Carissimi,
nelle scorse settimane, con mie lettere unite alla trasmissione del Protocollo per la ripresa delle celebrazioni con il popolo (Prot. n. 158/20 – CVD-19 del 7 maggio 2020), vi è stato chiesto di far pervenire tutte le osservazioni che per l’esperienza pastorale, resa più attenta a seguito del Covid-19, potessero servire alla compilazione delle Norme Diocesane nel modo più completo possibile (Prot. n. 160/20 – CVD-19 dell’11 maggio 2020).
Una Commissione presieduta dal Vicario Generale con i Vicari Episcopali e l’ing. Martino, recependo i pochi riscontri pervenuti, con la mia guida vi ha lavorato con molta applicazione. Il frutto di tale lavoro è costituito da queste Norme Diocesane, mentre il Piano operativo sicurezza anticovid-19 è opera dell’ing. Martino per le competenze tecniche e di Ufficio.
Considerata la delicatezza della materia, si possono comprendere personali e convinti motivi di riserva sulla regolamentazione. La base delle disposizioni attiene a due Enti, superiori e sovrani, il Ministero dell’Interno e la Conferenza Episcopale Italiana. Dietro questi massimi vertici, per quanto riguarda l’Italia è più che verisimile ritenere la supervisione e l’accettazione della Santa Sede, sia per quanto riguarda il particolare rapporto con il Santo Padre, sia con Uffici e Congregazioni romane.
In tempo di difficoltà e dinanzi a fenomeni completamente nuovi vengono sempre messi in discussione nuovi comportamenti rispetto a quelli precedenti e ordinari.
Mantenendo tutti viva la consapevolezza della sobria e alta dignità del Culto divino e del suo significato profondo che supera ogni regola umana, il buon senso e una lettura sapienziale, con prudenza e tatto, possono aiutarci a vivere questa fase di transizione con forte senso di responsabilità in quanto ministri di culto, i primi educatori delle nostre comunità, ed anche legali responsabili dell’Ente con tutto ciò che questi ruoli comportano.
Certo della condivisione, l’auspicio che la gradualità, cui siamo chiamati a dare la nostra collaborazione, rappresenti una tappa verso la normalità. Se sapremo, per come dovremo, vigilare a che le nostre celebrazioni siano rispettose delle norme, in questa delicata e non meno problematica “Fase 2”, non si presteranno ad essere occasioni di pericolo per la salute personale e pubblica.
Fino ad oggi, con l’aiuto del Signore, della Beata Vergine Maria e dei Santi che abbiamo pregato e ci hanno dato ascolto, siamo stati salvaguardati dalle forti criticità diffuse su tutto il territorio nazionale, in alcune Regioni in modo davvero tragico e dolorante. D’altra parte, se è vero che le curve statistiche dei deceduti si sono bloccate, che i dimessi e i guariti stanno aumentando, i casi attivi sono superiori a questi ultimi.