Nella giornata di giovedì 6 giugno 2024, alla vigilia della Solennità del Sacro Cuore di Gesù, giorno tradizionalmente dedicato, in tutta la Chiesa, alla preghiera per la santificazione del Clero, un nutrito gruppo di sacerdoti della nostra Diocesi, accompagnato dal vescovo, monsignor Giuseppe Alberti, si è recato in pellegrinaggio a Tropea, sulle orme del Beato don Francesco Mottola (1901-1969), «un sacerdote universale», capace di parlare, con la forza della sua evangelica carità, al cuore degli uomini del nostro tempo.
Ad accogliere fraternamente i sacerdoti e il vescovo, nella monumentale Cattedrale dell’antica Chiesa tropeana, è stato don Francesco Sicari – fratello maggiore dei Sacerdoti Oblati del Sacro Cuore, fondati dallo stesso don Mottola e direttore editoriale della rivista Parva Favilla che diffonde il carisma del Beato sacerdote calabrese – il quale ha mirabilmente ed efficacemente esposto il nucleo del messaggio di oblazione sacerdotale proposto da don Mottola che, attraverso la sua fede ardente, la sua carità contagiosa, la sua personalità carismatica, è riuscito a far breccia nel cuore e nella mente di molti giovani che abbracciarono con slancio il suo originale carisma.
Per il sacerdote oblato, essere tutto di Dio vuol dire far proprie le ansie e le difficoltà, i sogni e le speranze della realtà in cui si vive, facendosi un certosino che trova il suo rifugio non nel chiostro ma nella strada. Il programma di vita proposto da don Mottola si riassumeva nei verbi «ADORARE-TACERE-GIOIRE-DIMENTICARSI» e nell’invito ad essere una «Parva favilla», una piccola scintilla dell’ardente fuoco d’amore del Sacro Cuore di Gesù.
Don Sicari ha ricordato, poi, alcune parole, tratte dagli scritti del Beato, che sono sufficienti per riassumere la sua altissima spiritualità e il suo grande amore per la terra di Calabria:
«Nella mia terra di Calabria ho rifatto in ginocchio la Via Crucis: sono passato per tutti i villaggi, son sceso in tutti i tuguri, ho transitato per tutte le quattordici stazioni. Ho sentito il singhiozzo della mia gente nel mio povero cuore. La gente di Calabria nel suo itinerario dolorosissimo non ha conforto – come Gesù – e bisogna confortarla nella salita necessaria al Calvario».
Al culmine della intensa giornata sacerdotale, dopo una visita alla Casa natale del Beato e alla Casa della carità, ancora oggi piena del profumo della sua cristiana e sacerdotale testimonianza, i sacerdoti hanno concelebrato una Santa Messa nella Cattedrale di Tropea, presieduta dal nostro vescovo e alla quale ha preso parte anche monsignor Attilio Nostro, vescovo della Diocesi di Mileto, Nicotera e Tropea che, con grande sensibilità, apostolico spirito di fraternità e squisito atto di ospitalità, ha, con questo semplice ma altamente significativo gesto, rinnovato e rafforzato gli antichi e proficui legami tra le due Chiese sorelle.
Nell’omelia, monsignor Alberti ha esortato i nostri sacerdoti, sull’esempio del Beato don Francesco Mottola, a diventare capaci di «attraversare le contrade del mondo per sanare piaghe, per appianare colli, riempire valli e preparare così l’avvento glorioso di Cristo», esortandoli ad «amare con disinteresse, amare senza ambizione, amare fino al sacrificio» il popolo affidato alle loro cure.
Il proficuo pellegrinaggio, fortemente voluto dal vicario episcopale per il clero, don Pasquale Galatà, e organizzato, dal punto di vista tecnico, da don Vittorio Castagna, direttore dell’Ufficio diocesano pellegrinaggi, si è concluso con un bel momento di fraternità e di condivisione gioiosa, al quale hanno preso parte anche gli eccellentissimi vescovi.
Sac. Letterio Festa