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18/Set/20

“Non si può credere in Dio e vivere da mafiosi”. Maria non è la semplice devozione, Maria è la donna più grande e più umile del mondo.

 

Analisi, studio e monitoraggio dei fenomeni criminali e mafiosi è il nome del nuovo dipartimento voluto da Papa Francesco nella Pontificia Accademia Mariana Internazionale (PAMI), guidato da padre Stefano Cecchin, ofm. Magistrati, teologi, sociologi, economisti e alcuni vescovi, in un vero e proprio laboratorio per esaminare e contrastare quei fenomeni criminali e mafiosi che strumentalizzano, in particolare, la devozione mariana, allo scopo di liberare e purificare la Madre della Chiesa, da sovrastrutture, poteri o condizionamenti che non rispondono ai criteri evangelici di giustizia, libertà, onestà e solidarietà.

Tra i membri eletti c’è anche il nostro vescovo, mons. Francesco Milito, scelto e indicato proprio per il suo particolare e meritorio impegno nella lotta contro la criminalita`.

Un’intera mattinata a Roma, quella di stamattina che ha dato il via al Dipartimento, moderata dal giornalista Fabio Bolzetta.

Il tema centrale di questo nuovo progetto parte anche da quello che Papa Francesco durante la sua visita pastorale a Cassano allo Jonio, il 21 giugno 2014, ha ribadito con tono deciso dalla spianata di Sibari: “coloro che nella loro vita seguono questa strada di male, come sono i mafiosi, non sono in comunione con Dio: sono scomunicati!. Tema ripreso da padre Stefano Cecchin che nel suo saluto iniziale ha detto “Non si può credere in Dio e vivere da mafiosi”.

Alla Chiesa è affidato il compito specifico di mirare a processi altamente significativi per le ricadute evangeliche sull’esperienza di tutti gli uomini e le donne del mondo, con cura decisiva dei giovani, e alla base del dipartimento c’e` infatti la sincera preoccupazione di salvaguardare non solo la fede autentica del santo popolo di Dio, ma anche il futuro delle giovani generazioni e dello stesso pianeta.

La struttura del Dipartimento costruirà, infatti, un percorso significativo di Vangelo incarnato, che fa prevale il bene proprio lì dove il male cerca di occupare spazi.  “Lo stile delle manifestazioni mariane – scrive il Papa nel suo messaggio letto durante l’incontro – sia conforme al messaggio del  Vangelo e agli insegnamenti della Chiesa”.

Intensa e carica di significato anche la consegna della pergamena di Nomina ai membri del Dipartimento, che vede fra gli altri, oltre al pastore della diocesi di Oppido – Palmi, anche il Vescovo Giancarlo Maria Bregantini, il fondatore di Libera don Luigi Ciotti, il Procuratore aggiunto di Cosenza Marisa Manzini, il sindaco di Lecco Virginio Brivio e Rosy Bindi presidente della Commissione parlamentare antimafia dal 2013 al 2018. Membri, già impegnati in questo servizio sociale ed ecclesiale ai quali il Dipartimento vuole dare più “visibilità”.

Il nostro Vescovo Francesco, ha accettato con gratitudine la nomina fornendone anche le motivazioni di fondo.

Scrive Mons. Milito:

1. Dopo anni di lotta in trincea, che resta aperta – pur se prudentemente da ritenere con qualche allentamento di rischio, ma sempre sotto tiro da insidie striscianti –, son davvero soddisfatto che ai vertici alti della Chiesa con forme organiche, globali e collaborative sia stato messo in agenda il problema mafie-criminalita`-pieta` mariana. In piu` di un’occasione, infatti, e per motivi vari, quando in visita a Roma come Vescovo ho dovuto soffermarmi sul fenomeno della criminalita` organizzata nelle nostre zone, ho sempre registrato una viva attenzione ai problemi quotidiani e complessi di noi Pastori in merito, ma anche notato ovvie difficolta` ad entrare nella logica e nella prassi della mens criminale, la cui qualifica di “mafiosa” evoca un mondo, sommariamente cosi` qualificato, ma al suo interno, per fermarci solo in Italia, molto diversificato. Quando si parla di mafia siciliana, di camorra napoletana, di Sacra Corona unita pugliese, di tutto questo mondo diabolico la ‘ndrangheta calabrese ha posto unico in quanto e` riconosciuta contemporaneamente “Cosa nostra a se´” e “Cosa nostra madre” oggi delle altre figlie criminali; a livello interregionale in Italia e a livello mondiale spaziando dall’Europa, alle Americhe, all’Australia, alla Cina.

