOGRAFICI

Nel silenzio di questi giorni di inquietudine e trepidazione, si è spento serenamente mons. Francesco Laruffa, parroco emerito della Parrocchia di Sant’Ippolito in Gioia Tauro, uno dei presbiteri più noti e più operosi della Diocesi di Oppido Mamertina-Palmi negli ultimi decenni.

Sacerdote dallo sguardo profetico e parroco dalle brillanti iniziative, egli nacque a Palmi, da Vincenzo e Francesca Bottiglieri, il 5 gennaio 1926.

Spinto da viva e precoce vocazione, Francesco Laruffa entrò nel Seminario Vescovile di Mileto dal quale passò, per gli studi filosofici e teologici, nel Pontificio Seminario Maggiore “Pio XI” di Reggio Calabria. Qui, alla scuola dei benemeriti Padri Gesuiti, si formò la sua solida e vigorosa tempra umana e sacerdotale. Fu ordinato presbitero da mons. Enrico Nicodemo, il 23 luglio 1950, nella Cattedrale di Mileto e nominato assistente dei giovani seminaristi del Seminario Diocesano.

Il siciliano mons. Eugenio Giambro, Vescovo di Nicastro, conoscendo ed apprezzando le singolari doti del giovane sacerdote, lo volle vice rettore e professore di Lettere nel suo Seminario.

Dopo qualche tempo, rientrato in Diocesi, don Laruffa fu nominato da mons. Nicodemo canonico mansionario della Cattedrale di Mileto e professore di Lettere nel Seminario Vescovile. Nell’ottobre 1952, divenne padre spirituale dei giovanissimi chierici della Diocesi, lasciando, in questa veste, un profondissimo segno nella coscienza dei tanti che lo ebbero come sicura ed illuminata guida nel discernimento della propria vocazione. Nello stesso periodo, fu canonico del Capitolo Cattedrale, assistente diocesano delle Donne di Azione Cattolica, segretario della Curia, vice cancelliere vescovile e segretario del Sinodo Diocesano della Diocesi di Mileto del 1959.

Il 3 novembre 1963, una Domenica pomeriggio, don Francesco Laruffa giunse a Gioia Tauro come parroco della Parrocchia di Sant’Ippolito, successore del benemerito mons. Pasquale De Lorenzo. Accolto da una folla festante nel Duomo dell’importante Centro della Piana, il giovane parroco paragonò la Parrocchia ad un’«Università dello spirito e della vita di fede» e si disse certo di «non voler tradire le aspettative dei Gioiesi», ai quali promise di mettere a disposizione tutte le sue capacità umane, spirituali e materiali.

Arrivato a Gioia nel vivo dei lavori del Concilio Vaticano II (1962-1965), don Francesco fece dello spirito del più importante e provvidenziale evento della Storia della Chiesa del nostro tempo la bussola del suo agire pastorale e il termine di paragone delle sue scelte missionarie. Non a caso, uno degli eventi più cari al suo cuore di parroco fu l’inaugurazione, sul sagrato del Duomo, di una statua bronzea di Giovanni XXIII, benedetta dal segretario del “papa buono”, mons. Loris Francesco Capovilla, il 1 giugno 1975.

Fin dal primo giorno da parroco, don Francesco fu l’ideatore e l’anima di una serie di importanti iniziative e singolari eventi religiosi e culturali che, con l’aiuto di un’eletta e curata schiera di laici impegnati, egli seppe portare avanti nel corso di diversi decenni, con evidenti risultati e copiosi frutti. Attento ed obbediente esecutore della Riforma liturgica suggerita dal Vaticano II, egli fece della Liturgia il pilastro della sua attività di evangelizzazione di uno dei più importanti e significativi Centri della nostra Diocesi. A tal proposito, affermava:

«Occorre entrare nel Mistero per informarne la vita. La Messa è vita. I Cristiani vanno a Messa non come a una cena tra amici o come a un ritrovo per incontrarsi e per vedersi ma vanno a Messa perché sono membri del Corpo di Cristo, per offrire la Vittima divina – l’Ostia –  e per offrirsi con essa attraverso il ministero del sacerdote».

