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03/Gen/23

In cattedrale a Oppido la messa in suffragio di Benedetto XVI

La sera del 2 gennaio il nostro Vescovo Mons. Francesco Milito, nella Cattedrale-Santuario Maria SS. Annunziata in Oppido Mamertina ha presieduto la celebrazione eucaristica in suffragio del Papa emerito Benedetto XVI.

Il Vescovo nella sua omelia ha fatto presente che fino all’Epifania siamo immersi nel Natale in cui la liturgia desidera che la ricchezza di questo tempo, unica nel corso dell’anno, diventi sempre più approfondimento del mistero che stiamo vivendo, che è la grandezza dell’amore di Dio. Un mistero che in questi ultimi giorni stiamo contemplando nell’incarnazione del Figlio di Dio, uomo nato da una donna in cui si era inserita la divinità per farci comprendere che Dio è amore per gli altri. Verità questa inaudita ma con il rischio che nel tempo diventasse incomprensibile, non per chi era vissuto accanto al Signore, e tra questi l’evangelista Giovanni che  nella sua lettera dice: “State attenti perché verranno fuori degli anticristi che vi vorranno ingannare, figli del padre della menzogna” invitandoli a restare fedeli a ciò che era stato loro annunciato fin dal principio e cioè che “il Verbo era Dio, il Verbo era presso Dio” ed è venuto nel mondo per illuminare quanti vedevano in Lui la possibilità di diventare figli di Dio”.

Questo pericolo, evidente al termine del primo secolo, era venuto fuori già al tempo di Gesù come sottolineato dal vangelo di Giovanni del giorno in cui viene presentata la figura di Giovanni Battista a cui viene chiesto se fosse lui il Cristo. E Giovanni che non intente accreditarsi come anticristo sappiamo cosa dice: “Io sono colui che prepara la via…io battezzo nell’acqua ma verrà uno che vi battezzerà nello Spirito Santo: a lui dovete credere”. Ma moltissimi non hanno creduto al Signore. Il Vescovo ha spiegato come di fronte questo pericolo di avere dubbi permanenti sulla fede, di avere tanti modi di considerare la fede, un po’ come accade nella nostra vita con i suoi momenti belli e luminosi, e con i suoi momenti brutti, realtà questa che fa parte dell’umana natura, noi non siamo come canne sbattute dal vento, persone che cadono come le foglie appena c’è qualche difficoltà nella fede, ma persone solide, fedeli a quello che abbiamo ricevuta dall’inizio, persone autentiche, veritiere. Il Natale, in questo senso, ci ribadisce proprio questo: Gesù, espressione del Mistero di Dio, è colui al quale fare riferimento sempre nella nostra vita.

Si è domandato il Vescovo: è possibile questo? affermando che il Papa emerito Benedetto XVI in questo ci offre una grande lezione con la sua vita, presa dal Signore, e dedicata completamente a lui, soprattutto nello studio, nella riflessione nella ricerca, nell’approfondimento e nella carriera accademica come docente. Nel breve excursus della sua vita, il Vescovo ha sottolineato come in una terra disgregata come la Germania per ragioni storiche che si conoscono e diventata nel secolo XX una delle più terribili per le sorti del mondo con l’ideologia nazional-socialista, Benedetto, Ratzinger giovane, comprende che studiare, insegnare agli altri la sua contemplazione, poteva essere di aiuto alla sua nazione e questo lui lo fa come un ministero vero e proprio. Scelto dal suo vescovo come esperto del Vaticano II diventerà nel Concilio uno dei teologi più ascoltati per le sue visioni abbastanza ferme, voluto poi da Papa Giovanni Paolo II come Prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, baluardo che aiuta a preservare la fede nelle persone più deboli, artefice del Catechismo della Chiesa Cattolica, Pastore della verità delle cose di Dio. Riflettere oggi sulle sue omelie ci fa comprendere come riflettere sulle cose di Dio non è una realtà oziosa, ma l’attività più pratica che possiamo svolgere perché il nostro credere ha bisogno di essere ben fondato, illuminato.

Il Vescovo si è dichiarato, per questo, contento che nella Cattedrale  ci sia una sua immagine, in alto, nel banner del Concilio, perché lui è stato l’interprete preciso del Concilio, quello che ha fatto comprendere alla Chiesa che la riforma, il cambiamento parte dall’interno e non dall’esterno, e quello che ha fatto capire che l’età ha la sua importanza, in base alle sue risposte fisiologiche, e con grande onestà allora ha fatto un gesto che resta la più grande lezione che abbia impartito al mondo, vale a dire che la vera grandezza di una persona è l’umiltà: quando uno comprende se stesso alla luce degli altri e di Dio e sa stare al posto che gli conviene. Qualcuno ha notato che Benedetto XVI è stata papa emerito più del tempo di papa effettivo, ma i suoi insegnamenti, i suoi volumi, la Fondazione che fa capo a lui, soprattutto il suo magistero fecondissimo restano per sempre.

Per questo la riconoscenza che la Chiesa in tutto il mondo sta esprimendo con le celebrazioni in suffragio di questo Maestro e Pastore. E il Vescovo ha evidenziato il particolare motivo che lo lega a Benedetto XVI perché lui ha firmato la sua nomina a Vescovo e per questo avrebbe voluto incontrarlo nell’occasione del 50° anniversario della sua ordinazione sacerdotale e nel X° della sua ordinazione episcopale. Non essendo stato possibile il Vescovo ha affermato che pregherà per lui invitando anche la nostra Chiesa a farlo, perché questa celebrazione lo metterà di più a contatto con quel Mistero di cui egli nella sua vita è stato una grande diffusore, divulgatore e testimone.

Ha invitato infine tutti a pregare per mantenere la fede nel Signore, in Lui che sorregge la nostra fede e che ci aiuta a rimanere in lui, rimanere nella verità, in questo Natale che continua e che ci conferma nella fede nel Padre, nel Figlio e nello Spirito Santo.

Ufficio Comunicazioni Sociali

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