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23/Apr/21

In Cattedrale la solenne celebrazione della Messa del Crisma

 

Giovedì 22 aprile la Chiesa diocesana si è ritrovata nella Cattedrale di Oppido Mamertina per la celebrazione della Messa del Crisma che a causa dell’emergenza pandemica è stata trasferita dalla sua naturale incastonatura del Giovedì Santo in tale data. La solenne concelebrazione presieduta dal nostro Vescovo S.E. Mons. Francesco Milito in presenza di tutto il clero diocesano ha visto la partecipazione dei membri del Sinodo Diocesano, scelti anche in rappresentanza delle varie comunità parrocchiali diocesane in modo da evitare assembramenti e come membri tangibili della comunione diocesana.

In questa solenne celebrazione, col servizio liturgico musicale del Coro Diocesano, diretto dal Maestro Don Domenico Lando, i sacerdoti hanno rinnovato le loro promesse sacerdotali e il Vescovo ha benedetto e consegnato i santi Oli alla sua Chiesa Diocesana: l’Olio del Crisma, che richiama nel suo significato l’unzione delle Spirito Santo, partecipata a tutti i membri della Chiesa per mezzo del battesimo e della Cresima,  e a titolo speciale ai Vescovi e ai Presbiteri per essere a servizio del popolo sacerdotale; l’Olio dei Catecumeni,  benedetto per quanti lottano per vincere lo spirito del male in vista degli impegni battesimali; l’Olio degli Infermi, per l’Unzione sacramentale di coloro che nella malattia compiono in sé ciò che manca alla passione redentrice del Cristo.

Il Vescovo, nell’omelia collegando idealmente il Giorno dell’Incarnazione del Signore con il Giovedì Santo del dono di sé, ha sottolineato come l’incarnarsi per il Figlio di Dio si è realizzato offrendo la divinità alla nostra umanità, con il dono di sé e come esso significhi per le persone consacrate per il Regno “calarsi nella storia dei fratelli assumendola, ampliando la propria umanità in un processo di umanizzazione capace di aiutare processi di divinizzazione”. 

Evidenziando i colori, a partire dal dorato della casula, e i toni della celebrazione che risuonano di gloria, lode, potenza, canto di grazie al Signore nel suo Regno di amore (Antifona d’ingresso) partecipazione alla consacrazione del Figlio per essere nel mondo testimoni della sua opera di salvezza (Colletta), ministri di Dio (Prima lettura), sacerdote di Dio Padre (Seconda lettura), dispensatori dei misteri di Dio, ministri della Parola, guidati non da interessi umani, ma solo dell’amore per i fratelli (Rinnovazione delle promesse sacerdotali), il Vescovo si è domandato come conciliare questi toni con le immagini tristi, i temi doloranti e i ricordi mesti dell’attuale situazione pandemica riflettendo che a ben considerare, non si tratta di un mondo nuovo o ai limiti delle sopportabilità. “L’elenco che fa il profeta dei guai del mondo: piaghe dei cuori spezzati, schiavi e prigionieri, privati della libertà, afflitti, abito da lutto e spirito mesto (Prima lettura, Isaia), ripresi da Gesù con l’aggiunta dei poveri, ciechi e oppressi da sempre (Vangelo), calcano – ha affermato il Vescovo – il teatro del mondo in quella tragicommedia che è la condizione umana, davvero inaccettabile e incomprensibile se una superiore luce non le venisse incontro a diradare anzitutto le tenebre delle mente, base per riaccendere i cuori, e la ricoscentizzazione del mandato di predilezione ricevuto”.

Affermando che  questi anni, dunque, di crisi pandemica, sostanzialmente non sono nuovi né i problemi, né le cure da affrontare ,il Vescovo ha spiegato che ai sacerdoti occorre una nuova esclusiva consapevolezza di come adattare il loro mandato di soccorritori di ogni tipo di misericordia partendo dalla prospettiva della conversione personale, e rifacendosi  alla Ratio fundamentalis Institutionis sacerdotali Il dono della vocazione presbiterale (2016), il Direttorio per la Catechesi (2020), l’Istruzione La conversione pastorale della comunità parrocchiale a servizio della missione evangelizzatrice della Chiesa (2020), e alla rielaborazione di questi temi negli incontri di formazione permanente.