Frutto della sua mente creativa e del suo impegno pastorale, furono una lunga serie di Convegni, Mostre, Concerti, Tavole rotonde, Dibattiti, Settimane di studio, Conferenze che videro don Laruffa affrontare, sotto la guida dei vescovi e con l’intervento di illustri ed importanti personaggi dell’ambiente ecclesiale del suo tempo, i più delicati temi della vita religiosa, sociale e culturale dei suoi fedeli, attraverso un continuo e ricercato confronto con il Cortile dei Gentili che lo circondava e, soprattutto, un ascolto orante e fattivo della voce dello Spirito che parla alle Chiese.

Tra gli eventi più importanti, bisogna ricordare le celebri “Settimane bibliche” che sono state definite «una vera “sagra popolare” della Parola di Dio, senza perdere in scientificità e ricerca teologica», alla luce del binomio «Comprensione e Attualizzazione». Altra importante opera di don Laruffa fu il Centro di accoglienza fraterna “Lavanda dei piedi” e il Premio “Sant’Ippolito”, istituito, nel 1995, per personalità che si sono distinte nell’impegno finalizzato allo sviluppo e alla crescita del Territorio della Piana.

Non meno importante fu il suo zelo per le vocazioni sacerdotali. Durante il lungo ministero  parrocchiale di don Francesco, infatti, furono ordinati sacerdoti don Antonio Scordo, don Antonio Spizzica, don Carmelo Surace, don Vittorio Castagna, don Elvio Nocera e don Giuseppe De Vivo.

Valido e autorevole punto di riferimento per la vita di Gioia Tauro e dell’intera Chiesa di Oppido-Palmi, mons. Laruffa ricoprì numerosi e delicati ruoli anche all’interno della Diocesi. Fu, infatti, vicario episcopale per la Pastorale, delegato episcopale per le Confraternite, membro del Consiglio Presbiterale e del Collegio dei Consultori, padre spirituale del Seminario Vescovile di Oppido Mamertina e docente di Religione nelle Scuole statali e nel Istituto Diocesano di Scienze Religiose. Infine, fu anche intelligente e arguto giornalista-pubblicista. Scrisse il libro «Seduzione», un’autobiografia vocazionale redatta in occasione del suo Cinquantesimo anniversario di Sacerdozio e a testimonianza della sua attenzione per la Catechesi e il Servizio della Parola redasse un Catechismo parrocchiale intitolato «Mi tieni nella mano».   

Il 19 febbraio 1980, fu nominato cappellano di Sua Santità Giovanni Paolo II.

Nel 1990, provvide ad un importante lavoro di restauro del Duomo che, nel corso degli anni, arricchì di numerosi arredi sacri e di notevoli opere d’arte e vetrate artistiche.

Nel 2000 gli fu conferita dal Comune di Gioia Tauro la Cittadinanza onoraria per il suo singolare ed insostituibile ruolo nello sviluppo della Città.

Il 2 agosto 2014 diede le dimissioni da Parroco.

Si è spento, nella Casa parrocchiale che per lunghi anni ha abitato, il 26 marzo 2020.

Ci piace concludere con alcune frasi che amava ripetere e che possono essere indicate come le pietre miliari della sua lunga e densa esistenza umana, cristiana e sacerdotale:

«Le Famiglie sono state il mio tesoro, la mia sicurezza, la mia pace, il mio conforto… Ho sentito sempre il desiderio di mettermi in dialogo con la mia gente… Sono nato per educare… Nessuno si salva da solo… Come è bello navigare in mare aperto».

 

Sac. Letterio Festa

Direttore dell’Archivio Storico Diocesano



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