“Dio abita dove lo lasciamo entrare”, con queste parole i detenuti della Casa Circondariale di Palmi hanno accolto e salutato il Vescovo, S.E. Mons. Giuseppe Alberti, della Diocesi di Oppido M.-Palmi, donandogli una pergamena nella quale vi era inciso questo messaggio evangelico tratto dal saluto natalizio del Vescovo.
Nel Suo ingresso presso l’Istituto Penitenziario di Palmi, S.E. Mons. Alberti, accompagnato dal Segretario, Sac. Antonio Nicolaci, è stato accolto dal Cappellano dell’Istituto Don Silvio Mesiti, insieme ai sacerdoti Don Vittorio Castagna e Don Emanuele Leuzzi; da una rappresentanza del gruppo “Federazione Scouts d’Europa Delianuova 1 Branca RS”, accompagnati dal loro parroco ed assistente ecclesiastico, Don Emanuele Leuzzi, insieme ad un gruppo di volontari dell’Azione Cattolica Diocesana accompagnatai dalla Presidente Angela Giuliano; e dalla Sorella Loredana Abate (FA.MO.MA.C.), accompagnata dai volontari Giuseppe Camiciotto e Marisa Gambi della Parrocchia Sant’Ippolito Martire di Gioia Tauro che, settimanalmente, animano la Liturgia Eucaristica, tenendo altresì incontri di catechesi biblico-liturgiche insieme ai detenuti del Reparto di “Alta Sicurezza”.
Ad accogliere S.E. Mons. Alberti vi erano anche il Responsabile dell’Area Giuridico-Pedagogica, Dott. Domenico Ciccone; il Funzionario di Servizio Sociale e della Professionalità Pedagogica, Dott.ssa Maria Domenica Luppino; il Comandante della Polizia Penitenziaria Paolo Cugliari ed il Vice Comandante Beatrice Donato.
Ieri, il Vescovo S.E. Mons. Giuseppe Alberti ha voluto rappresentare tutta la Diocesi in questa visita che oramai è un appuntamento consolidato, negli anni, grazie all’impegno proficuo e pastorale del Cappellano Don Silvio Mesiti a servizio dei più deboli, in particolare dei fratelli reclusi nella Casa Circondariale di Palmi.
L’incontro ha avuto inizio con un momento di Adorazione e di Preghiera presieduto dal Vescovo, Mons. Giuseppe Alberti, ed animato dai volontari della Diocesi di Oppido M.-Palmi. Un’opportunità per pregare insieme, con la partecipazione del Cappellano, dei sacerdoti e di tutti gli Operatori Penitenziari ed i volontari ammessi che operano all’interno dell’Istituto.
Successivamente, il Vescovo – unitamente al Cappellano, ai sacerdoti ed ai volontari presenti accompagnati dal Comandante e dal personale della Polizia Penitenziaria – ha visitato i locali di soggiorno e di pernottamento della Sezione “Nuovi Giunti”, nonché i locali dedicati alla cucina dove ha incontrato i detenuti lavoranti.
A seguire, la visita ha avuto luogo nei cortili di passeggio dei Reparti di “Alta Sicurezza” nei quali si svolge, all’aperto, la vita dei reclusi. Un’opportunità per tutti i detenuti della Sezione di poter interloquire liberamente con il Vescovo, consegnandogli – qualcuno – una lettera scritta nei giorni precedenti la visita. I detenuti preparati ad accogliere il Vescovo lo hanno, appunto, omaggiato con una pergamena da loro realizzata a mano, quale segno di gratitudine e di vicinanza alla Chiesa Locale.
La nostra Chiesa Locale, impegnata da diversi anni nel mondo carcerario, nella persona del Cappellano Don Silvio Mesiti e del sacerdote Vittorio Castagna, in collaborazione, da qualche anno, con la Sorella Loredana Abate, in servizio presso la nostra Diocesi, accompagnata dai volontari ammessi (Emanuela Triunfio “novizia FA.MO.MA.C.”, Giuseppe Camiciotto e dott.ssa Marisa Gambi) della Parrocchia Sant’Ippolito Martire di Gioia Tauro, con la paterna benedizione del loro Parroco, Don Antonio Scordo, si prende cura dei bisogni morali e spirituali dei fratelli reclusi nella Casa Circondariale di Palmi.
È stato un momento di Grazia per le persone recluse, ma anche e soprattutto per gli Operatori Penitenziari ed i volontari, quest’ultimi commossi per quest’Opera di Misericordia che ci ha affidato “Ero carcerato e siete venuti a visitarmi” (Mt 25,35-44). “Il carcere è luogo nel duplice senso di punizione e di sofferenza, e ha bisogno di molta attenzione e di Umanità” ha esordito S.E. Mons. Alberti, nel suo intervento, durante il momento di Preghiera rivolto a tutti gli Operatori Penitenziari e ad i volontari presenti. Nessuno può condannare l’altro per gli errori commessi, né tantomeno infliggere sofferenze ledendo la dignità Umana.
Il carcere, dunque, sia laboratorio di Beata Speranza.
Marisa Gambi