Il tutto inserito in questo tempo del Cammino sinodale diocesano – ha evidenziato il                       Vescovo -, provoca una domanda precisa con l’attesa di una corrispondente precisa risposta: «Su che cosa e per chi il Sinodo diocesano interpella direttamente presbiteri, laici, perché il suo sviluppo, assistito dall’aiuto dello Spirito, possa procedere sicuro su quanto ancorato solidamente?» affermando che sovvengono alla risposta i due anniversari propostici da Papa Francesco:

·       il primo, quello speciale dedicato a san Giuseppe Patris corde, che si innesta

·       sul secondo: l’Anno Famiglia Amoris Laetitia, questo esteso anche sul secondo anno del Sinodo (19 marzo 2021-26 giugno 2022).

Richiamando il Messaggio di Papa Francesco per la 58a Giornata Mondiale di preghiera per le vocazioni, incentrato su “S. Giuseppe: il sogno di una vocazione“, il Vescovo si è riferito alle tre parole-chiave per la vocazione di ciascuno. La prima è sogno; la seconda, che «segna l’itinerario di San Giuseppe e delle vocazioni, servizio»; la terza, «che attraversa la vita di san Giuseppe e la vocazione cristiana, scandendone la quotidianità: la fedeltà», condensando questi richiami in queste parole: “sognare di realizzarci è espressione legittima, nutrire grandi attese ed aspettative alte, ne è la molla; esprimere il sogno della vita in una sola parola, l’amore, è la sostanza di tutto”.

Il Vescovo ha poi evidenziato come questo fuoco vocazionale trovi nella famiglia il primo ineludibile campus di applicazione, quasi un laboratorio-tirocinio da cui apprendere l’arte di essere sognatori-realizzatori. Ha richiamato a tal proposito un passaggio della Premessa che illustra “Il progetto” dell’Anno “Amoris Laetitia” che afferma che «L’esperienza della pandemia ha messo in luce il ruolo centrale della famiglia come Chiesa domestica e l’importanza dei legami comunitari tra famiglie, che rendono la Chiesa una “famiglia di famiglie”. Essa merita un anno di celebrazioni perché sia posta al centro dell’impegno e della cura da parte di ogni realtà pastorale ed ecclesiale» e riferito alla nostra Diocesi l’Instrumentum Laboris del nostro Sinodo  «Camminare nella Verità» in cui  Famiglia, minori e giovani” sono i primi che compaiono nella Parte II, in apertura preminente sugli altri temi che seguono.

Per i giovani il Vescovo ha richiamato l’esortazione apostolica post-sinodale sui giovani “Christus vivit” ricordando che prima di parlare ai giovani, occorre ascoltarli e che «Se partiamo dalla convinzione che lo Spirito continua a suscitare vocazioni al sacerdozio e alla vita religiosa, possiamo “gettare di nuovo le reti” nel nome del Signore, con piena fiducia. Possiamo – e dobbiamo – avere il coraggio di dire ad ogni giovane di interrogarsi sulla possibilità di seguire questa strada».

Riflettendo che tale ambito sia un  punto tra i più bisognosi di cura nell’accompagnamento da parte dei genitori e invitando a leggere le parti che in Amoris Laetitia si riferiscono ai figli e alla necessità di avvio ad una riflessione corale e incisiva per il futuro, il Vescovo ha brevemente illustrato la prima iniziativa operativa – maturata nel Gruppo d’animazione per l’Anno dell’Amoris Laetitia – che  si tradurrà in un incontro-dialogo che giovani intervistatori incaricati ad hoc, concordate previamente le modalità, per il mese di giugno, chiederanno a tutti i Parroci, i sacerdoti, i diaconi, a membri qualificati del laicato e della vita consacrata femminile, invitandoli ad accoglierli cordialmente, riservando loro il tempo necessario, e a collaborare in sincerità. “È un impegno di questa Messa del Crisma, – ha aggiunto il Vescovo – quasi un’estensione del suo profumo”.

Il Vescovo ha così concluso: “C’è un fondamento a questo privilegiare la famiglia: come nel supremo progetto del Creatore, la coppia è stata il prototipo in cui egli ha voluto imprimere la propria immagine e somiglianza, così nella nostra progettualità sinodale la famiglia si profila il cardine della conversione pastorale per il rinnovamento che sogniamo. Sacramento del Matrimonio e sacramento dell’Ordine, sacerdozio ministeriale e sacerdozio dei fedeli si trovano confermati ancora una volta in quella stupenda inscindibilità che ci rende alleati nel progetto di Dio sulla civiltà dell’amore, passione del suo sogno nella Prima e nella Seconda Alleanza, cioè nei secoli passati, in quello presente e in futuro”.

 

Ufficio Comunicazioni Sociali



 


Allegati:

Apertura Causa Beatificazione di P. Ludovico Polat

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