All’inizio di questo anno scolastico, oltre alle porte di scuola si sono aperte per i docenti di religione cattolica della diocesi, anche quelle dell’Ufficio Scuola per un incontro importante.
Per questa riunione del 23 settembre presso i locali della Curia in Palmi, organizzata dalla direttrice dell’Ufficio suor Clementina Carbone, sono stati coinvolti i docenti incaricati negli ultimi tre anni scolastici ed è stata offerta loro la possibilità di avere un confronto aperto e curioso con due docenti provenienti da una lunga ed esemplare carriera alle spalle: il professor Francesco Greco di San Giorgio Morgeto e la professoressa Marcella Gambardella di Polistena. Si è così aperto un piacevole e costruttivo dialogo, arricchito dai racconti tratti dall’esperienza dei due docenti esperti e dalle domande di chi invece è alle prime armi. Vi è infatti tra gli incaricati annuali di quest’anno anche qualcuno che sta svolgendo la sua prima esperienza di insegnamento a scadenza annuale, tra cui alcune ragazze laiche di formazione teologica, un futuro diacono e quattro presbiteri.
Sul tavolo di lavoro sono state disposte molte questioni importanti che riguardano il mondo della scuola di oggi: Come coinvolgere di più i ragazzi? Come inserire la figura del docente di religione cattolica all’interno della scuola di oggi? Come porsi nei confronti degli ormai numerosi ragazzi che si rifiutano di seguire l’ora di religione in classe?
Il professor Greco ha spiegato in una sola parola che l’elemento fondamentale per far fronte a tutti questi dubbi è la RELAZIONE. I rapporti con i ragazzi devono essere amorevolmente curati, fondati sull’ascolto costante e mai sul giudizio. I giovani hanno sempre più bisogno di trovare nell’insegnante di religione una figura affidabile e attenta ai propri bisogni.
Ma l’attenzione all’ambito relazionale non si esaurisce all’interno delle aule di lezione. L’insegnante di religione, in quanto parte integrante del corpo dei docenti è chiamato ad essere un punto di riferimento anche per i propri colleghi formatori. In particolare, si è rilevato quanto ancora il ruolo e la qualifica dell’insegnante di religione siano ancora così poco riconosciuti all’interno della scuola, ciò non deve essere motivo di scoraggiamento, ma uno spone a far conoscere le proprie competenze e la propria autorevolezza.
È stata interessante la condivisione della professoressa Gambardella, la quale ha parlato della sua formazione in scienze religiose nella diocesi di Milano. Anche se proveniente da studi di matrice scientifica, la professoressa ha sentito la “chiamata”, come lei stessa la definisce, all’insegnamento della religione cattolica e ha svolto con acuta intelligenza e con preghiera attiva il percorso di studi che la rende un esempio per tutti.
Insegnare religione deve essere qualcosa che nasce dall’amore per l’altro, dal desiderio di farsi “sale” ogni volta che si incontrano le ragazze e i ragazzi, le bambine e i bambini, gli uomini e le donne che fanno parte del grande e speciale mondo della scuola. È un percorso tutt’altro che semplice, ma con la passione per lo studio, la fede e l’instancabile amore per il messaggio evangelico non è impossibile.
L’incontro si è concluso con il comune proposito di riflettere sugli interessanti interventi che sono stati fatti, continuando il proprio lavoro a scuola con una carica in più fino a quando, attraverso gli incontri successivi che scandiranno il tempo di questo anno accademico, i docenti si rincontreranno nuovamente.
Annalisa Reitano