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20/Lug/22

I vertici dell’ASP reggina disattendono promesse e impegni

Netta posizione di solidarietà e stima verso i Colleghi ed Operatori Sanitari del P.O. di Polistena viene assunta e difesa, attraverso il loro Presidente, Dottor Salvatore Raso, da parte dei Medici Cattolici della sezione Giuseppe Moscati della Diocesi Oppido-Palmi. Ciò al fine di far ancora una volta, qualora ce ne fosse bisogno, sapere e comprendere che il lavoro del medico è un lavoro di cura complesso che ha come cardini fondamentali della professione temi importanti quali la vita, la malattia, la sofferenza, la morte. Temi, questi, verso cui la medicina, come intesa dai nostri politici, non lascia alcuno spiraglio di miglioramento.

Oggi con corsie riempite da pazienti covid, ma vuote perché non occupate da pazienti affetti dalle più disparate patologie anche gravi, con medici inesistenti recuperati il più spesso a stento, si finisce col pagare gli errori, soprattutto sanitari, del mondo politico regionale che non curante, non attento agli svuotamenti dei reparti da parte del personale medico e sanitario che andava via via in pensione, ha finito col creare nel tempo danni la cui gravità sulla salute dei pazienti viene oggi più che mai a galla. E’ da molti anni che subiamo l’opera dei politici che hanno sempre fatto scelte personali nell’imporre Direttori Generali, Direttori Sanitari, Primari, Capi Dipartimento col risultato di importanti tagli alla sanità che si è vista costretta a lavorare in ogni Reparto, in ogni Servizio, con sempre meno adeguato numero di operatori sanitari.

Oggi non possiamo che assistere ad un drammatico peggioramento delle condizioni di lavoro e di sicurezza sul lavoro con parallelo costante declino del prestigio e del ruolo sociale del medico che, nonostante le innumerevoli difficoltà di turni massacranti, subisce anche aggressioni verbali e fisiche da parte proprio di quei pazienti che a lui si sono rivolti per le adeguate cure. Lavoro, quindi in profondo disagio psico-fisico tanto che molti medici hanno preferito e preferiscono il lavoro privato. Di fronte ad un tale quadro di degrado oggi più che mai i pazienti diventano numeri così come numeri diventano gli stessi medici che prestano la loro opera a fare e dare solo spinti da spirito cristiano. Ecco come si è arrivati alla negazione dei valori professionali, allo svilimento delle prestazioni, all’allungamento delle liste di prenotazione, al sopraffollamento dei P.S., allo sfinimento degli stessi medici di famiglia che non possono mantenere un segretario, che sono costretti addirittura a svolgere lavoro amministrativo, specie in questo periodo di covid, togliendo tempo ed energie alle cure dei propri pazienti. Tutto quanto detto alla luce di una profonda crisi del sistema sanitario e soprattutto di un profondo fallimento delle politiche sanitarie. Cosa altro dire se non che necessita al più presto restituire autonomia e dignità al lavoro dei medici mettendoli nelle condizioni di poter avere cura dei propri pazienti in piena serenità. Solo così, attraverso un lavoro  di sinergia fra politica e professionalità medica, si può superare una crisi che altrimenti finirebbe con il peggiorare ulteriormente le cose.

Ugo Squillace

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