Avere ora il Dipartimento significa registrare una presa di coscienza del carattere universale del fenomeno, pur con attenzioni particolari al nostro Paese, e quindi un sostegno autorevole per le periferie. Non solo, quindi, la consapevolezza di un problema “locale“, ma “glocale“.

2. A livello pontificio, a mio sommesso avviso, cio` rappresenta un passo in avanti in piu` rispetto e in linea con i noti interventi di Papa Francesco sul fenomeno. Il suo pronunciamento a Sibari nel 2014 e` rimasto e resta “famoso” per la “scomunica“, ma Le assicuro che gli interventi dell’Episcopato Calabro, almeno dal 1975, registrano un magistero permanente che ha accompagnato il cammino delle nostre Chiese.

I Vescovi della Regione hanno talmente fatto propria questa preoccupazione dall’aver voluto inserire un Seminario maggiore di ricerca (dal 2014), all’interno dei programmi curricolari al IV anno del primo ciclo istituzionale di teologia dal titolo “La Chiesa di fronte alla ‘ndrangheta“, affidandomene l’organizzazione e la cura, rese ora piu` significative anche in qualita` di Moderatore dello stesso Istituto Teologico Calabro “San Pio X” in Catanzaro, aggregato alla Pontificia Facolta` Teologica dell’Italia Meridionale. Finora i seminari svolti sono tre (dal 2014), con lezioni frontali o de remoto per collegamenti speciali, affidate a Ecc.mi Vescovi della Calabria, a sacerdoti impegnati sul campo, a docenti specialisti in materia, ai piu` rappresentativi Magistrati e alle Forze dell’ordine della Regione Calabria.

In tale linea, proprio in questi mesi stiamo lavorando ad un agile nuovo sussidio pastorale quasi un “Vademecum – Istruzioni per l’uso” per i riferimenti immediati di sostegno ai nostri parroci.

3. I termini “liberare” e “liberazione” precisano bene le finalita` dei lavori del Dipartimento. E` per me sincero motivo di intima soddisfazione osservare la perfetta coincidenza dei termini con il Documento, elaborato sinodalmente nella nostra Diocesi in due anni (2014-2016), promulgato nel 2016 con il titolo: “Dalla liberazione alla comunione. Principi e norme su feste e processioni nella Diocesi di Oppido Mamertina-Palmi”, preceduto nel 2015 dal Documento “Benedetto colui che viene nel nome del Signore. Guida per le Celebrazioni, i Pii esercizi e le Processioni della Settimana Santa” (nel quale ha trovato nuova motivazione e collocazione la pratica della Via Matris, rispetto alla Via Crucis) che ha attirato l’attenzione della Rivista Marianum che nel Tomo 2016, pp. 349-372 ha voluto pubblicarne per intero il testo. Tutta l’operazione dopo un triennio ad experimentum «solo per aspetti necessitanti una definitiva accoglienza ed efficace recupero», e` stata completata nel 2019 con la “Tabella Definitiva Feste. Elenco ordinato per localita`. Elenco ordinato per mesi e giorni”.

Con tali specifiche informazioni, e` ora piu` facile convenire sulla conferma della mia personale soddisfazione per quanto programmato e di cui faro` specifico oggetto di riflessione con il Presbiterio nei prossimi incontri di Vicaria della Diocesi nella prima decade di settembre.

Ufficio Comunicazioni Sociali
Diocesi Oppido Palmi


 

Allegati:

Apertura Causa Beatificazione di P. Ludovico Polat

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