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29/Set/21

Verso un Noi Sempre più Grande – La Diocesi di Oppido Palmi all’Angelus del Papa

Domenica 26 settembre u.s., si è svolta a Roma la 107° Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato (GMMR).

Il messaggio del Papa per la 107° Giornata mondiale del migrante e rifugiato ha accompagnato centinaia di fedeli in marcia “Verso un noi sempre più grande!”. Con questo titolo Papa Francesco, lancia un duplice appello ai fedeli cattolici innanzitutto e poi a tutti gli uomini e le donne del mondo, perché non ci siano più muri che ci separino, non ci siano più gli altri, ma solo un noi, grande come l’intera umanità.

Nel suo Messaggio, diffuso lo scorso maggio, il Papa esorta tutti ad impegnarsi per abbattere i muri che ci separano e costruire ponti che favoriscano la cultura dell’incontro, consapevoli dell’intima interconnessione che esiste tra noi. In questa prospettiva – sottolinea il Papa – le migrazioni contemporanee ci offrono l’opportunità di superare le nostre paure per lasciarci arricchire dalla diversità del dono di ciascuno. Solo se vogliamo, possiamo trasformare le frontiere in luoghi privilegiati di incontro, dove può fiorire il miracolo.

In occasione della Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato, Caritas Italiana, con la collaborazione del Dicastero per lo Sviluppo Umano Integrale, ha partecipato all’incontro nazionale del progetto APRI in p.zza San Pietro, per l’Angelus di Papa Francesco. Presente la Diocesi di Oppido Mamertina- Palmi, che ha aderito all’iniziativa accompagnata dalle famiglie tutor e dai beneficiari che hanno aderito all’iniziativa.

Nell’ultimo anno, il Vicedirettore Don Michele Vomera ha predisposto 18 attivazioni tra famiglie e single beneficiari del progetto che accompagnati dalla referente del Dott.ssa Trimarchi Noemi e dalle famiglie tutor, hanno realizzato passi importanti passi verso il raggiungimento della piena autonomia nel nostro paese. Un’autonomia, che è lontana dal mero assistenzialismo e che punta ad una piena contaminazione tra le culture. I giovani migranti coinvolti nel progetto, hanno potuto raggiungere importanti risultati quali: alloggio, diritto alla mobilità, percorsi formativi e lavorativi. Una bella opportunità di confronto e di scambio per quanti sono coinvolti nel progetto, a partire dalle persone accolte, dalle famiglie tutor, dagli operatori Caritas e dalle parrocchie e tutti coloro che, a vario titolo, collaborano per la buona integrazione sui territori.

Il progetto APRI – prosecuzione del Progetto “Protetto. Rifugiato a casa mia” – è un’iniziativa nazionale finalizzata a creare migliori condizioni di integrazione per i migranti rafforzando il loro percorso di autonomia e sensibilizzando le comunità (parrocchie, istituti religiosi, famiglie, etc…) all’accoglienza. L’acronimo del nome richiama i famosi quattro verbi del Papa riferiti ai migranti (Accogliere, Proteggere e promuovere, Integrare).  Come già sperimentato con “Protetto. Rifugiato a casa mia”, consiste in forme di accoglienza di richiedenti la protezione internazionale e/o di rifugiati, secondo modalità già sperimentate, attraverso il circuito delle Caritas diocesane già coinvolte nella gestione di questa particolare categoria di destinatari.   L’intento principale del progetto è di dare centralità alla comunità, intesa come base vitale e sistema di relazioni in grado di sostenere il processo di inclusione sociale e lavorativa delle persone.

Finora a livello nazionale sono state accolte 623 persone, di cui 186 minori, 53 le diocesi coinvolte, 100 le parrocchie, oltre 60 gli operatori e 350 le famiglie tutor volontarie.

Il progetto, che proseguirà sino al 2023, per la Diocesi di Oppido Mamertina-Palmi vedrà oltre a nuove accoglienze, importanti attività di sensibilizzazione sul territorio con il coinvolgimento delle parrocchie e delle istituzioni più sensibili alla tematica dell’immigrazione. Inoltre, verranno organizzati momenti formativi dedicati alle famiglie tutor che volontariamente aderiranno al progetto.

Papa Francesco ci invita a “Camminare insieme verso un noi sempre più grande, a ricomporre la famiglia umana, per costruire assieme il nostro futuro di giustizia e di pace, assicurando che nessuno rimanga escluso”. Tutti noi siamo chiamati a sognare insieme – conclude il Pontefice – non dobbiamo aver paura di sognare e di farlo insieme come un’unica umanità, come compagni dello stesso viaggio, come figli e figlie di questa stessa terra che è la nostra Casa comune.

 

Dott.ssa Noemi Trimarchi


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