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08/Apr/23

Il Vescovo celebra la messa presso la MCT al Porto di Gioia Tauro nell’imminenza delle feste pasquali

Mercoledì santo, 5 aprile, il nostro Vescovo Mons. Francesco Milito ha concelebrato la santa Messa nella Sala Formazione dei dipendenti del Medcenter Container Terminal al porto di Gioia Tauro accolto con manifestazione di gioioso affetto da tutti i presenti.

Nell’omelia il Vescovo ha fatto presente come in questa giornata, che fa per così dire da ponte tra la Domenica delle Palme e il triduo pasquale, siamo già invitati a vivere ciò che sarà la tragedia della Croce. Un giorno in cui sembra predominare la figura di Giuda soprannominato Iscariota, che indicherebbe il suo luogo d’origine o nome che significherebbe mentitore, bugiardo, falso, e che vediamo già sommerso da un’onda di odio nei confronti di Gesù che sfocerà nel tradimento. Giuda, una persona che consegna Gesù a coloro che per motivi religiosi lo vogliono far fuori e che lo vende per trenta monete d’argento, somma corrispondente al valore della vita di uno schiavo nell’Antico Testamento. In realtà ha spiegato il Vescovo il personaggio principale del Vangelo del giorno è Dio che consegna il suo Figlio per realizzare il suo disegno di salvezza,

Ha quindi considerato come spesso nella vita noi non riusciamo a capire il perché degli eventi domandandocene ragione e ha spiegato che il Signore può permettere tante cose non perché è alleato del male ma perché egli ci lascia liberi e lascia fare ma è lui che dirige la storia e alla fine non hanno la parte buona i cattivi ma solo colui che egli ha scelto perché sia testimone dell’amore. Già la prima lettura del profeta Isaia, grande maestro dell’avvento e della quaresima, ha descritto nel Servo di Jahvè un personaggio che dovrà fare i conti con persone che vogliono farlo fuori ma che ha la coscienza chiara che dovrà andare dritto per la sua strada per eseguire la volontà del Signore.   Alla fine Giuda finirà suicida mentre il Servo, Gesù, darà la sua vita per il mondo per mezzo della sua morte e della sua resurrezione.

Il Vescovo ha sottolineato come questo intreccio tra bene e male ci può servire per comprendere che il mistero pasquale è al contempo un mistero di iniquità e di grazia, iniquità perché gli uomini concorrono alla morte di Gesù, anche Pilato finito per diventare strumento mediatico della sua condanna di fronte all’accusa al Signore di lesa maestà e il presule si è chiesto quante persone innocenti soffrono mali fisici e morali a causa persone che vogliono il loro male. Di questo intreccio la Pasqua diventa non solo ricordo storico ma memoriale della trasformazione realizzata dal Signore che ci fa ricevere la grazia di quegli eventi nell’oggi del nostro vivere e per questo il Vescovo ha chiesto a ciascuno di domandare al Signore. “Chi sono nei tuoi confronti?” Uno che cerca di capire e comprendere gli eventi della storia interpretandoli alla sua luce? o uno che pur pensando di fare il bene in realtà coopera con il male? O posso essere uno che sta un po’ dentro e un po’ fuori? O uno che appartiene al Dio nella verità e nel bene? “Chiediamo al Signore – ha proseguito – di farci capire qual è la nostra posizione dinanzi a lui. Credo che il nostro animo sia fondamentalmente buono, che i nostri sentimenti sono buoni, ma chiediamo che il Signore li renda più stabili, facendoci realizzare quel passetto in più sulla via del bene. Questo significa vivere la Pasqua, e in questa nostra riconquista possiamo collocare i nostri auguri pasquali, che  altrimenti non avrebbero senso”.

Nell’augurare a tutti di sentirsi visitati dal Signore soprattutto nei momenti bui e di mettersi sulla sua via con gli occhi e la fiducia rivolti a lui, il Vescovo si è augurato che tutta la realtà del Porto possa vivere in questa trasparenza e che il Signore faccia comprendere a chi pensa di sfruttare la realtà del Porto per perfidi commerci che il loro agire deve essere rivolto a lealtà e giustizia.

Ufficio Comunicazioni Sociali

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