E` un messaggio che ci raggiunge in un tempo di emergenza sanitaria ed economica e ci pone davanti a nuovi volti di povertà che siamo chiamati ad accogliere con quella delicatezza che accarezza senza giudicare e ama senza molte spiegazioni. Per farlo bisogna saper prima ancora fidarsi di Dio: «Non ti smarrire nel tempo della prova. Stai unito a lui senza separartene, perche´ tu sia esaltato nei tuoi ultimi giorni. Accetta quanto ti capita e sii paziente nelle vicende dolorose, perche´ l’oro si prova con il fuoco e gli uomini ben accetti nel crogiuolo del dolore. Nelle malattie e nella poverta` confida in lui. Affidati a lui ed egli ti aiutera`, raddrizza le tue vie e spera in lui. Voi che temete il Signore, aspettate la sua misericordia e non deviate, per non cadere» (Siracide 2,2-7).
Però come scrive Papa Francesco nel messaggio per la Giornata di domani «La preghiera a Dio e la solidarieta` con i poveri e i sofferenti sono inseparabili». Una dura condanna viene infatti rivolta contro «l’atteggiamento di quanti tengono le mani in tasca e non si lasciano commuovere dalla poverta`, di cui spesso sono anch’essi complici. L’indifferenza e il cinismo sono il loro cibo quotidiano». Mani in tasca che non posso diventare mani operose, o mani che – come diceva don Lorenzo Milani – anche se sono pulite, tenute in tasca non servono, perché non basta non fare il male, bisogna fare anche il bene e farlo bene.
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Ufficio Comunicazioni Sociali