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06/Ott/20

E’ ritornato alla Casa del Padre il sacerdote Michelangelo Borgese.

 All’alba del 6 ottobre 2020, è ritornato alla Casa del Padre il sacerdote Michelangelo Borgese, presbitero umile e discreto, zelante e disponibile che ha avuto un occhio limpido, capace di guardare e far guardare all’infinito e un udito sensibile alla voce di Dio e dei fratelli.

Egli nacque a Polistena il 21 ottobre 1958, da Vincenzo e da Borgese Maria Gilda.

Dopo gli studi filosofici e teologici nel Pontificio Seminario Teologico Regionale “San Pio X” di Catanzaro, fu ordinato sacerdote il 1 luglio 1989 da mons. Benigno Luigi Papa, vescovo di Oppido Mamertina-Palmi.

E’ stato dapprima vicario parrocchiale nella Parrocchia Maria SS. Assunta in Delianuova e, poi, in quella di San Nicola in Melicucco.

Il 28 agosto 1991, fu nominato Parroco della Parrocchia di San Pantaleone Martire in Serrata e prese possesso il 6 ottobre successivo – esattamente 29 anni fa.

In mezzo al Popolo di Serrata, don Michelangelo visse gli anni più intensi ed importanti del suo ministero sacerdotale provvido e ricco di frutti. Pastor bonus in Populo, egli è stato essenzialmente un sacerdote veramente “cattolico”, un prete diocesano secondo quel modello di vero prete che non passa mai di moda, che non perde mordente e non invecchia, anzi previene i tempi, perché modello valido per tutti i tempi: il prete che dall’altare trae senso e significato per la sua insostituibile e sovraumana missione. Alla sua bella testimonianza si devono diverse vocazioni sacerdotali.

Dall’1 gennaio 1998 fu Amministratore parrocchiale della Parrocchia di San Nicola in Candidoni, continuando a reggere, contemporaneamente, la Comunità parrocchiale di Serrata.

Dal 9 settembre al 14 ottobre 2015, fu Amministratore parrocchiale della Parrocchia di Maria SS. Assunta in San Pietro di Caridà e, dal 15 ottobre 2015 al 4 aprile 2016, è stato parroco delle Parrocchie di San Nicola e di Santa Maria Vergine Addolorata in Oppido Mamertina. 

Il 1 novembre 2017, è stato nominato parroco in solidum della Parrocchia di Maria SS. Immacolata in Polistena.

Pensando a don Michelangelo che, silenziosamente e in punta di piedi, dopo un intenso e lungo periodo di sofferenza, si è congedato dalla scena di questo mondo per rinascere alla vita vera ed eterna, vengono in mente le parole che San Paolo rivolse ad una Comunità a lui molto cara, la Comunità dei cristiani di Tessalonica:

«Voi stessi, fratelli, sapete bene che la nostra venuta in mezzo a voi non è stata inutile. Mai abbiamo usato parole di adulazione, come sapete: Dio ne è testimone. E neppure abbiamo cercato la gloria umana, né da voi né da altri, pur potendo far valere la nostra autorità… Siamo stati invece amorevoli in mezzo a voi, come una madre che ha cura dei propri figli, come fa un padre per i propri figli».

Il ministero di Don Michelangelo non è passato invano. Egli, infatti, non ha svolto semplicemente il suo dovere di stato ma ha interpretato la caratteristica principale che deve avere il Sacerdote di  Cristo: una grande capacità di relazione.

Lo “stare in mezzo”, l’essere crocevia di molte relazioni, l’essere animatore attento e premuroso di fattive collaborazioni, questo è il grande luogo spirituale del sacerdote-parroco e questo non solo nei momenti ufficiali ma anche in quelli personali: Don Michelangelo è stato prete in confessionale, prete accanto al malato, confessore e guida spirituale, anche al di fuori della Parrocchia, ricercato da sacerdoti e persone consacrate, egli è stato il punto di riferimento e il consigliere sicuro a cui rivolgersi nelle scelte importanti e nei momenti difficili.

Don Michelangelo è stato un prete cordiale e autorevole, fedele e aggiornato, disponibile e poco appariscente. La lunga esperienza maturata in seno al Cammino Neocatecumenale lo ha legato ancora di più alla Parola e all’Eucarestia e gli ha fatto apprezzare in pienezza il valore della Comunità.

Fedelmente legato alla sua Chiesa ed ai suoi Vescovi, don Borgese ha avuto numerosi e delicati incarichi a livello diocesano: economo generale per molti anni; vicario foraneo; membro del Consiglio Presbiterale e del Collegio dei Revisori dei conti; segretario del Consiglio per gli Affari economici; delegato diocesano per gli Immigrati di fede ortodossa e incaricato diocesano FACI.

Nel chiudere questo grato ritorno, non si può non pensare alle celebri parole di Sant’Agostino:

«Signore, non ti chiediamo perché ce l’hai tolto ma ti ringraziamo per il tempo che ce l’hai donato».

 

Sac. Letterio Festa

Direttore dell’Archivio Storico Diocesano    

Allegati:

Apertura Causa Beatificazione di P. Ludovico Polat

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