News

04/Dic/22

L’Ordinazione Diaconale di Daniele Dato, Antonino Napoli e Vincenzo Cutri

“Nella prospettiva di una Chiesa tutta ministeriale, occorre che sia viva tra i fedeli la consapevolezza della comune vocazione al servizio. E i diaconi sono speciale espressione di tale chiamata, come ministri della carità”.

Questo lo spirito che ha animato la solenne celebrazione la sera del 30 novembre, Festa di S. Andrea Apostolo, nella Cattedrale-Santuario Maria SS. Annunziata in cui sono stati ordinati diaconi in vista del presbiterato Daniele Dato della Parrocchia S. Ippolito Martire in Gioia Tauro, Antonino Napoli della Parrocchia Santa Marina Vergine in Polistena e in forma permanente Vincenzo Cutrì della Parrocchia Maria SS. delle Grazie in S. Eufemia d’Aspromonte.

La concelebrazione, animata in modo coinvolgente dal Coro diocesano diretto dal maestro don Domenico Lando, è stata presieduta dal Vescovo Mons. Francesco Milito con la partecipazione del numeroso clero diocesano in una chiesa gremita di fedeli provenienti dai paesi d’origine degli ordinandi e dai paesi in cui hanno svolto il loro ministero di accoliti.

Il Vescovo nella sua omelia dopo aver ripercorso a partire dalla Solennità di Tutti i Santi le figure dei santi del mese affermando che essi sono una conferma di incoraggiamento per chi va in cerca della via della propria santificazione, si è riferito al santo del giorno S. Andrea Apostolo, che appartiene alle origini cristiane, a Cristo stesso, richiamando alcuni episodi dei Vangeli che sono più che sufficienti per avvicinare la sua storia che la prima tradizione – dopo la sua testimonianza martiriale – completerà, consegnandolo alla comune venerazione in questo giorno in Oriente e in Occidente.

E a partire dalla sua vocazione il Vescovo ha evidenziato come l’esperienza del discepolato si traduce in un movimento di apostolato, immediato, diretto al primo incontrato, in questo caso a Pietro, fratello di sangue, perché scoprire il Signore conferisce una forza così insopprimibile dal farne partecipi gli altri. E così la tappa discepolare diventa base di incipiente missionarietà, che, solo quando si vive con intensità, si è in grado di proporla all’altro. Rivolto ai nuovi ordinandi, per questo, li ha esortati ad avere la preoccupazione con tensione gioiosa ed amorosa, di invitare altri al rapporto personale, ravvicinato, empatico, a fare esperienza di Gesù privilegiando la stessa relazione di prossimità che utilizza Gesù e ricordando che per fare questo bisogna essere autentici perché “trasmette ed attrae solo l’esperienza diretta perché partecipa un vissuto prima che un parlato”.

Un altro aspetto evidenziato dal Vescovo è stato quello dell’immediatezza dell’adesione dell’apostolo Andrea, condivisa con il fratello Pietro e con gli altri due fratelli Giovanni e Giacomo, a lasciare le reti per diventare pescatori di uomini. Egli ha osservato come Gesù si serve dei discepoli per essere aiutato a svolgere bene la sua missione, coinvolgendoli come aiutanti di campo e non solo per aspetti pratici, ma anche come operatori della sua taumaturgia divina e che questo ha qualcosa in comune con i tre nuovi diaconi, accomunati nelle radici e nei frutti con la stessa missione degli apostoli perché, battezzati che hanno scoperto la chiamata dello stesso Signore per la stessa missione.

Richiamando poi l’episodio della moltiplicazione dei pani in cui Andrea, attento e meno problematico di Filippo, afferma che  «C’è qui un ragazzo che cinque pani d’orzo e due pesci» – come per dire “meglio che niente”, il Vescovo ha sottolineato come la breve segnalazione di Andrea ha inizialmente contribuito a compiere un grande prodigio da cui Gesù partirà per la serrata catechesi su il pane della vita e che anche   questa è diaconia: l’attenzione al poco e ai piccoli, la confidenzialità con Gesù – anche se  non è ancora fiducia piena – nell’aiutarlo a intervenire da Dio perché esiste una diaconia apparentemente spicciola e secondaria, ma che nei disegni del Signore, si rivela preziosa e insostituibile. Per questo ha invitato Daniele, Antonino e Vincenzo a coltivare il gusto delle retrovie, del non apparire, restando sempre vigili per il popolo e con Gesù, amando soprattutto il silenzio perché la diaconia di evitare pettegolezzi non è meno ispirativa di quella dei servizi più nobili.

L’ultimo episodio richiamato dal Vescovo è stato quello in cui Filippo e Andrea, di nuovo insieme, si consultano per presentare a Gesù alcuni greci venuti a Gerusalemme che lo vogliono conoscere. Il Vescovo ha esortato gli ordinandi a cogliere in questa bella relazione tra i due la diaconia dell’amicizia e sull’esempio di Gesù che, come gli apostoli, li ha voluti vicino a sé, a superare gli ostacoli che la impediscono.

“Un’ultima annotazione che fa pensare – ha detto il Vescovo -: Andrea è stato il primo chiamato da Gesù ma non sarà costituito come primo tra gli apostoli con la preferenza di Pietro. Non ci capiti mai di soffrire gelosie a motivo dei secondi posti. Il Maestro sa, e meglio di noi, come e perché affidare, distribuire uffici e ministeri, e saremo nella pace restando nella sua volontà”.

Riferendosi all’evento del Sinodo che la nostra Chiesa diocesana si avvia a concludere il Vescovo nel ricordare che i nuovi diaconi saranno i primi diaconi del Post-Sinodo li ha invitati ad avvertitene tutta la grazia speciale, la responsabilità, l’entusiasmo di volere e dover essere anche i primi ad assecondarne il dettato operativo, soffermandosi nel libro del Sinodo sulle parti che riguardano il clero e facendone tesoro. Il Vescovo ha così concluso: “Avanti, nel ricordo dei santi diaconi, sempre con la protezione dell’Immacolata-Annunziata-Assunta, Regina degli Apostoli e Madre della Chiesa”.

Alla fine della celebrazione i nuovi diaconi con emozione e commozione hanno espresso il loro ringraziamento al Signore per il dono del diaconato, al Vescovo per l’attenzione e la cura nei loro confronti, ai loro formatori in seminario per la sapiente formazione ricevuta, al loro padre spirituale per la guida attenta e illuminata, e infine alle loro famiglie e a tutti i presenti.

Ai nuovi diaconi gli auguri perché, fortificati dallo Spirito Santo con i sette doni della grazia del Signore, compiano fedelmente il loro servizio diaconale.

Ufficio Comunicazioni Sociali

REGISTRAZIONE DIRETTA STREAMING CELEBRAZIONE


Allegati:

Apertura Causa Beatificazione di P. Ludovico Polat

AGENSIR news

Attacco su Chernihiv. Parla il parroco, “in questo momento non possiamo fare altro: asciugare le lacrime”

“L’unica cosa che possiamo fare in questo momento è piangere con le persone che piangono, asciugare le lacrime, consolare, aiutare in tutti i modi possibili”. Raggiunto telefonicamente dal sir, è [...]

ANNO PREGHIERA – PREGHIERA MONDO LAVORO 3 – CANTELMI – Una preghiera che nasce dalla fragilità, dall’incerto, dall’insicuro

Preghiera deriva dal latino precarius, che vuol dire “concesso per favore”, ma anche “precario, incerto” e direi fragile. Dico questo perché la mia esperienza di preghiera durante la vita quotidiana [...]