E non è mancata, certamente, una rappresentanza della nostra diocesi attraverso la presenza di adolescenti provenienti dalle parrocchie di Varapodio, Delianova, Gioia Tauro, Laureana di Borrello e Polistena. Tutti in Piazza San Pietro per incontrare il Santo Padre.
Dopo le immagini suggestive, che sono rimaste nella memoria di tutti noi, quelle in cui Papa Francesco, nel marzo del 2020, percorreva la gradinata del sagrato da solo, e, che hanno lasciato nel cuore di chi ha osservato “a distanza” un senso di solitudine, buio, di vuoto, ecco, finalmente, la “luce” alimentata dall’ entusiasmo, dal fervore e dalla vitalità dei giovani.
Non è facile descrivere le emozioni e le sensazioni provate, e non solo dai giovani, ma anche da coloro che li accompagnavano. Le urla di gioia dei ragazzi, gli applausi, le incitazioni di felicità, i canti hanno confortato i cuori e la loro vitalità è stata contagiosa. Arrivare in Piazza San Pietro e vederla piena di ragazzi felici di incontrare il Papa ha trasmesso tanta speranza per una vita migliore.
Le immagini di Piazza San Pietro del 18 Aprile, gremita di giovani, sono un segnale per tutti noi che i giovani non sono lontani dalla fede.
“La piazza ha sofferto il digiuno e ora è piena di voi” ha detto il Papa rivolto a tutti i presenti riferendosi al periodo di chiusura che abbiamo vissuto a causa della pandemia, e non c’è stata ricompensa più grande di leggere sul volto e negli occhi dei ragazzi la gioia di essere lì, insieme con il Papa, a vivere un momento speciale.
“Avere il fiuto di Giovanni e il coraggio di Pietro”, è stato questo l’incoraggiamento di Papa Francesco impresso nel nostro cuore e che porteremo con noi per essere “sentinelle del mattino” in questa nostra epoca.
Il Papa inoltre c’ha invitato a non perdete il fiuto della vita. Un messaggio che è arrivato dritto al cuore.
Non perdere il fiuto della vita significa non perdere l’entusiasmo, la gioia, la voglia di spendersi per qualcosa di grande, non reprimere gli slanci di generosità, non lasciare che i nostri sogni siano calpestati. Significa vivere dentro la realtà e vedere, come diceva il Papa, che sono dense le nubi che oscurano il nostro tempo, ma allo stesso tempo avere nel cuore la certezza che, ci ha lasciato la Pasqua, la morte non avrà mai l’ultima parola e sarà sempre la vita a trionfare.
L’invito che il Papa ha rivolto ai giovani italiani, ha permesso che nel cuore di ognuno si “risvegliasse” la fiamma della fede e la bellezza della speranza in Cristo risorto.
Adesso la nostra missione è portare la gioia agli altri…
I responsabili dei gruppi
Alcuni momenti dei gruppi presenti a Roma