Alle Comunità cristiane e i loro pastori,
ai religiosi e religiose, ai diaconi e a tutte le persone di buona volontà,
vi raggiungo con questa lettera all’inizio di un tempo nuovo che porta sempre con sé motivi di speranza. Questi giorni di Avvento si riempiono per noi di attesa carica di promesse che prendono carne nel nostro Signore Gesù Cristo “che è, che era e che viene” (Ap 1, 8).
Il tempo intenso che ci prepara a celebrare il Natale non è forte perché i ritmi quotidiani diventano più frenetici ma perché si fa più vicino il Signore che “viene ad abitare in mezzo a noi” (Gv 1, 14). Questi giorni sono l’occasione propizia perchè sia di casa non la pubblicità natalizia ma la presenza viva di Dio che entra nelle nostre famiglie e porta la sua pace.
Mi viene spontaneo un semplice suggerimento da realizzare nelle nostre case. Come in quaresima vi invitavo a costruire un ‘angolo bello’ di casa per avere uno spazio e un’occasione di preghiera insieme, così, in vista del Natale, vi propongo di preparare un presepio già dai primi giorni dell’Avvento perché diventi punto di riferimento luminoso per una preghiera in comune, come una novena famigliare che ci porta verso la nascita di Gesù.
In questo periodo le nostre comunità offrono parecchi appuntamenti di riflessione e di preghiera, di catechesi e di celebrazione. Sono momenti propizi per crescere nell’attesa del Signore che viene nella nostra vita; che ci chiama a passi nuovi di conversione, nello sguardo, nel cuore, nei pensieri, negli atteggiamenti; che ci incoraggia ad aprirci agli altri, specialmente i più poveri, perché loro manifestano la presenza vicina del Signore che chiede la nostra generosità e carità solidale.
Siamo ormai alle soglie del grande Giubileo che inizierà il 24 dicembre a Roma con l’apertura della Porta Santa della Basilica di San Pietro in Vaticano per opera di papa Francesco. L’anno giubilare è all’insegna della speranza come ci ricorda la Bolla di indizione Spes non confundit (La speranza non delude, cfr Rm 5,5). Sappiamo bene che la speranza non è frutto delle cose o dell’opera umana ma è un dono divino, un regalo da chiedere, frutto dell’amore del Signore che è venuto a portarci con la sua presenza e la sua promessa: una vita buona, una vita abbondante che attraversa i nostri limiti e ferite e arriva a pienezza nell’eternità di Dio. E tutto questo a partire da ora, dai nostri giorni, qui sulla terra, tra di noi, nelle nostre famiglie, nelle nostre comunità, nel mondo di oggi. Questo dono di vita, che nasce con Gesù, è la fonte zampillante della nostra gioia, rende ‘giubilare’ l’esistenza di ognuno che crede e di ognuno che desidera condividerla con chi incontra.
Domenica 29 dicembre, come in tutte le Cattedrali del mondo, anche noi apriremo l’Anno Santo (i dettagli li comunicheremo a breve assieme al programma giubilare che abbraccerà tutto il 2025), perché il Signore, ancora una volta, ci doni la sua grazia e si riversi nei nostri cuori e su chi amiamo, sulla nostra Chiesa chiamata a vivere in comunione e sul mondo tanto bisognoso di pace. Ci sentiamo tutti ‘pellegrini di speranza’, che camminano perché la cercano ma anche perché sono disposti a donarla.
Ancora una volta il Signore non delude perché è fedele alla parola data e continua a farci visita con i suoi doni abbondanti e a dirci che ci vuole bene (dilexit nos). Iniziamo questo nuovo tempo che il Signore ci concede con grande apertura di cuore, nel clima della preghiera, nell’ascolto attento della sua Parola, nella gioia di avere Dio con noi (Emmanuele), nel desiderio di vivere nella misericordia e nella carità fraterna.
Ci promettiamo una reciproca preghiera, augurandoci di vivere questo Avvento “nell’attesa che si compia la beata speranza e venga il nostro Salvatore Gesù Cristo” (dalla Liturgia).
+ Giuseppe
Vescovo Oppido Palmi